RUBENS RICUPERO ( Sao Paulo, 1937 )–Rubens Ricupero è un accademico, economista, burocrate e diplomatico brasiliano. Ha servito come quinto segretario generale della Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo dal settembre 1995 al settembre 2004.
REPUBBLICA DEL 27 AGOSTO 2019–INTERVISTA
https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2019/08/27/news/rubens_ricupero_-234488538/
Intervista Amazzonia
Rubens Ricupero: “Solo una ritorsione commerciale fermerà Bolsonaro in Amazzonia”
Il padre della valuta brasiliana, il real, ed ex ministro delle Finanze e dell’Ambiente nonché ambasciatore brasiliano in Italia
“Per noi diplomatici è un momento molto triste. Il nostro Paese è caduto nelle mani di gente primitiva”. Rubens Ricupero, padre della valuta brasiliana, il real, ministro delle Finanze e dell’Ambiente negli anni Novanta e ambasciatore brasiliano in Italia, a 82 anni fa un ritratto lucido e spiazzante del Brasile di oggi, quello di Jair Bolsonaro. E dice la sua su quello che l’Europa potrebbe fare per arginarlo.
Il presidente brasiliano temporeggia sui 20 milioni di euro del G7. Visto che spegnere gli incendi è ora anche una questione di politica internazionale, cosa fare?
“Il rifiuto di questi soldi da parte del nostro governo è una tipica reazione sovranista. L’Europa adesso ha una grande opportunità di cambiare le cose. A breve si riunirà l’Ocse a Parigi (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ndr). Il Brasile aspetta da tempo di farne parte. Questa può e deve essere l’occasione per l’Europa di essere molto chiara. O il Brasile cambia le sue politiche ambientali o rimane fuori. E il nostro Paese ci tiene molto a fare parte dell’Ocse. È un grande esportatore di prodotti agricoli e questa è la sua principale forza economica”.
Lo stesso discorso vale per l’accordo Ue-Mercosur?
“Questa è un’altra occasione. Macron l’ha messa in discussione e va bene. Ma deve essere tutta la Commissione europea a mostrarsi inflessibile”.
L’arma del mondo contro Bolsonaro sono quindi gli interessi commerciali?
“Sì. Bisogna approfittare degli interessi commerciali in corso perché il Brasile si pieghi. Funzionerebbe meglio di una minaccia. Le sanzioni non servono a niente, provocano una reazione difensiva. L’Europa deve pretendere di capire quali saranno le risorse che il Brasile metterà in campo per il controllo dell’Amazzonia, e quali saranno le persone che se ne occuperanno. Risultati concreti non promesse”.
Di chi è l’Amazzonia?
“Non si discute. È del Brasile. Ma il mondo si aspetta che la difenda. Lui è il primo della storia che se ne frega”.
Lei ha parlato di persone che si occupino della foresta. Chi?
“Ci vuole un altro ministro dell’Ambiente. Salles per me è un antiministro. È stato scelto da Bolsonaro solo perché è molto vicino ai latifondisti, ed è stato messo lì per distruggere tutto quello che noi abbiamo creato. Tutti i suoi funzionari sono degli incapaci e non sono qualificati”.
Le reazioni internazionali di questi giorni possono servire?
“Sì. Adesso hanno paura. E infatti hanno mobilitato l’esercito. Ma mi domando, queste azioni spettacolari della comunità internazionale, dureranno o si spegneranno in pochi giorni?”.
Di chi è la responsabilità dell’agonia dell’Amazzonia? Solo di Bolsonaro?
“Gli attori della distruzione sono i privati, non il governo. Sono loro che distruggono la foresta per appropriarsi delle terre, sono dei criminali armati. È un Far West. E il governo sta a guardare. Semaforo verde alla distruzione”.
Bolsonaro ha dato la colpa alle Ong degli incendi in Amazzonia.
“Il suo governo, come tutti quelli di estrema destra, odia le organizzazioni della società civile”.
Ne ha visti tanti di governi al potere. Che governo è quello di Bolsonaro?
“La maggioranza degli elettori non ha detto sì a Bolsonaro, ha detto no al ritorno del partito dei lavoratori di Lula, che aveva provocato la più grave crisi economica della storia del Brasile. Questo è un governo di minoranza formato da un piccolo gruppo ignorante con una visione sbagliata della vita”.
Che cosa interessa a Bolsonaro?
“Ha una personalità strana. È un ossessivo. Ad esempio si è fissato di armare tutti i brasiliani per fermare la criminalità. È come Trump. Non crede nella scienza, è un negazionista. Ha una formazione intellettuale molto limitata. È rustico e brutale. Abbiamo visto cosa ha detto a Brigitte Macron. Noi brasiliani siamo sempre stati dei campioni di diplomazia. Ho scritto un libro su questo. Pensi che quando il ministro degli Esteri francesi è venuto in Brasile, Bolsonaro ha cancellato l’incontro per andare dal barbiere. Non lo ha incontrato, ha detto, perché il ministro avrebbe parlato con le Ong. Mi scuso. Come ha detto Paulo Coelho ieri, mi scuso col popolo francese”.
Amiamo profondamente il Brasile, almeno l’immagine che ne abbiamo, e siamo in pena pensando a tutta la ricchezza che viene distrutta dal fuoco.