Mario Benedetti (Nimis, 9 novembre 1955 – Milano, 27 marzo 2020) è stato un poeta e insegnante italiano.
NIMIS
SOTTO TARCENTO
NIMIS, SOPRA UDINE, QUASI AL CONFINE CON LA SLOVENIA
Nimis (Nimis in friulano, Neme in sloveno) è un comune italiano di 2 692 abitanti in Friuli-Venezia Giulia ( DATI, MARZO 2019 ).
A Nimis, accanto alla lingua italiana, la popolazione utilizza il friulano centro-orientale, una variante della lingua friulana. Sebbene risulti in forte regressione, in alcune frazioni montane (Cergneu Superiore/Černjeja, Monteprato/Karnica, Chialminis/Vizont) la popolazione fa ancora uso del locale dialetto sloveno beneciano. In generale le frazioni della parte montana del comune sono – quantomeno per origine – riconducibili all’area linguistica del sistema dialettale sloveno, mentre quelle in pianura o più prossime ad essa, a quella friulana.
A Nimis e nei dintorni è ambientato il romanzo “Il Conte pecoraio” di Ippolito Nievo, scritto nel 1855.
Durante la seconda guerra mondiale il territorio del Comune fu coinvolto dalle attività della resistenza friulana con la partecipazione delle Brigate Garibaldi e delle Brigate Osoppo, con conseguente incendio del paese da parte delle SS per evitare qualsiasi tipo di insurrezione partigiana. Nonostante ciò, grazie al costante impegno dimostrato dai nimensi il paese venne ricostruito in brevissimo tempo.
Il 24 agosto 1944, nella frazione di Torlano, si svolse un eccidio nazista, compiuto da membri delle Waffen SS tedeschi . Vennero rastrellati e trucidati 33 civili, inclusi donne e bambini. Il relativo fascicolo di indagine fu oggetto di insabbiamento; fu rinvenuto soltanto nel 1994 all’interno del cosiddetto armadio della vergogna.
Nel 1976 il comune fu devastato dal terremoto del Friuli, che provocò enormi crolli e danni.
Nimis è la patria di un vino pregiato, il RAMANDOLO, dal nome di un paese vicino
NIMIS NEL FRIULI VENEZIA GIULIA
La pieve arcipretale dei Santi Gervasio e Protasio
Un primo edificio di culto fu costruito nel VI secolo, al tempo dei Longobardi. Questo edificio, più volte ampliato e restauro fino al XII secolo, venne distrutto dal terremoto del 1348. L’attuale pieve fu edificata, infatti, nel XIV secolo. La chiesa venne, in seguito, ristrutturata varie volte: nel 1714, nel 1898, nel 1934, nel 1964 e, infine, nel 2000
Mario Benedetti, “Tutte le poesie”
Foto di copertina di Dino Ignani
GARZANTI, SETTEMBRE 2017
A cura di Stefano Dal Bianco, Antonio Riccardi e Gian Mario Villalta
Mario Benedetti è uno dei poeti più intensi e originali della nostra letteratura. Sin dalle prime prove, tra la fine degli anni Settanta e i primi Ottanta, la sua scrittura in versi è cresciuta seguendo una tenace fedeltà alle cose, soprattutto le più comuni e dimesse: quelle che entrano a far parte dell’esperienza di un individuo nel tempo che gli è dato in sorte, accumulata giorno dopo giorno, anno dopo anno. E proprio nella parola esperienza si trova la chiave del percorso del poeta, che pone due problemi essenziali: come si possa rappresentare nella scrittura in modo autentico il vissuto di un individuo, senza trasfigurarlo in pose eroiche, istrioniche, profetiche, o attribuire loro una vaticinante investitura civile; e come la poesia possa farsi spazio etico di conoscenza e di insegnamento attraverso la rappresentazione dell’esistenza stessa.
Questo volume raccoglie per la prima volta l’intera opera poetica di Mario Benedetti, da Umana gloria (2004) a Pitture nere su carta (2008), Tersa morte (2013) e Questo inizio di noi, inedito in volume (2015).
pubblicata da
Michela Calledda sul suo TWITTER
Poesie 1948 -2000
Mario Benedetti
TRE POESIE DI MARIO BENEDETTI
DAL BLOG ” VIVO DI POESIA.WORDPRESS.COM — link al fondo delle poesie
Compagna
tu
sai
che puoi contar su di me
non fino a due
né fino a dieci
ma contare su di me.
Se a volte
sentirai
che ti guardo negli occhi,
e una vena
d’amore riconosci nei miei,
non impugnare fucili
non pensar che deliro.
Malgrado la vena
o magari perche’ esiste,
puoi contare su di me.
Se altre volte
mi trovi
oscuro senza motivo,
non pensare che sono giù
puoi contare lo stesso su di me.
Ma facciamo un patto:
Io vorrei contare su di te.
È così bello
Sapere che tu esisti,
Uno si sente vivo.
E quando dico questo
voglio dire contare
anche fino a due
anche sino a cinque.
Non perche’ tu corra
premurosa in mio aiuto,
ma per sapere
con certezza
che sai che puoi
contare su di me.
Solo un minuto
Ci rassegniamo al momento unico e felice.
Preferiamo perderlo, lasciarlo trascorrere senza afferrarlo.
Preferiamo perdere tutto,
piuttosto che ammettere che si tratta
della nostra unica possibilità
e che quella possibilità
dura solo un minuto e non una lunga,
impeccabile, esistenza.
Ci sono abbracci
Ci sono abbracci che ti riscattano da un naufragio,
ricompongono le tue parti rotte,
rompono tutte le paure
e creano un opera d’arte con i pezzi del tuo cuore