> L’amaca
MICHELE SERRA
PROGRAMMI a parte, alleanze a parte, se le affabilità tra Pisapia e Boschi hanno meritato commenti insospettiti, quando non risentiti, è perché la sinistra italiana, nella media, è poco adulta (nonostante l’età veneranda). Confondere la gentilezza con la debolezza è un equivoco tipicamente infantile. I grillini, ai tempi del famigerato streaming, furono diffidenti e scortesi con Bersani perché poco sicuri di se stessi, e intimoriti dall’uomo di potere (non per caso più sorridente di loro). Pisapia può permettersi familiarità con Boschi perché non ha, del Pd, timore reverenziale, e al tempo stesso ha fiducia nelle proprie idee e nella lunga navigazione politica alle sue spalle.
Ci si domanda, invece, di quale serenità e di quale forza politica disponga chi insorge contro un abbraccio ritenuto sconveniente o “impuro”, come se Boschi non fosse, alla Festa dell’Unità, la padrona di casa, e Pisapia un ospite cortese. Il fatto che Pisapia sia stato in qualche modo costretto a chiarire e a spiegare è mortificante, e non certo per lui, ma per un luogo politico — la sinistra — che sembra diventato una somma di insicurezze e (dunque) di debolezze.
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A me pare che l’abbraccio di Pisapia alla Boschi sia stato molto sopravvalutato. Forse era una semplice espressione di cortesia, forse una cortesia eccessiva. Quei gesti hanno una carica simbolica grande e probabilmente c’è stata una eccessiva leggerezza nel compierli. A caricare di nuvole nere i dubbi di chi vorrebbe una sinistra decente da votare alle prossime elezioni si aggiunge il fatto che l’ex-sindaco di Milano ha votato sì al referendum ( come altri cittadini famosi di sinistra e di centro-sinistra) e che non ha ancora detto se prevede un’alleanza col PD di Renzi oppure se vuole attrarre chi è ancora nel PD ma non vuole Renzi.
Riguardo al commento di Serra, mi sembra il saggio che dall’alto dei suoi editoriali spande correttezza, saggezza, imperturbabilità, come del resto fa il veneratissimo Paolo Mieli nelle sue frequentissime apparizioni televisive. Tutti superiori alla confusione politica, economica, morale dei nostri tempi. Dei veri gentlemen.