IL FATTO QUOTIDIANO DEL 30 LUGLIO 2021
Licata, arrestato il consigliere comunale eletto con la Lega che ha sparato quattro colpi di pistola al suo socio
Nei confronti di Gaetano Aronica il gip di Agrigento, Stefano Zammuto, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari con il braccialetto elettronico, mentre Carabinieri e polizia indagano per tentato omicidio, porto e detenzione di arma clandestina e ricettazione
di F. Q. | 30 LUGLIO 2021
Scattano le manette per Gaetano Aronica, il consigliere comunale di 48 anni eletto da ‘civico’ a Licata con la lista ‘Lega noi con Salvini’ che mercoledì ha sparato quattro colpi di pistola contro il suo ex socio di 71 anni per un contenzioso nelle gestione di un’attività di onoranze funebri. Nei suoi confronti il gip di Agrigento, Stefano Zammuto, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari con il braccialetto elettronico, mentre Carabinieri e polizia indagano per tentato omicidio, porto e detenzione di arma clandestina e ricettazione.
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Fortunatamente l’agguato si è risolto solo con il ferimento del 71enne che ha riportato una ferita al braccio sinistro causata da uno dei proiettili. Negli ultimi tempi i rapporti tra i due erano peggiorati a causa della situazione societaria. Circa una settimana fa proprio in direzione della sede dell’onoranza funebre erano stati esplosi diversi colpi di arma da fuoco.
L’uomo ferito è stato subito soccorso e trasferito all’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata, con una prognosi di venti giorni. Mentre Aronica, accompagnato dal suo legale, si era costituito la stessa sera, facendo ritrovare ai Carabinieri durante la perquisizione l’arma con cui aveva esploso i colpi.
Il 48enne era stato eletto nel 2018 con 373 preferenze nella lista Lega Noi con Salvini (ma non risulta iscritto) per poi diventare a marzo 2019 capo del gruppo consiliare di ‘Liberi e Indipendenti per Licata’, in opposizione del sindaco Giuseppe Galanti. A comporre il gruppo, c’era anche il consigliere Giuseppe Scozzari, eletto nella maggioranza con 343 nella lista ‘Impegno Primario’, poi dimessosi in seguito all’arresto, a giugno 2019, nell’operazione “Assedio” della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, e condannato in abbreviato a 5 anni per scambio politico-mafioso.
Un nuovo linguaggio politico: forse si rifanno al glorioso Far West.