+++ LE PERLE DI NEMO CON UN QUADRO::: EDGAR MORIN: ” I MOMENTI POETICI DELLA VITA VANNO CELEBRATI…”–24 AGOSTO 2018, NEMO NEMO-PERSONAGGI

Listenerbardelli, omaggio a klee 2, 2018, computer graphics

bardelli, omaggio a Klee, 2018 computergraphics

 

 

Edgar Morin: ” I momenti poetici della vita vanno celebrati …”

24

AGO

2018

11:19 – NEMONEMO – PERSONAGGI

“””… < […] i momenti poetici della vita vanno celebrati, sono meravigliosi, soprattutto se sono eventi collettivi. Per esempio, la vittoria della Nazionale di calcio francese ai Campionati mondiali ci hanno regalato una serata stupenda…. quella del 15 Luglio è stata la vera Festa nazionale, di una Francia unita, repubblicana e multiculturale.Ero a Parigi e ho visto innalzare la bandiera francese di gruppi di neri, francesi di origine africana e algerini, tutti in festa… È stato uno di quegli attimi estatici. La mattina dopo era tutto finito. Ma quei momenti, io li amo. […] Il pensiero complesso dovrebbe fare passi avanti. Invece, è sicuramente frustrante dover constatare come ormai tra le élite politiche si sia imposto un pensiero riduttivo, dominato da criteri tecnico-economici. Stiamo assistendo a una riduzione del sapere, soppiantato dal dominio delle cifre. Via via che la complessità del mondo aumenta, il pensiero predominante appare sempre più incapace di comprenderla. È una visione cieca. D. La preoccupa il futuro della democrazia ? R. Il problema è che la democrazia non possiede una verità. Ai partiti si concede un lasso di tempo per realizzare la loro visione di ciò che ritengono giusto. Al contrario, i regimi teocratici o totalitari sostengono di essere in possesso della verità. La conseguenza è che sotto le dittature totalitarie si sogna sempre la democrazia, la quale però perde tutto ciò che aveva di poetico non appena si ritrova nei bassipiani della quotidianità democratica. La democrazia può vivere solo della competizione delle idee; ma questa competizione è oramai pressoché azzerata, dal momento che anche i partiti di opposizione accettano il liberismo, per esempio. Non esiste più un’alternativa comunista, e neppure socialdemocratica, cosa che spiega la disgregazione dei partiti della sinistra moderata. Ma non si intravvede neppure una linea di pensiero di sinistra, o un’alternativa. E affinché una nuova concezione possa affermarsi c’é bisogno di tempo.[…] Oggi siamo arrivati proprio a un punto zero. Perciò credo che una fase prolungata di regresso sarà probabilmente inevitabile, anche perché la crisi ha dimensioni globali. Siamo in presenza di una gravissima crisi da un punto di vista dell’ecologia, con conseguenze politiche inimmaginabili. L’assenza di regole nell’economia mondiale, inoltre, produce un gigantesco divario dei livelli di benessere, che a sua volta mette in moto i movimenti migratori. D. La sua visione del futuro? R. …i pericoli sono enormi. Inoltre, il progresso tecnologico sta producendo le prime creature transumane. Avremo individui che vivranno molto più a lungo nella condizione di persone giovani grazie all’uso di tecnologie in grado di allungare la vita collegando intelligenza artificiale e umana. Si delinea così il profilo, inquietante, di una società resa ottimale e omogenea dagli algoritmi. Ma l’omogeneità uccide la creatività. Potrebbe anche accadere che l’uso delle tecniche transumaniste porti alla creazione di una sorta di casta di ‘superumani’, isolati in spazio protetto, mentre la grande maggioranza sarebbe ridotta a sopravvivere nella miseria, fra conflitti incessanti. Non ne sappiamo nulla. Tutto sta cambiando molto velocemente. D. C’è anche qualche vantaggio ad arrivare a un’età molto avvanzata ? R. A condizione di mantenersi in buona salute. Non oso pronunciare la parola ‘esperienza’.  Molti hanno fatto le loro esperienze senza riuscire a trarne conseguenze morali o intellettuali. Un esempio è quello della Germania dell’Est, che dopo la Guerra mondiale ha mantenuto in attività il lager di Buchenwald per inchiudervi gli oppositori, anche se in passato molti quadri di quel regime avevano subito la reclusione in quello stesso campo. Sono stato spesso violentemente attaccato per il mio atteggiamento critico nei confronti di Israele. Tuttavia, benché sia io stesso di origine ebraica, non riesco ad accettare che i discendenti di un popolo perseguitato per secoli siano oggi gli oppressori dei Palestinesi. Ma, per tornare all’età, non è necessariamente un male, dato che può renderci più equanimi >. …”””

 

( da Intervista di Sascha Lehnarzt a Edgar Morin, filosofo di 97 anni. Pubblicata su Die Welt, e ripresa da la Repubblica di Sabato 18 Agosto 2018, traduzione di Elisabetta Horvat )

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