L’abbazia di Monte Oliveto Maggiore è un complesso monastico all’interno del comune di Asciano, sede dell’abategenerale della Congregazione benedettina di Monte Oliveto ed è sede dell’abbazia territoriale di Monte Oliveto Maggiore
Asciano è un comune italiano di 7 076 abitanti della provincia di Siena in Toscana. Sorge a circa 30 km a sud-est del capoluogo, nel cuore delle Crete senesi.
Il paesaggio intorno all’Abbazia
L’Abbazia è stata fondata nel 1313 da Bernardo Tolomei,maestro di diritto nello Studio senese e appartenente a una delle famiglie nobili più potenti di Siena; giunto al quarantesimo anno di età si ritirò in questo luogo solitario conosciuto come il “deserto” di Accona, proprietà della sua famiglia.
L’abbazia ebbe sempre una grande importanza nel territorio senese. Infatti i suoi possedimenti arrivavano fino al borgo di Chiusure e nella Val d’Asso. Il fatto di essere anche dei grandi proprietari terrieri fece avere agli olivetani anche un ruolo nell’organizzazione agricola del territorio delle Crete.
l’ingresso
La chiesa è stata costruita all’inizio del ‘400, ma l’interno è stato trasformato in stile barocco nel 18° secolo. Dentro la chiesa c’è da notare in particolare il coro intarsiato e intagliato, un capolavoro di Fra Giovanni da Verona realizzato tra il 1503 e il 1505, uno degli esempi più importanti di questo genere nel mondo.
Gli affreschi del grande chiostro
La vera attrazione dell’Abbazia sono gli affreschi nel grande chiostro. Le 35 scene coprono interamente le pareti dei quattro lati del chiostro e raffigurano gli episodi della vita di S. Benedetto.
Il primo artista a iniziare questo grande lavoro è stato Luca Signorelli nel 1497-1498 e successivamente ha continuato Antonio Bazzi, detto Il Sodoma, dopo il 1505. I colori vivacissimi e molti dettagli dei dipinti danno una visione affascinante della vita e dei paesaggi del tempo. Questi affreschi sono giustamente considerati un capolavoro del rinascimento italiano.
Gli affreschi del chiostro
Il refettorio
Il Refettorio
Il Refettorio
La Biblioteca con, in fondo, la Farmacia
Il Vestibolo
LA biblioteca
ingresso della Biblioteca
interno della Biblioteca
entrata della Biblioteca
un’entrata…la scala che porta alla Biblioteca
Passaggio tra il chiostro e la chiesa –Anonimo Toscano
La Storie di san Benedetto di Monte Oliveto Maggiore sono un ciclo di affreschi nel Chiostro Grande dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore (comune di Asciano, SI), realizzati da Luca Signorelli (otto lunette), che vi lavorò dal 1497 al 1498, e dal Sodoma, che completò il ciclo dopo il 1505 con le ventisei lunette mancanti. Una (Benedetto manda Mauro in Francia e Placido in Sicilia) venne ridipinta dal Riccio.
Si tratta di una delle più complete descrizioni della vita di san Benedetto, ben trentacinque scene, che si basano sul racconto di san Gregorio Magno.
Luca Signorelli, dettaglio di San Benedetto rimprovera due monaci che hanno violato la Regola
Come benedetto lascia la casa paterna e recasi a studio a roma.–IL Sodoma – (notizie sul pittore più avanti…)
Come benedetto abbandona la scuola di roma.–Il Sodoma
Come benedetto risalda lo capistero che si era rotto–Il Sodoma
Come romano monaco da lo abito eremitico a benedetto-Il Sodoma
Come lo dimonio rompe la campanella.–Il Sodoma
Come uno prete ispirato da dio porta da mangiare a benedetto nel giorno di pasqua–Il Sodoma
Peinture de Satan dans le cloître de l’abbaye de Monte Oliveto Maggiore, Toscane, Italie.
Come benedetto ammaestra nella santa dottrina i contadini che lo visitavano.–Il Sodoma
Come benedetto tentato d’impurità supera la tentazione.–Il Sodoma
Come benedetto ai prieghi di alcuni eremiti consente di essere loro capo.–Il Sodoma
Come benedetto spezza col segno della croce uno bicchiere avvelenato.–Il Sodoma
Come benedetto compie la edificazione di dodici monasteri–Il Sodoma
Come benedetto riceve li due giovanetti romani mauro e placido. –Il Sodoma
BAZZI, Giovanni Antonio, detto il Sodoma. – Nacque a Vercelli nel 1477 da Giacomo, calzolaio originario forse di Biandrate, che nel 1476 aveva sposato Angelina di Niccolò da Bergamo: l’anno di nascita si desume da due documenti, rispettivamente del 31 genn. 1502 e del 3 ag. 1503, nel primo dei quali il B. appare sotto la tutela della madre, rimasta vedova, mentre nel secondo risulta maggiorennne (la maggiorità si raggiungeva allora a 25 anni). Il 28 nov. 1490 veniva allogato a imparar l’arte presso il pittore Giov. Martino Spanzotti da Casale, che aveva bottega a Vercelli: l’apprendistato doveva durare sette anni, e nel relativo atto fungeva da mallevadore il nobile vercellese Francesco de’ Tizzoni, il cui cognome l’artista si compiacque talvolta di aggiungere al proprio in segno di riconoscenza verso il suo primo protettore.
Incerta e discussa è l’origine del soprannome “Sodoma” che compare nei documenti a partire dal 1512 e col quale il B. stesso si sottoscrisse più volte: sembra tuttavia da escludere che alludesse ai costumi dell’artista, il quale, per quanto di temperamento estroso, bizzarro e spregiudicato, condusse vita moralmente irreprensibile, godette della stima e dell’amicizia dei più ragguardevoli personaggi del tempo e fu insignito da Leone X del titolo di “Cavaliere di Cristo”. Il soprannome, che si trova spesso trascritto in varie lezioni (Soddoma, Sodona, Soddona, Sodone, Sogdona, Sobdoma), era probabilmente lo pseudonimo scherzoso che l’artista aveva adottato, o che gli era stato únposto, secondo l’uso del tempo, in qualche congrega o accademia, e, secondo una congettura abbastanza plausibile, sembra che derivasse da un faceto fraintendimento toscano di un suo intercalare in dialetto piemontese (“su’nduma!” = orsù, andiamo!).
Intorno al 1496 lo Spanzotti fece ritomo nella nativa Casale, e sembra che il Sodoma lo seguisse: infatti dai documenti relativi al decesso del padre di questo risulta che nel 1497 il pittore era assente da Vercelli. Il Vasari riferisce che il Sodoma fu condotto a Siena, destinata a diventare la patria di adozione dell’artista, dagli agenti della famiglia Spannocchi, che aveva un banco a Milano: non sappiamo tuttavia esattamente in quali circostanze e in che anno avvenisse questo trasferimento, perché il primo ricordo documentario relativo all’attività del Sodoma in Toscana è il contratto di allogagione, in data 10 luglio 1503, degli affreschi nel refettorio del convento olivetano di S. Anna in Camprena (o in Creta), presso Pienza: vi figurava fra i testimoni un fra, Bartolommeo da Vercelli che, come conterraneo del pittore, ebbe forse qualche parte nel farlo venire dal Piemonte in Toscana. Gli affreschi di S. Anna in Camprena raffiguranti la Moltiplicazione dei pani e dei pesci, la Pietà, la Benedizione delle Costituzioni Olivetane, la Madonna col bambino e S. Anna più alcune scenette a monocromo con Storie di S. Anna – furono compiuti nell’anno successivo (l’ultimo pagamento è del 25 giugno 1504) e il 15 ag. 1505 il Sodoma imprendeva il suo ampio ciclo di affreschi per la casa generalizia dello stesso Ordine. L’abate Domenico Airoldi da Lecco, eletto nuovamente generale dei benedettini olivetani, gli commise di proseguire la decorazione del chiostro del monastero di Monteoliveto Maggiore che, per ordine dello stesso, era stata iniziata nel 1497/98 da Luca Signorelli: il Sodoma eseguì 26 Storie di s. Benedetto, cui furono aggiunti una scena allegorica del Santo che dà la Regola ai monaci olivetani e due riquadri col Cristo portacroce e Cristo alla colonna nel passaggio tra il chiostro e l’andito detto “il De Profundis”. I pagamenti per tale lavoro si susseguono copiosissimi fino al 22 ag. 1508 e sono ricchi di minute notizie intorno al pittore che in alcuni di essi è designato col nomignolo di “Matazo” (Mattaccio), bonariamente allusivo alle sue stravaganze, e che nella prima scena del ciclo (il miracoloso risaldamento del “capistero”, o vaglio del grano) si ritrasse con i sontuosi abiti, acquistati da un gentiluomo lombardo fattosi frate, e con ai piedi due tassi ammaestrati e un corvo “parlante”.
…
Ma il capolavoro di questo primo tempo del Sodoma sono, nonostante alcune forti diseguaglianze, dovute alla fretta e alla discontinuità dell’impegno caratteristiche del pittore, le Storie di s. Benedetto a Monteoliveto Maggiore, che rivelano il suo temperamento e le sue qualità di affabile e schietto narratore, ancora legato alle tradizioni naturalistiche ed intimistiche del Quattrocento piemontese-lombardo e volto con semplice e devoto amore alla rappresentazione della più umile e quotidiana realtà: onde alla penetrante indagine psicologica dei personaggi si accompagnano, e non disdicono, l’indugio su ogni particolare e l’amphficarsi del racconto fino a raccogliere nella sua trama anche i momenti meno essenziali, e qualche volta del tutto accessori e addirittura estranei al significato morale degli episodi. Ad un certo ascendente del Signorelli, che lo aveva preceduto nello stesso ciclo, il B. qui unisce puntuali reminiscenze del Pintoricchio, che dové conoscere e frequentare a Siena, e di cui poté vedere i disegni e i cartoni per le Storie di Pio II nella Libreria Piccolomini i quali, stando ai documenti, erano stati approntati prima dell’aprile 1503.
per chi fosse interessato, continua nel link:
Come benedetto libera uno monaco indemoniato percuotendolo. Il Sodoma
Come benedetto pregato dai monaci produce l’acqua dalla cima di un monte-Il Sodoma
Come benedetto converte in serpe un fiasco di vino nascostogli da un garzone.-Il Sodoma
Come florenzo tenta di avvelenare benedetto-Il Sodoma
Come florenzo manda male femmine al monastero.-Il Sodoma
Come dio punisce florenzo–Luca Signorelli
Come benedetto evangelizza gli abitanti di montecassino.–Luca Signorelli
Come benedetto caccia lo nimico di sopra alla pietra–Luca Signorelli
Come benedetto resuscita lo monacello cui era caduto lo muro addosso–Luca Signorelli
Come benedetto dice alli monaci dove e quando avevano mangiato fuori del monastero.–Luca Signorelli
Come benedetto rimprovera di violato digiuno lo fratello di valeriano monaco.–Il Sodoma
Come benedetto discopre la finzione di totila–Luca Signorelli
Come benedetto riconosce e accoglie totila. Luca Signorelli
Come benedetto predice la distruzione di montecassino–Il Sodoma
Come benedetto ottiene farina in abbondanza e ne ristora i monaci.–Il Sodoma
Come benedetto appare a due monaci lontani e loro disegna la costruzione di uno monastero–Il Sodoma
- Come benedetto perdona al monaco che volendo fuggire del monastero trova uno serpente nella via. Il Sodoma
Luca Signorelli