EDIZIONE NOTTETEMPO
7 / 19 / 2016
https://www.edizioninottetempo.it/it/prodotto/il-diritto-umano-di-dominare
Il diritto umano di dominare
Neve Gordon, Nicola Perugini
Neve Gordon, insegna Scienze Politiche all’Università Ben Gurion del Negev, in Israele, ed è l’autore del saggio L’occupazione israeliana (edito in Italia da Diabasis nel 2016). È stato membro dell’Institute for Advanced Study di Princeton e collabora con London Review of Books, The Washington Post, Al Jazeera English, LA Times, The Guardian.
Nicola Perugini, antropologo, insegna Relazioni Internazionali all’Università di Edimburgo. È stato membro dell’Institute for Advanced Study di Princeton e i suoi articoli sono apparsi su Internazionale, Al Jazeera English, London Review of Books, Counterpunch.
descrizione
Che cosa sono, oggi, i diritti umani? Uno strumento di giustizia, garanzia del diritto e moderazione della violenza elaborato dalle democrazie liberali per tutelare i soggetti piú vulnerabili? In realtà, se guardiamo alla fisionomia di chi se ne occupa, accanto a istituzioni internazionali, corti di giustizia e ONG, troviamo anche agenzie di sicurezza nazionale, organismi militari e organizzazioni portatrici di interessi specifici e omogenei alle strutture di potere. Attraverso l’analisi di casi concreti che vanno dalla tutela dei diritti dei coloni israeliani alla guerra legalizzata con i droni, dagli omicidi mirati agli scudi umani, gli autori mostrano come le categorie di abuso, colpevole e vittima si scambino continuamente di posto, a seconda degli obiettivi di chi si appropria del discorso dei diritti umani: che possono essere anche una preziosa risorsa di legittimazione per rafforzare la dominazione, sancire gli squilibri consolidati e giustificare guerre e occupazioni – non uno strumento universale e neutrale di emancipazione. In questo saggio, emergono senza appello tutte le contraddizioni dell’ordine “morale” globale, insieme all’invito a ripensare l’odierno impoverimento dei diritti umani, rivitalizzandone la funzione antiegemonica, la reale rappresentatività e la forza di resistenza.
RECENSIONE ::
IL MANIFESTO — 8 OTTOBRE 2016
https://ilmanifesto.it/il-diritto-di-dominare/
INTERNAZIONALE
Il diritto di dominare
Territori Palestinesi Occupati. Il ministro israeliano Bennett invoca l’annessione della Cisgiordania e il riconoscimento della “legalità” dei coloni. Il docente universitario Nicola Perugini: «siamo di fronte a una inversione del rapporto tra colonizzatori e colonizzati, si cerca di piegare il concetto di diritti umani alle esigenze della dominazione».

Michele Giorgio GERUSALEMME
EDIZIONE DEL 08.10.2016
PUBBLICATO7.10.2016, 23:59
AGGIORNATO8.10.2016, 10:52
Per Naftali Bennett, ministro israeliano e nazionalista religioso, non contano le critiche dell’Amministrazione Obama e della ministra degli esteri dell’Ue Federica Mogherini all’annuncio fatto dal governo Netanyahu della prossima costruzione di un nuovo insediamento ebraico in Cisgiordania, destinato ad accogliere i coloni dell’avamposto di Amona (illegale anche per la legge israeliana e non solo per quella internazionale) che dovrà essere evacuato entro la fine dell’anno su ordine della Corte Suprema.
Per Bennett, uno dei leader dei coloni, gli israeliani «devono fare ogni sforzo, devono dare la vita, per realizzare il sogno di fare della Giudea e Samaria (la Cisgiordania, ndr) una parte dello Stato di Israele». Parole che hanno riscaldato il cuore dei coloni di Amona impegnati in una campagna di denuncia degli “abusi” dello Stato e della comunità internazionale. Negli ultimi anni i coloni, complice il clima anti arabo e islamofobico che si diffonde in Occidente, si sono impegnati in iniziative volte a capovolgere la loro immagine, da occupanti ed oppressori a quella di “vittime”, raccogliendo non pochi consensi all’estero oltre che in patria.
«I coloni israeliani hanno creato proprie organizzazioni dei diritti umani e affermano che il cosiddetto ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza nel 2005 ha rappresentato una violazione aperta dei diritti di coloro (i coloni) che vivevano in quella parte di territorio palestinese sotto occupazione militare», ci spiega il giovane docente universitario Nicola Perugini autore assieme all’israeliano Neve Gordon de “Il diritto umano di dominare”, saggio appena pubblicato in Italia (edizioni Nottetempo).
«Intervistando i responsabili di queste organizzazioni – aggiunge Perugini – ci si rende conto come il linguaggio dei diritti umani venga articolato per legittimare forme di dominazione».
Perugini porta l’esempio delle petizioni che da qualche tempo a questa parte presentano i coloni israeliani. «Sono simili a quelle dei palestinesi contro le politiche israeliane di occupazione, di demolizione di case e di violazione dei diritti umani. I coloni argomentano che le demolizioni (molto rare, ndr) dei loro avamposti in Cisgiordania non siano altro che violazioni di diritti umani». Quindi, prosegue Perugini «siamo di fronte ad una inversione del rapporto tra colonizzatori e colonizzati, una inversione totale del quadro storico in cui si è sviluppata la colonizzazione della Palestina».
Al linguaggio che ora usano i coloni per legittimare la loro presenza nei Territori palestinesi occupati, si aggiunge l’approccio che il ministero degli esteri israeliano e gli uffici legali delle forze armate utilizzano dalla prima guerra a Gaza (“Piombo fuso”, alla fine del 2008) per giustificare operazioni militari devastanti.
«I rappresentanti dell’esercito israeliano» dice Perugini «hanno sviluppato una interpretazione delle leggi e delle convenzioni internazionali. Sostengono che l’uso letale della forza (contro Gaza) sia in linea con il diritto umanitario che, come sappiamo, ha lo scopo di tutelare le popolazioni civili».
Un caso eclatante, ricorda il docente, è quello degli «scudi umani». Le forze armate israeliane diffondono l’idea che i palestinesi di Gaza accettino o siano costretti ad accettare il ruolo di «scudi umani» di Hamas, finendo così per diventare obiettivi da colpire anche nel quadro stabilito dal diritto umanitario.
Secondo Perugini da questa situazione e da situazioni analoghe in giro per il mondo, si potrà uscire solo «prendendo atto dello scivolamento del tema dei diritti umani nella complicità di fatto tra forze considerate progressiste e forze reazionarie in queste forme di sovrapposizione che favoriscono l’oppressione e il dominio coloniale».
L’impegno del ministro Bennett è quello di legittimare sulla scena mondiale una realtà fatta di occupazione e di requisizione di terre palestinesi. Fino al punto di ottenere il riconoscimento del diritto di Israele di negare i diritti dei palestinesi e quello dei coloni di dominare la Cisgiordania.
Il caso di Israele è emblematico per il rovesciamento del diritto, che è sempre o quasi sempre quello del più forte, purtroppo.