FILM COMPLETO IN ITALIANO: ” LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI ” DI NANNI LOY, 1962–1.54.35 ++al fondo un riassunto storico di Valerio Papadia da Fanpage

 

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Le quattro giornate di Napoli è un film drammatico del 1962 diretto da Nanni Loy.

Il film, ispirato al libro di Aldo De Jaco La città insorge: le quattro giornate di Napoli del 1956, fu prodotto da Goffredo Lombardo e fu candidato all’Oscar nel 1962 come miglior film straniero e per la sceneggiatura.

Il film è dedicato all’undicenne Medaglia d’oro al valor militare Gennaro Capuozzo; all’uscita provocò polemiche in Italia e Germania che coinvolsero tra l’altro anche l’allora ambasciatore tedesco in Italia Manfred Klalber.

 

 

 

 

 

 

Soggetto  Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Nanni Loy e Vasco Pratolini

Sceneggiatura Carlo Bernari, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa e Nanni Loy

Fotografia Marcello Gatti

Musiche  Carlo Rustichelli

 

Interpreti e personaggi

  • Raffaele Barbato: Ajello
  • Charles Belmont: marinaio
  • Silvana Buzzanca: Immacolata
  • Luigi De Filippo: Cicillo
  • Domenico Formato: Gennarino Capuozzo
  • Enzo Cannavale: un partigiano
  • Regina Bianchi: Concetta Capuozzo
  • Aldo Giuffré: Pitrella
  • Curt Lowens: ufficiale tedesco allo stadio
  • Pupella Maggio: madre di Arturo
  • Rosalia Maggio: donna angosciata
  • Lea Massari: Maria
  • Jean Sorel: marinaio Livornese
  • Franco Sportelli: professor Rosati
  • Enzo Turco: Valente
  • Gian Maria Volonté: capitano Stimolo
  • Georges Wilson: direttore del riformatorio
  • Frank Wolff: Salvatore
  • Raf Vallone:
  • Eduardo Passarelli:
  • Carlo Taranto: giocatore di carte

 

https://www.youtube.com/watch?v=rUt4zxWuxXU

 

 

Nanni Loy: "Le quattro giornate di Napoli" (1962) - Magazzini Inesistenti

 

Trama

 

Domenico Formato nel ruolo di Gennaro Capuozzo

«Jatevenne ricchiun’!»

(Urlo di un partigiano napoletano, rivolto ai tedeschi, al termine delle quattro giornate)

Nel film Nanny Loy descrive la rivolta popolare scoppiata a Napoli spontaneamente a seguito della fucilazione di alcuni marinai italiani il 28 settembre del 1943 e che in quattro giorni sconfisse e mise in fuga le truppe tedesche dalla città prima dell’arrivo degli Alleati. Il film è corale e vi si mescolano singoli episodi e personaggi popolari protagonisti della rivolta. Dai ragazzi fuggiti dal riformatorio per unirsi all’insurrezione al piccolo Gennarino Capuozzo che muore con una bomba in mano pronto a lanciarla sui carri armati nazisti a tanti altri personaggi, tra i quali va ricordato Adolfo Pansini.

 

 

 

Le 4 giornate di Napoli | L'Arengario Studio Bibliografico

 

Riconoscimenti

  • 1963 – Golden Globe
    • Candidatura a Miglior film straniero (Italia)
  • 1963 – Nastro d’argento
    • Regista del miglior film a Nanni Loy
    • Migliore sceneggiatura a Carlo Bernari, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Nanni Loy
    • Migliore attrice non protagonista a Regina Bianchi
    • Candidatura a Migliore attore non protagonista a Gian Maria Volonté
    • Candidatura a Migliore attrice non protagonista a Lea Massari
    • Candidatura a Migliore colonna sonora a Carlo Rustichelli
  • 1963 – Globo d’oro
    • Candidatura a Miglior film a Nanni Loy
  • 1963 – Grolla d’oro
    • Miglior produttore a Goffredo Lombardo
  • 1963 – Laceno d’oro
    • Migliore regia a Nanni Loy
  • 1963 – Premio Oscar[2].
    • Candidatura a Miglior film straniero (Italia)
  • 1964 – Premio Oscar
    • Candidatura a Migliore sceneggiatura originale a Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Nanni Loy, Vasco Pratolini e Carlo Bernari
  • 1964 – British Academy Film Award
    • Candidatura a Miglior film straniero (Italia)

 

 

 

Le quattro giornate di Napoli (Nanni Loy,1962) – LettereDiTransito

 

 

da : FANPAGE

https://www.fanpage.it/napoli/le-quattro-giornate-di-napoli-quando-la-citta-caccio-via-i-nazisti/

Le Quattro Giornate di Napoli: quando la città cacciò via i nazisti

Prima città in tutta l’Europa occupata a liberarsi dalle truppe naziste, Napoli ogni anno celebra le sue Quattro Giornate di resistenza e liberazione dall’occupazione tedesca: dal 27 al 30 settembre del 1943, i napoletani insorsero e, grazie al loro coraggio, cacciarono via i soldati del Reich. Un’occasione per la città per celebrare il sacrificio del suo popolo.

di Valerio Papadia

 

Quando i napoletani decidono di insorgere contro gli occupanti nazisti, il popolo è stremato da anni di guerra, da privazioni, dalla fame e dalla carestia: tra il 1940 e il 1943, inoltre, Napoli è oggetto di pesanti bombardamenti da parte degli Alleati. La scintilla che accende la rivolta, appunto, il 27 settembre del ’43: nel corso di una retata tedesca vengono catturati migliaia di napoletani; centinaia di uomini, così, si armano e danno vita all’insurrezione. Uno dei primi scontri tra i napoletani e i tedeschi avvenne al Vomero, quartiere collinare della città, dove gli insorti arrestarono una vettura nazista, uccidendo il maresciallo alla guida. Sempre al Vomero, i napoletani assaltarono l’armeria di Castel Sant’Elmo e, al termine della prima giornata di scontri, anche gli arsenali delle caserme di via Foria e via Carbonara.

Fondamentale alla causa il contributo di Enzo Stimolo, tenente del Regio Esercito Italiano, considerato forse la vera e propria guida dell’insurrezione. Nei giorni successivi il popolo in rivolta – il numero dei cittadini armati cresceva sempre più – impedirono l’esecuzione di alcuni prigionieri sia al Bosco di Capodimonte che allo Stadio del Littorio (l’attuale Stadio Collana), mentre gli scontri proseguivano in tutta la città – causando ingenti vittime da una parte e dall’altra – che, nonostante l’insurrezione, i tedeschi continuavano a bombardare a colpi di cannone.

Il 29 settembre, forse, quella che può essere definita la svolta: il tenente Stimolo si recò presso il quartier generale tedesco in corso Vittorio Emanuele per trattare con il colonnello Walter Scholl. In cambio della liberazione dei cittadini prigionieri nello Stadio Collana, Stimolo concedeva a Scholl e alle truppe naziste di lasciare Napoli senza pericolo di ritorsioni, imboscate o rappresaglie. Il 30 settembre, nonostante avessero iniziato lo sgombero della città, i tedeschi continuarono a bombardare Napoli, colpendo soprattutto Materdei e Port’Alba, mentre nelle altre zone della città continuavano i combattimenti. In ritirata, i tedeschi non si fermarono con uccisioni, stragi e incendi. Quando, nella mattinata del primo ottobre, i primi carri Alleati provenienti da Nocera Inferiore entrarono in città, trovarono i cittadini stremati, le case rase al suolo, ma nemmeno l’ombra delle truppe della Wehrmacht: Napoli divenne così la prima città Europea a liberarsi dall’occupazione nazista. 

 

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