LECH WALESA — UN EROE DEMOCRATICO DEL NOSTRO TEMPO

 

 

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qui, durante lo sciopero del 1980

 

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lo sciopero contro il regime comunista polacco nel 1989 condotto da Walesa

 

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Walesa e Kaczyńscy

 

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Walesa con il papa polacco

 

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Walesa 1980-82

 

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LECH WALESA nasce in Polonia nel 1943, è stato un sindacalista, politico e attivista.

 

Fu presidente della Polonia dal 1990 al 1995. Nel 1983 vinse il Premio Nobel per la pace.

 

  • impiegato dei cantieri navali di Danzica (Stocznia Gdańska) come tecnico elettrico: 19671976, 19801981 e dal 1983 al 1990.
  • 1970 – prende parte ad uno sciopero illegale nei cantieri navali di Danzica. Dopo la fine nel sangue dello sciopero (più di 80 lavoratori uccisi dalla polizia) viene arrestato, accusato di “comportamento anti-socialista”, e condannato a un anno di prigione.
  • 1976 – perde il lavoro ai cantieri navali per aver raccolto firme per una petizione per la costruzione di un monumento per i lavoratori uccisi. Essendo ormai il suo nome sulla lista nera dello Stato, non trova un altro lavoro e vive grazie all’aiuto dei suoi amici.
  • 1978 – assieme a Andrzej Gwiazda e Aleksander Hall crea un’organizzazione segreta, considerata illegale dalle autorità, laWolne Związki Zawodowe Wybrzeża (Sindacati liberi di Pomerania).
  • 1979 – durante quest’anno è arrestato più volte per aver organizzato un’associazione con finalità anti-statali, tuttavia non è mai dimostrata la sua colpevolezza, e viene rilasciato all’inizio del 1980.
  • agosto 1980 – dopo l’inizio dello sciopero con l’occupazione nei cantieri navali di Danzica, scala illegalmente il muro dei cantieri e diventa leader dello sciopero. Lo sciopero è spontaneamente seguito da manifestazioni simili in tutta la Polonia. Molti giorni più tardi ferma i lavoratori che intendevano lasciare i cantieri di Danzica e li persuade ad organizzare il Międzyzakładowy Komitet Strajkowy (Comitato di sciopero interaziendale) per condurre e supportare lo sciopero generale in Polonia.
    • settembre 1980 – il governo comunista firma un accordo con il Międzyzakładowy Komitet Strajkowy per permettere la nascita di una organizzazione legale di sindacati veramente liberi. Międzyzakładowy Komitet Strajkowy che si legalizza e diventa il NSZZ Solidarność (Associazione sindacale indipendente ed autogestita). Wałęsa è scelto come presidente e mantiene questa posizione fino al dicembre 1981.
    • Dopo che il segretario del Partito Operaio Unificato Polacco Wojciech Jaruzelski dichiara uno stato di legge marziale, Wałęsa viene internato per 11 mesi nella Polonia del sud-est, vicino alla frontiera sovietica fino al 14 novembre 1982.
    • 1983 – Wałęsa chiede di ritornare nei cantieri navali di Danzica alla sua precedente posizione come semplice elettricista. Trattato formalmente come “semplice lavoratore” rimane praticamente agli arresti domiciliari fino al 1987.
    • 1983 – Gli viene conferito il Premio Nobel per la pace che non potrà ritirare in Svezia personalmente, poiché teme che non gli venga poi permesso il rientro in patria. Sua moglie Danuta ritirerà il premio al posto del marito, che donerà il suo corrispettivo in denaro ai quartieri generali di Solidarność temporaneamente in esilio a Bruxelles.
    • 1987/1990 – organizza e guida “semi-legalmente” il Comitato Esecutivo Temporaneo di Solidarność.
    • 1988 – organizza uno sciopero nei cantieri navali di Danzica. L’unica richiesta è la legalizzazione di Solidarność. Dopo lo sciopero durato ottanta giorni il governo accetta di cominciare le discussioni.
    • settembre 1988 – cominciano le “Trattative della tavola rotonda“. Wałęsa è ufficiosamente il leader della parte “non governativa” delle trattative. Durante le trattative il governo firmerà un accordo per riabilitare il sindacato Solidarność e organizzare elezioni “semi libere” per il parlamento polacco.
    • 1989 – Wałęsa organizza il comitato civile di presidenti del sindacato Solidarność, teoricamente un organismo consultorio, ma praticamente una specie di partito politico, che vince le elezioni parlamentari del 1989 (guadagna il 48% dei posti nella Camera dei deputati della Polonia dei 49% che sono soggetti alle libere elezioni e tutti i posti meno uno del Senat appena ristabilito; il restante 51% dei posti della Camera dei deputati della Polonia vengono automaticamente conferiti al partito comunista secondo gli accordi della tavola rotonda).
    • 1989/1990 – Wałęsa è formalmente presidente del sindacato Solidarność, ma di fatto gioca un ruolo importante nella politica polacca. Alla fine del 1989 persuade i leader dei partiti precedentemente alleati ai comunisti di formare una coalizione di governo non comunista, il primo governo non comunista del blocco sovietico. Dopo un accordo “semi-segreto”, con grande sorpresa del partito comunista, il parlamento sceglie Tadeusz Mazowiecki come primo ministro polacco. La Polonia, pur rimanendo formalmente un paese comunista, comincia a cambiare la sua economia verso il sistema di libero mercato.
    • 1990 – Wałęsa vince le elezioni presidenziali e diventa presidente della Polonia per i successivi 5 anni. Durante la sua presidenza comincia la cosiddetta “guerra ai vertici”, che avrà come conseguenza svariati cambiamenti di governo. La sua presidenzaè fortemente criticata dalla maggior parte dei partiti politici perde molto dell’iniziale appoggio alla fine del 1995. Comunque, durante la sua presidenza, la Polonia cambia radicalmente, da paese comunista oppresso dallo stretto controllo sovietico e con una debole economia, a paese indipendente e democratico con un’economia di mercato in rapida crescita.
      • 1995 – Wałęsa perde le elezioni presidenziali. Successivamente annuncia il proprio ritiro dalla politica, ma rimane ancora attivo, cercando di creare un proprio partito.
      • 1997 – Wałęsa aiuta ad organizzare il nuovo partito Azione Elettorale Solidarność (Akcja Wyborcza Solidarność) che vince le elezioni parlamentari. In realtà il suo contributo rimane di minore importanza e Wałęsa detiene solamente una posizione defilata all’interno del partito. Il vero leader del partito e il principale organizzatore sarà il nuovo leader del sindacato Solidarność, Marian Krzaklewski.
      • 2000 – Wałęsa si candida di nuovo alle elezioni presidenziali, ma riceve meno dell’1% dei voti decidendo così il ritiro dalla politica e da allora darà lezioni di storia e politica in varie università estere dell’Europa centrale.

      Oltre al Premio Nobel, ha ricevuto molti altri premi internazionali. Nonostante non abbia un diploma di scuola superiore gli è stata conferita una laurea honoris causada parte di molte università europee e statunitensi.

      Lech Wałęsa è sposato con Danuta Gołoś dal 1968 ed ha 8 figli.

 

 

Walesa – L’uomo della speranza (titolo originale: Walesa. Czlowiek z nadziei), Polonia, 2013, di Andrzej Wajda

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1 risposta a LECH WALESA — UN EROE DEMOCRATICO DEL NOSTRO TEMPO

  1. Donatella scrive:

    Lech Walesa è senz’altro un grande personaggio della politica del Novecento, per come ha affrontato a viso aperto e ha pagato duramente lo scontro con il gigante del Partito Comunista Polacco, che allora sembrava non scalfibile. Purtroppo i governi che si sono succeduti in Polonia dopo la caduta del ” muro” sono stati pesantemente reazionari, con l’ultimo episodio delle processioni, con tanto di rosari in mano, per salvaguardare il sacro terreno della Polonia dagli immigrati ( non ne hanno accolto nemmeno uno, anche se l’imbelle autorità europea ne aveva assegnato qualche centinaio).
    A proposito di Europa, intesa come organizzazione ( o disorganizzazione) di 27 Stati, ieri “Reporter” ha mandato in onda un servizio interessantissimo, che illustrava tutte le magagne dell’Unione Europea, dove la Commissione ha un potere assoluto. La Commissione è composta dai capi di governo dei vari Paesi, che si riuniscono tre, quattro volte l’anno e decidono tutto. Il Parlamento, eletto dagli Europei, può solo esaminare delle proposte , che vengono poi presentate all’esecutivo. Praticamente non ha nessun potere decisionale. La Germania comanda e spadroneggia : supera impunemente il surplus del commercio con l’estero, che è imposto per legge dalla stessa Europa, ha abbassato i salari e reso ultra-flessibile il lavoro, ingaggiando i lavoratori della ex-Germania dell’Est e del vecchio impero sovietico, esporta prodotti che compra dalla Cina a basso prezzo, insomma tutte le nefandezze e i soprusi del capitalismo più rampante. Il modello Germania viene osannato dagli altri Paesi dell’Unione Europea . L’ex ministro tedesco dell’economiao vorrebbe che il controllo della politica economica dell’Eurozona passasse dalla Commissione Europea, ritenuta troppo morbida nei confronti degli Stati indebitati, alla famigerata Troika, che ha messo sul lastrico la Grecia. Praticamente la Grecia è stata depredata dei suoi beni più importanti dalla Germania a prezzi che nemmeno nel sacro giorno dei saldi, divenuto nuova festività internazionale, sarebbero possibili : si è impadronita degli aeroporti più importanti ( faccio solo un esempio). Milioni di persone sono state impoverite e hanno davanti periodi lunghissimi di miseria. Ho sentito, sempre nel servizio di Report, un comizio della Merkel, che faceva un mea culpa, a scopo elettorale, sull’avere accettato milioni di profughi siriani. Il capo della CDU della Baviera, la regione che ha sempre sostenuto la Merkel, diceva all’intervistatore italiano, con un disprezzo antico: ” Cosa volete di più? I tedeschi amano l’Italia e vengono da voi a fare le vacanze,”, come a dire che in fondo l’aiuto al miserabile di turno lo danno e quindi ringraziare e pedalare.
    Report ha poi spiegato come funzionano gli USA, che, al contrario dell’Europa, sono una Confederazione di Stati: per gli Stati in difficoltà interviene il Governo Federale, che sovvenziona volani per l’ economia. Questo spiega anche come in America si sia usciti dalla crisi economica molto prima dell’Europa, senza ricette punitive che hanno messo letteralmente sul lastrico intere popolazioni, per favorire solo le economie forti, che violano puntualmente le stesse regole che si sono date. Tutto ciò, lo confesso apertamente, suscita in me un antico spavento, quando subito dopo la guerra, sentivo le persone pronunciare con terrore retroattivo le due parole “i Tedeschi”. Riconosco che sono impulsi irrazionali ma vorranno pur dire qualcosa.

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