JAIME D’ALESSANDRO, REP. 21-03-2018 —pag. 8 —Il trucco di una app e il tesoro di dati su 50 milioni di utenti — QUATTRO IDEE CHIARE SULLO SCANDALO DI FACEBOOK—

 

 

Il trucco di una app e il tesoro di dati su 50 milioni di utenti

JAIME D’ALESSANDRO / notizie in fondo

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Come è iniziato lo scandalo?

Il Guardian e il New York Times pubblicano il 17 marzo le rilevazioni di Christopher Wylie. È un ex dipendente della britannica Cambridge Analytica. L’azienda ha lavorato assieme al team di Donald Trump alle presidenziali sul fronte dei social network. Secondo Wylie avrebbe acquisito illegalmente 50 milioni di profili Facebook di elettori, in buona parte americani, e ne avrebbe influenzato le scelte con messaggi di propaganda e disinformazione mirati.

Che cos’è Cambridge Analytica?

È una costola della Strategic Communication Laboratories (Scl), società inglese fondata nel 1990 che si occupa di raccolta e analisi di dati e li usa per campagne stampa o di propaganda. Sostiene di aver lavorato in tutto il mondo e nel 2012 ha operato anche in Italia. Nel 2013 la nuova divisione dedicata alla politica guidata da Alexander Nix riceve un finanziamento di 15 milioni di dollari da Robert Mercer, il miliardario conservatore cresciuto nella Silicon Valley, attraverso il suo consigliere Steve Bannon, falco dell’estrema destra americano. Comincia prima a lavorare per il candidato Ted Cruz poi per Donal Trump.

Da dove venivano i dati?

I dati ai quali fa riferimento Wylie sarebbero stati raccolti da una app per Facebook realizzata dallo psicologo Aleksandr Kogan che lavora all’Università di Cambridge.

L’app, un quiz chiamato Thisisyourdigitallife, chiedeva agli utenti accesso a dati personali. Hanno acconsentito in 270mila.

Attraverso la loro rete di amicizie, Kogan è arrivato a raccogliere informazioni private su 50 milioni di utenti che poi ha passato alla Cambridge Analytica nel 2015. Facebook, sostiene oggi, si oppose e chiese di cancellare quei dati.

Che cos’è il Progetto Alamo?

Alamo era il nome del set di dati sugli elettori Usa nelle mani di Cambridge Analytica.

Progetto Alamo è poi diventato il nome del team che operava per conto di Trump suoi social durante le elezioni. Lo guidava Brad Parscale, che ha investito poco meno di 100 milioni di dollari in pubblicità elettorale su Facebook. Vi collaboravano oltre gli uomini di Alexander Nix anche il personale di Facebook e Google.

 

 

JAIME D’ALESSANDRO

Giornalista. Classe 1969, vive e lavora a Roma. Si occupa di tecnologia a cultura digitale. Ha cominciato la sua carriera nel 1997 per La Repubblica. Ha una rubrica fissa dal 2001 su Il Venerdì, intitolata Playground, e una su Affari & Finanza dal 2002.

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