FILM COMPLETO IN ITALIANO : ” GOOD. L’INDIFFERENZA DEL BENE— DIRETTO DA VICENTE AMORIN, CON VIGGO MORTENSEN –1h 32 minuti

 

Good – L’indifferenza del bene è un film del 2008 diretto da Vicente Amorim ed interpretato da Viggo Mortensen. Il film è basato sull’omonima piéce teatrale di C.P. Taylor.

 

 

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Viggo Peter Mortensen Jr. (New York, 20 ottobre 1958) è un attore, poeta, fotografo e musicista statunitense.

https://it.wikipedia.org/wiki/Viggo_Mortensen

 

 

Interpreti e personaggi

  • Viggo Mortensen: John Halder
  • Jason Isaacs: Maurice
  • Jodie Whittaker: Anne
  • Steven Mackintosh: Freddie
  • Mark Strong: Bouhler
  • Gemma Jones: Madre
  • Anastasia Hille: Helen

Il film è stato interamente girato a Budapest, in Ungheria.

 

Il film è stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival l’8 settembre 2008 e successivamente presentato in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2008

 

 

 

 

TRAMA — DA MY MOVIES

https://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=57360

 

 

John Halder è un professore di letteratura nella Germania del ’33. Sposato a una moglie nevrotica, padre di due bambini e figlio di una madre affetta da demenza senile, Halder scrive e pubblica un libro sull’eutanasia, che accende l’interesse delle alte sfere politiche del partito nazista. Deciso a fare del suo romanzo uno strumento di propaganda che giustifichi l’eliminazione fisica dei degenti fisicamente e psicologicamente invalidi, il partito chiede al professore di scrivere un saggio compassionevole sull’argomento. La stesura del testo critico e la relazione con una giovane allieva ambiziosa lo condurranno lentamente ma inesorabilmente a tradire la bellezza e il “buono” della sua vita. Colluso con un regime in procinto di occupare l’Europa e produrre l’indicibile orrore, Halder navigherà verso le derive del nazismo, condannando il suo amico Maurice, psichiatra ebreo, alla deportazione. L’interesse di Good risiede nel confrontarsi con la Germania nazionalsocialista intraprendendo una strada inedita. Uno sguardo diverso da quello adottato dalle produzioni americane, che puntano molto spesso obiettivi più emozionanti e pedagogici. Vincente Amorim, austriaco di nascita e brasiliano di adozione, non è interessato a spiegare la Storia né tantomeno a riassumerla in termini didascaliciGood, ispirato dalla pièce teatrale di C.P. Taylor, porta con sé un’esposizione dei fatti che non offre quindi interpretazioni. Amorim si interroga su cosa sia stato per la Germania vivere l’avvento del totalitarismo nazista e del suo evolversi, provando a smontare la convinzione diffusa che i tedeschi “comuni” non potevano sapere e nemmeno immaginare l’orrore e la follia che all’epoca era dappertutto.

Al centro del suo film c’è per questa ragione un individuo perfettamente inserito nella società, che affoga nella banalità del male. Un cittadino tedesco, un “buon” tedesco abituato a fare cose buone e giuste: accudire una madre sempre troppo malata, amare una moglie con disturbi emotivi, cucinare i pranzi e le cene ai suoi bambini, formare i suoi studenti attraverso la creazione proustiana, bere birre e mangiare cheese cake col suo migliore amico (ebreo), ascoltare i Lieder di Mahler. Un tedesco che leggeva, ascoltava e frequentava gli ebrei e la loro cultura almeno fino a quando il grande dittatore non impose di bruciare i loro libri, obliare la loro musica, internare la loro vita. È a quel punto che il professor Halder si scopre debole, schiacciato da forze e lusinghe che lo sovrastano e in cui la distinzione tra bene e male tende a perdere ogni nettezza. Good è la storia di un uomo normale raccontato dall’interno, cercando di comprendere e rappresentare il suo punto di vista e la trasformazione radicale che lo condurrà alla scalata della gerarchia hitleriana e alla conseguente perdita della sua centralità etica. Viggo Mortensen, interpretando il good man di Amorim e dopo aver interpretato i criminali di Cronenberg, continua a sperimentare il disorientamento di un corpo e di un’anima che si scopre “doppio” e si fa “nuova carne”, indossando la divisa nazista e rivelandosi allo specchio per quello che è: un assassino che ha tradito la promessa. La promessa di salvare la madre, la moglie, l’amico e la Heimat. John Halder esprime la dimensione intellettualizzata del male che non può trovare davvero più pace e umana comprensione nella “lirica” immaginata di Mahler.

 

 

DA : MY MOVIES

https://www.mymovies.it/cinemanews/2008/3727/?pagina=2

 

RECENSIONE DI GABRIELE NIOLA

 

GOOD, ANCORA VIGGO MORTENSEN PROTAGONISTA A ROMA

Questa volta il celebre attore interpreta un letterato tedesco durante il nazismo.

di Gabriele Niola

È ancora Mortensen a Roma nella giornata di Good

Viggo Mortensen (62 anni) 20 ottobre 1958, New York City (New York – USA) – Bilancia. Interpreta John Halder nel film di Vicente Amorim Good.

È ancora Mortensen a Roma nella giornata di Good

Arriva con una giacca leggera e sotto una maglia da calcio ungherese. Viggo Mortensen, lo precisa senza timore, è un grande appassionato di calcio e dovunque va porta con sé la bandiera della sua squadra del cuore, il Club Atlético San Lorenzo de Almagro (un team argentino di cui si è innamorato da piccolo).Nonostante però l’abbigliamento leggero e l’aria scanzonata l’attore americano (che capisce perfettamente l’italiano tanto da non necessitare di interprete) è stato serissimo quando è venuto il momento di parlare di Good e senza problemi ha espresso le sue visioni sulla società, la politica, la storia e l’esigenza che ha ogni uomo di lottare giorno per giorno.

Il film racconta di un uomo di cultura tedesco che durante il dominio nazista, preso com’è dalle sue faccende di tutti i giorni, non capisce che lentamente sta entrando negli ingranaggi di partito. Non condivide l’ideale nazista ma prende sottogamba il problema, cosa che esploderà in un finale emotivamente molto intenso. Proprio il tema della quotidianità umana e dell’esigenza di tenere sott’occhio i propri governi è ciò che più ha interessato Mortensen, il quale è fermamente convinto della natura intrinsecamente truffaldina di qualsiasi governo, il quale per definizione avrebbe secondo lui come primo scopo il mantenimento del proprio ruolo. Ai cittadini dunque dovrebbe spettare il compito di ricordargli di continuo i veri obiettivi.

Nei panni di un nazista

Non è la prima volta che Viggo Mortensen interpreta un nazista, lo dichiara lui stesso spiegando che già da ragazzo aveva preso parte ad una rappresentazione teatrale in cui era un ufficiale delle SS in un campo di prigionia. “Quella volta ricordo che il mio unico problema era essere quanto più verosimile possibile, ora invece la mia preoccupazione è stata di non avere un giudizio morale sul personaggio che venisse dai miei facili pregiudizi sui tedeschi dell’epoca”. Pregiudizi con cui chiunque può simpatizzare ma che secondo l’attore impediscono la piena comprensione degli eventi e di come possano essere accaduti e quindi la comprensione della nostra realtà di oggi.

“Quando ero sul set ho realizzato che stavo facendo un tedesco e che non dovevo giudicarlo ma farlo senza commenti. Il problema con i film come questo è che non sono mai raccontati con obiettività ma attraverso i pregiudizi che facilmente si possono avere. Good invece è il racconto di un uomo e di un suo amico. Non un film su Hitler e il nazismo ma sulla gente che viveva in Germania giorno per giorno”

E il film stesso dovrebbe spingere a pensare sulla nostra quotidianità e il nostro ruolo nella società oggi: “Facendo il film mi sono subito chiesto che avrei fatto al posto del protagonista ma poi ho capito che la vera domanda è che sto facendo ora? Così ti rendi conto che hai molte cose da fare ogni giorno e quelle cose ti assorbono, capisci che le nazioni e le società sono idee, non cose reali. Ci sono perché esistono i passaporti ma ogni area geografica è piena di persone che prendono decisioni ogni giorno e rendono un paese quello che è”.

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