IL SOLE 24 ORE DEL 31 MAGGIO 2018–ORE 18, 50
NCONTRO INFORMALE COTTARELLI-MATTARELLA
Accordo Di Maio-Salvini: Conte premier, Moavero agli Esteri, Savona agli Affari Ue, Tria all’Economia
Giovanni Tria, ordinario di Economia politica all’Università di Tor Vergata, alla guida dell’Economia, uno dei ministeri chiave e il controverso economista Paolo Savona dirottato al politicamente meno di primo piano ministero agli Affari europei. Alla Farnesina, invece, un politico navigato come Enzo Moavero Milanesi, già ministro per gli Affari Ue nei governi Monti e Letta. Sono queste le prime indiscrezioni sulla possibile squadra di governo giallo-verde al centro del vertice politico M5S-Lega in corso dalle 16 a Montecitorio. Intanto, a metà pomeriggio il presidente del Consiglio incaricato, Carlo Cottarelli, è tornato al Quirinale per un nuovo colloquio informale con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Al tavolo del confronto tra i Lega e M5S, inizialmente, sedevano solo i rispettivi leader, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, poi nel corso del pomeriggio si è avuto l’allargamento al professor Giuseppe Conte, tornato in pole position come possibile premier di Governo dopo la sua rinuncia, domenica scorsa, al ruolo di presidente del Consiglio incaricato per lo stop di Mattarella. Motivo del contendere: l’ipotesi di nominare come ministro a via XX Settembre l’euroscettico Savona, scelta ritenuta pericolosa per i possibili effetti su spread e Borse. L’impasse politico potrebbe essere superato già in serata: «Ultime ore di lavoro per il governo, ce la stiamo mettendo tutta! Intanto la cronaca ci riporta alla dura realtà, con un immigrato che spenna i piccioni in pieno giorno e in mezzo alla strada… A casa!!!», scrive infatti su Facebook Salvini.
Meloni: «presumibile» l’astensione FdI sulla fiducia
Dopo l’appoggio annunciato da Giorgia Meloni al Governo M5S-Lega in cantiere la trattativa Salvini-Di Maio ha riguardato anche la presenza di Fratelli d’Italia nella squadra di Governo, su cui si sarebbero registrate resistenza da parte dei 5Stelle. Nel tardo pomeriggio, il nodo è stato sciolto direttamente dalla leader FdI, che ha dichiarato superata l’apertura politica del partito: «Presumibilmente ci asterremo sul voto di fiducia per aiutarlo a nascere perchè abbiamo sempre detto che un governo politico è meglio di uno tecnico».
L’incontro in corso tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini segna dunque la riapertura formale dele trattative tra Carroccio e pentastellati, un passo necessario che rispecchia il riaffacciarsi nelle ultime ore della possibile resurrezione di un governo giallo-verde, provata anche da indiscrezioni e ulteriori segnali convergenti come l’annullamento in tutta fretta degli appuntamenti elettorali che erano in programma oggi in Lombardia per il capo del Carroccio. Il Colle dal canto suo si tiene in contatto con gli altri vertici istituzionali e attende i prossimi passi. Un’ipotesi confermata da un’indiscrezione raccolta dal Sole 24 Ore, secondo la quale Carlo Cottarelli sarebbe prossimo a rinunciare all’incarico e domani avrebbe confermato la sua presenza al Festival dell’Economia di Trento. Nel colloquio tra i due leader non sarebbe comunque sul tavolo la questione dell’inclusione nella maggioranza di Fratelli d’Italia, secondo alcune fonti qualificate.
Dentro o fuori, per evitare un voto in piena estate
Non è «ultimatum», annotava a notte fonda Di Maio. Ma la proposta fatta a Matteo Salvini dopo i saliscendi di una giornata, quella di ieri, apparsa interminabile tra i palazzi della politica, ha tutta l’aria di essere l’appello terminale, dentro o fuori, per evitare un voto in piena estate. L’ipotesi cioè di recuperare un esecutivo in tutto e per tutto sovrapponibile a quello portato da Giuseppe Conte (giunto da poco alla Camera) sotto gli occhi del presidente della Repubblica, tranne per la casella di Paolo Savona all’Economia che verrebbe tuttavia “spostato” in un ruolo diverso sempre all’interno del governo. Dai Palazzi, filtra nelle ultime ore l’ipotesi che Savona possa alla fine venir “dirottato” sul meno impegnativo dicastero agli Affari europei, lasciando la guida del dicastero di via XX settembre a Giovanni Tria, ordinario di Economia politica all’Università di Tor Vergata, new entry del toto-ministri. Tramontato, dunque, per l’Economia, il nome dell’economista e vice direttore generale di Bankitalia, Pierluigi Ciocca che era insistentemente circolato ieri. Per gli Esteri il nome sarebbe invece quello di Enzo Moavero-Milanesi.
L’ultima carta per scongiurare la soluzione tecnica
Si discute, dunque, della carta estrema giocata dal leader pentastellato per scongiurare la soluzione tecnica predisposta dal Capo dello Stato con l’unica finalità di portare gli italiani presto al voto. Quando, rimarrebbe la vera incognita. E con quali conseguenze per ciascuno dei protagonisti. Perché dovesse fallire il tentativo del giovane leader napoletano sarebbe quasi scontato un voto a fine luglio.
Salvini: «La porta non è chiusa»
Anche se il pressing è insistente Salvini medita il da farsi concedendo una laconica apertura («la porta non è chiusa»). Ciononostante l’impressione è che l’uomo del Carroccio non escluda il gran rifiuto, non foss’altro per incassare il dividendo – confortato dai sondaggi in ascesa – di una partita giocata all’insegna della coerenza sin dal primo momento. E dall’altro lato anche per Luigi Di Maio urne velocissime significherebbero minori rischi per la tenuta della sua leadership interna. Per intanto si tiene il più possibile alto il volume in attesa degli eventi. «Siamo in un momento storico, dobbiamo passare dalla seconda alla terza Repubblica. Per questo ci dobbiamo riunire e vorremmo che veniste tutti a Roma sabato 2 giugno per sventolare insieme la bandiera italiana», scrive il deputato M5S Riccardo Fraccaro in un post sul blog delle rinnovando l’invito alla piazza del 2 giugno».
La messa in risalto da parte di Salvini dell’episodio del piccione spennato la dice lunga su chi sarà bastonato in questo governo, nell’indifferenza generale: come sempre i più deboli.