TORINO.REPUBBLICA DEL 15 AGOSTO 2021
CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI BORGO SAN DALMAZZO:
18 settembre 1943-15 febbraio 1944
Ecco Memo4345: Borgo San Dalmazzo apre un museo multimediale sulla Deportazione
di ANNA CAVALLERA
Allestito in un’ex chiesa, vicino ai binari dove partirono i treni per Auschwitz. Il sindaco: “Un monito per le nuove generazioni”
” Miei cari, mi trovo attualmente con ancora 380 persone in questo campo. La vita è sopportabile, ma non certa. Non so cosa ci accadrà: resteremo qui? Al momento non si sa niente. Per tutto il tempo non smetto di pensare al nostro destino, a quelli che erano con noi e son partiti per la Svizzera con i loro bambini… ” , scriveva il 10 novembre del 1943 Aron Buchalter alla moglie ed ai figli rimasti a Saint Martin Vésubie, in Francia, mentre si trovava prigioniero nel campo di deportazione di Borgo San Dalmazzo, appena al di qua delle Alpi francesi, uno dei quattro campi presenti in Italia, insieme a Fossoli, Trieste e Bolzano.
Quattro campi in tutta Italia
Buchalter è stato tra i 357 ebrei ( dei quali 23 italiani) deportati ad Auschwitz dal campo cuneese istituito il 18 settembre 1943 per iniziativa delle autorità di occupazione tedesche al seguito di un bando firmato dal capitano Mûller, dove si intimava l’internamento di tutti gli stranieri presenti nel territorio. Si trattava di circa 800 profughi ebrei provenienti dalla Polonia, Germania, Ungheria, Slovacchia, Romania, Russia, Grecia, Croazia, Francia e Belgio che, tra l’8 e il 12 settembre 1943, dopo la firma dell’armistizio tra l’Italia e gli anglo-americani, avevano marciato da Saint Martin Vésubie, per raggiugere, attraverso il Colle di Finestra e il Colle Ciriegia, in valle Gesso, i borghi di Entracque e Valdieri, nella speranza di sfuggire alle persecuzioni. Alla loro memoria è dedicato il nuovo museo multimediale MEMO4345, ” un progetto dell’Amministrazione Comunale del Comune di Borgo San Dalmazzo, un lavoro di anni a cui teniamo molto – spiega l’assessore alla Cultura Roberta Robbione -. Vuole essere uno spazio per conoscere la Storia, ma anche per riflettere sul tema della responsabilità individuale”.
Memo4345, il museo della Deportazione in anteprima
FOTO TRIPADVISOR
ARCHIVIO STUDIO QUADRA
ARCHILOVERS- STUDIO KUADRA
CLAMFER.IT
ELIO VARUTTI
BORGO SAN DALMAZZO – CUNEO
BORGO SAN DALMAZZO
SOPRA :
Ecco alcune immagini del Museo Memo4345 allestito nell’ex chiesa di Sant’Anna, a Borgo San Dalmazzo, a pochi chilometri da Cuneo, accanto al Memoriale della deportazione, realizzato accanto alla stazione ferroviaria dalla quale partirono i treni per i campi di sterminio nazisti
ADRIANA MUNCINELLI
Inaugurazione a settembre
Gli ambienti espositivi saranno inaugurati domenica 5 settembre, all’interno della ex Chiesa secentesca di Sant’Anna, vicino al Memoriale della Deportazione realizzato accanto alla stazione ferroviaria dalla quale partirono i convogli diretti ai campi di sterminio nazisti. “É il naturale traguardo di un percorso che il nostro Istituto ha promosso e sostenuto in tutti questi anni in collaborazione col Comune di Borgo San Dalmazzo, a partire dalla ricerca sulle vicende degli Ebrei imprigionati nel Campo di concentramento, passando attraverso l’indagine meticolosa di Adriana Muncinelli – vero episcopos ed anima di MEMO4345, già ideatrice del progetto di ricerca sfociato nel saggio omonimo ” Oltre il nome” ( ndr)- ed Elena Falco sulle storie delle loro famiglie, fino alla realizzazione del Memoriale ”
commenta il direttore dell’Istituto Storico della Resistenza di Cuneo, Gigi Garelli.
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Istituto storico della Resistenza “Dante Livio Bianco” Cuneo
Con questo progetto – ” al quale lavoriamo da anni e al quale abbiamo destinato anche fondi del Comune insieme con quelli ottenuti con un bando europeo ” sottolinea
il sindaco Gian Paolo Beretta – Borgo, insignita nel 2000 della medaglia d’oro al merito civile per l’aiuto offerto agli ebrei perseguitati, rinnova e rafforza il proprio impegno nella tutela e nella promozione dei diritti umani, già espressa aderendo ai ” Paesaggi della Memoria”, associazione nazionale che riunisce musei e luoghi di memoria dell’antifascismo, della deportazione, della Resistenza e della Liberazione.
Ideale laboratorio dinamico
“Un ideale laboratorio dinamico che, attraverso l’olocausto degli ebrei, vuole trasmettere messaggi indelebili alla nostra memoria collettiva affinché le efferatezze e i genocidi, ancora presenti in diverse parti del mondo, siano da monito alle nuove generazioni per conoscere come la pace e la convivenza tra i popoli si può e si deve diffondere con l’impegno, la solidarietà, il rispetto e l’amicizia di tutti ” aggiunge il sindaco.
Un percorso museale che arricchirà la proposta culturale di Borgo San Dalmazzo, come sottolinea Mauro Bernardi, presidente dall’Atl cuneese che avrà in gestione lo spazio espositivo.
Molto bella questa iniziativa, che mette in luce la realtà storica di uno dei tanti campi di concentramento che furono aperti in Italia. Dapprima destinati a oppositori politici e ai prigionieri di guerra, in seguito anche agli ebrei dopo le leggi razziali, assunsero definitivamente il loro tragico aspetto con le deportazioni in Germania. Si tratta di una pagina ancora in parte da scoprire nella storia italiana della seconda guerra mondiale. Questi campi non avevano forni crematori, tranne la Risiera di San Sabba, ma furono comunque una tappa verso l’Olocausto.
So che a Vallecrosia, durante la seconda guerra mondiale, venne impiantato un campo di concentramento, in cui, tra gli altri, vennero rinchiusi i famigliari di Mario Rossi, come oppositori politici. Chi ne sa qualcosa di più?