DONATELLA D’IMPORZANO
vedete com’è tutto bello vuoto il prato dei miracoli…
una foto straordinaria…
MA COSI’ ANCHE ” LA NOSTRA IDENTITA’ COLLETTIVA RIMANE VUOTA “…
Non c’entra niente, ma mi piace stare qui, vicino a Chiara e a Roberto.
Prendo da “Il Fatto” di lunedì 26 novembre 2018, pag.11:
” Monumento mediceo sacrificabile per una grande opera / e made in China in piazze dei Miracoli” di Tomaso Montanari:
ACQUEDOTTO MEDICEO (XVII SECOLO)
IL NUOVO SINDACO LEGHISTA MICHELE CONTI
“… Il nuovo sindaco di Pisa, Michele Conti, aveva scritto nel programma che, in caso di elezione, avrebbe demolito tre arcate dell’Acquedotto Mediceo per risparmiare un sottopasso alla nuova tangenziale:
” E’ assurdo realizzare un taglio nel territorio lungo circa 250 metri per sottopassarlo: demolendo tre arcate, con quanto si risparmierebbe se ne potrebbero ricostruire almeno 10 di quelle ora mancanti e consolidare il resto oggi dissestato”…. Chissà, in effetti, perché nessuno ha mai pensato a questo geniale bricolage dei monumenti…L’acquedotto voluto dal Granduca Ferdinando I di Toscana è, a tutti gli effetti, un monumento, e dunque è come un corpo vivo, che non può essere fatto a fette a piacere, abbattuto e riassemblato come se fosse un plastico di “Porta a Porta”. Oltre ad essere, ovviamente, vincolato: il che rendeva il programma del neosindaco solo un’avvincente pagina di storia della decadenza culturale. Invece Conti non si è arreso e ora propone di smontare tre arcate dell’acquedotto per rimontarle… in mezzo ad una rotatoria della tangenziale. E qui si passa d’incanto dal vandalismo al dadaismo, immaginando che un acquedotto storico, cioè un lungo e ininterrotto condotto che serve a portare l’acqua, possa essere fatto a pezzi e rimontato a decorare una rotonda… La stessa giunta leghista pisana… ha deciso di riportare le bancarelle in piazza dei Miracoli: un progetto che prevede la chiusura della Porta Nuova di Cosimo de’ Medici e
SPEDALE DI ALESSANDRO IV
l’oscuramento dello Spedale di Alessandro IV, fondale meridionale della piazza appena restituito alla città dopo un restauro di cinque anni. Da quando la piazza è stata inserita nella lista dei beni dell’umanità dell’Unesco ( era il 1987) le bancarelle hanno dovuto traslocare: e nessuno sentiva la mancanza delle migliaia di piccole torri pendenti di plastica, che possono benissimo essere vendute a qualche metro di distanza dalla Torre vera.
PAOLO PESCIATINI, ASSESSORE ALLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE E COMMERCIO
Eppure l’assessore alle Attività produttive della giunta di destra, Paolo Pesciatini, le rivuole proprio lì, quelle bancarelle: in barba ai vincoli, alle leggi, al buon senso. L’argomentazione è mirabile: quella paccottiglia globale rappresenterebbe ” il nostro commercio tradizionale”…la nostra identità collettiva sarebbe legata ai souvenir made in China! ”
Mi viene da commentare in ligure “Ciù in là u ghe atapàu”.