IL FATTO QUOTIDIANO DEL 16 AGOSTO 2019
ZONAEURO
Open Arms, situazione bloccata nonostante la disponibilità di 6 Paesi Ue. Merkel: “Servono ridistribuzione chiara e missione Sophia”

E’ il 15esimo giorno di blocco per la Open Arms, che ora si trova al largo di Lampedusa con 134 migranti. Ieri il premier Conte aveva scritto a Salvini: “Non limitiamoci a posizioni di assoluta intransigenza”. E Berlino anticipa la possibile linea Von der Leyen per trovare un modus operandi: anche questa volta l’Europa è intervenuta con colpevole ritardo
La ricetta Merkel: “Nuovo meccanismo di redistribuzione e missione Sophia”
Che qualcosa in questo meccanismo debba cambiare è evidente anche alla cancelliera tedesca Angela Merkel: “Sono convinta che ci sia bisogno di un nuovo meccanismo di ridistribuzione che metta in chiaro la responsabilità di tutti” sul tema dei migranti, ha detto solo l’altro ieri. Un messaggio rivolto soprattutto a chi dovrà prendere il posto di Juncker: la nuova presidente della Commissione Ursula von der Leyen. La fedelissima che di certo non potrà ignorare la linea dettata da chi le ha permesso di sedere a capo dell’esecutivo di Bruxelles.
“Un nuovo inizio credo sia buono per tutti”, ha sottolineato Merkel riferendosi proprio al nuovo corso che comincerò la sua ex ministra della Difesa. Quindi i punti su cui, secondo la cancelliera, serve intervenire: “Prima di tutto dobbiamo combattere i trafficanti di uomini in modo da ridurre il più possibile la migrazione illegale”. “Per farlo dobbiamo portare avanti le trattative con i Paesi africani, avere un processo di pace in Libia, fare in modo che in Siria si proceda per via politica e che l’accordo Turchia-Europa sia messo in atto”, ha continuato Merkel. Che ha un altro chiodo fisso, ribadito nuovamente anche il 15 agosto: il ripristino del salvataggio in mare coordinato dagli Stati europei. “Sicuramente sarebbe bello, oggi avremmo di nuovo una missione Sophia e navi statali che salvano persone”, ha sottolineato.
L’ultimo scontro tra Salvini e Germania e Francia al vertice di Helsinki
A far morire la missione Sophia era stato proprio il governo gialloverde, chiedendo una revisione degli accordi. In particolare del punto che prevedeva le coste italiane come unico porto di sbarco per i naufraghi salvati dalle navi europee nel Mediterraneo. La missione Ue coordinata da Roma però aveva anche lo scopo di disincentivare i viaggi e arrestare i trafficanti di esseri umani: senza le navi militari europee, il tratto di mare tra Sicilia e Libia resta pattugliato solamente dalla sedicente guardia costiera libica e dalle ong. Anche di questo si è discusso nell’ultimo vertice europeo sul tema, tenutosi a metà luglio a Helsinki.
“Non possiamo agire da soli. Dobbiamo continuare a insistere in Europa, come peraltro hai fatto tu, di recente a Helsinki. E’ questa la direzione giusta. E poi non oscuriamo quello che abbiamo fatto di buono”, ha scritto il premier Conte sempre nella lettera rivolta a Salvini. Aggiungendo: “Rammarichiamoci per quello che ci riproponevamo di ottenere e ancora non abbiamo ottenuto“. Per esempio nella stessa Helsinki, da cui Salvini è tornato ancora una volta a mani vuote, attaccando Parigi e Berlino per non aver messo in discussione il principio del “porto più vicino per lo sbarco”.
I giornali tedeschi raccontano però di un’offerta di cui il Viminale non ha dato conto: un nuovo meccanismo di redistribuzione proposto proprio dal ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer, in accordo con il suo omologo francese Christophe Castaner. Nel concreto della proposta targata Seehofer non si sa molto: dovrebbe sicuramente coinvolgere circa 15 Paesi europei, tramite un meccanismo ad hoc che scatterebbe di volta in volta, ma senza delle quote fisse per Paese. Una proposta tiepida quindi e ancora tutta embrionale, ma su cui Salvini, secondo i racconti dei quotidiani tedeschi, non avrebbe neanche voluto ragionare, imputandosi sulla questione del porto di sbarco. Nel successivo incontro voluto da Emmanuel Macron a Parigi, il leader della Lega non si è presentato. In quell’occasione 14 Paesi avrebbero, secondo il racconto del presidente francese, trovato un accordo di massima su un nuovo meccanismo di redistribuzione dei migranti che Macron ha definito “veloce” e “automatico“. I promotori dell’iniziativa, oltre a Francia e Germania, sono Finlandia, Lussemburgo, Portogallo, Lituania, Croazia e Irlanda. Da Parigi, il ministro degli Esteri tedesco Heiko Mass aveva fissato nel prossimo vertice di Malta a inizio settembre il momento utile in cui trovare un accordo definitivo.