IL FATTO QUOTIDIANO DEL 30 APRILE 2018
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Renzi sbarra la strada 5Stelle: “La pagherete”
-“Li incontriamo, ma per il governo tocca a loro con la Lega”. Il capo politico M5S pronto a chiedere il voto a giugno
“Siamo seri, chi ha perso le elezioni non può andare al governo. L’incontro con i Cinque Stelle ci sarà, magari in streaming (come consigliato da Verdini, ndr), ma no a una fiducia al governo Di Maio. O M5S e Lega fanno il governo o scriviamo insieme le regole, legge elettorale e riforma costituzionale, perché dal 4 dicembre il Paese è bloccato”. Matteo Renzi, segretario dimissionario del Pd, uscito a brandelli dalle elezioni di due mesi fa, sceglie la poltrona di Fabio Fazio a Che tempo che fa (Rai1) per anticipare la direzione del Pd del 3 maggio e spegnere non solo ogni ipotesi di dialogo con il Movimento 5 Stelle – infrangendo dopo neanche un mese la prima promessa fatta da neo senatore (“Ora sto zitto per due anni”) – ma inasprendo ancora di più i malumori in casa Pd, dopo l’apertura del reggente Maurizio Martina (mai nominato in 30 minuti di intervista). E che ieri mattina aveva spinto Di Maio all’ennesimo appello al Pd sui temi di convergenza.
Punti che si sono trasformati in paletti in bocca a Renzi: “Il reddito di cittadinanza per me non sta né in cielo né in terra. Vogliono cambiare il Jobs act? Vadano dall’altro Matteo”, ha detto, criticando anche la teoria dei due forni M5s: “Franza o Spagna basta che se magna”.
Renzi ha poi portato avanti il suo copione: “Non possiamo rientrare dalla finestra come un gioco di palazzo o con decisioni dei caminetti romani. Ma il governo lo deve fare chi ha vinto. C’è disponibilità – ha sottolineato – a discutere sulle riforme, ma non siamo disponibili a due poltrone che offrono o a diventare soci di minoranza della Casaleggio”. E la sua posizione, dice l’ex premier, è condivisa dalla maggior parte dei senatori dem: “Su 52 senatori Pd, almeno 48 devono votare a favore. Io di disponibili alla fiducia a Di Maio non ne conosco uno”. Anche l’ipotesi di Di Maio premier viene bollata come irreale: “Tanto di cappello a chi ha preso il 32%, ma non è il 51%”, ha poi incalzato Renzi aprendo alla possibilità a un esecutivo di scopo sotto la guida di Mattarella perché “non si può tornare al voto, per rispetto degli elettori e per fare iniziare davvero la terza Repubblica, perché con due Camere il ballottaggio non è possibile”.
Questo il la di Renzi, durante l’intervista-comizio, per tornare al giorno del referendum del 4 dicembre, che ha perso, rilanciando la necessità di intervenire sulla Costituzione e creare un governo del presidente: “Su questo si poteva fare un governo insieme. Da quel momento l’Italia non è più in grado di avere un sistema efficace ed efficiente. Ora serve un sistema semipresidenziale alla francese, un doppio turno sul modello dei sindaci”.
Il “non si passa” è stato commentato subito da Di Maio con un post su Facebook: “Renzi nel Pd decide ancora tutto. Noi ce l’abbiamo messa tutta per fare un governo nell’interesse dei cittadini. Il Pd ha detto no e la pagheranno”. Parole che passeranno per l’immediata richiesta del voto anticipato a giugno.
E’ vergognoso che chi ha contribuito a scrivere una legge elettorale proporzionale si chiami fuori a priori da un eventuale governo del Paese. Si continua a battere sullo stesso tasto: fare le riforme costituzionali, che già sono state bocciate sonoramente da un referendum e rifare un’ennesima legge elettorale, che risponda alle nuove strategie dell’eterno capetto. E’ anche vergognoso che, dall’interno del PD, non ci sia stata , dal referendum in poi, la richiesta alta e forte per una riflessione seria su quanto accaduto. Sembra,in versione tragicomica, il ” tutto va ben, madama la marchesa”.
da “Il Fatto Quotidiano” del 20 aprile 2018, pagg.1 e 4, autori Stefano Feltri e Carlo Tecce: ” Cosa ci faceva Renzi nel Qatar? Il lobbista fra Air Italy e governo. L’ex-premier continua ad avere un rapporto personale con l’emirato: con l’aiuto di Alfano, sostiene l’attività di Doha in Italia, in cambio di forniture militari miliardarie da Fincantieri e Leonardo. Il giorno dopo la visita di Matteo Renzi a Doha, Air Italy ( erede di Meridiana) ha celebrato un accordo con la sua azionista Qatar Airways che le permetterà di vendere altri biglietti per mete lontane come l’Australia o le Maldive. E’ anche da questi dettagli di tempismo che si giudica il successo di un lobbista internazionale di prima categoria quale è diventato ormai Matteo Renzi, che segue le gesta di alcuni suoi idoli politici, Tony Blair e Gerhard Schroeder, da capi di governo a facilitatori di affari. Non sappiamo ancora se le mediazioni di Renzi siano gratuite oppure- come nel caso di Blair e Schroeder- assai remunerate…