Il foro ovale e cardo a Gerasa (Jerash)
Berthold Werner – Opera propria
Decapoli (in greco antico: Δεκάπολις, Dekápolis, “dieci città”) era la denominazione adottata per un territorio del Vicino Oriente composto da un gruppo di dieci città collocate presso la frontiera orientale dell’Impero romano, fra le attuali Giordania, Siria e Israele.
Le dieci città non erano una lega ufficiale e non costituivano un corpo politico unitario, ma erano comunemente raggruppate sotto la denominazione di Decapoli per le loro affinità linguistiche, culturali e politiche. Erano tutti centri di cultura greca e romana in un territorio principalmente semitico (Nabatei, Aramei, ed Ebrei). Eccezion fatta per Damasco, la Decapoli si estendeva nell’attuale Giordania, e in parte del moderno Israele (ad est del fiume Giordano). Ogni città godeva di particolari privilegi che garantivano una certa autonomia ed indipendenza dall’impero.
Durante l’Impero bizantino il territorio della Decapoli fu influenzato e progressivamente convertito al Cristianesimo, in alcune città più facilmente che in altre. Pella fu base di cristianizzazione per molti dei primi capi della chiesa (Eusebio di Cesarea tramanda che gli apostoli vi migrarono per fuggire alla prima guerra giudaica). Altre città invece conservarono culti pagani durante tutto il dominio bizantino, pur ospitando la maggior parte delle città una sede vescovile cristiana.
GERASA ( JERASH )
Qui sopra l’Arco di Adriano edificato nel 129 d.c. in onore dell’imperatore Adriano, un arco di trionfo in onore della visita dell’imperatore nella città. La visita di un imperatore romano in genere era di grande beneficio perché egli osservava e comandava i nuovi edifici monumentali che faceva costruire nella città per aumentarne la bellezza, gli agi e lo sviluppo economico. Il Monumento, di splendida fattura, è un po’ il simbolo di Jerash ed essendo stato eseguito in pietra locale, è interamente di colore ocra.
Jerash, ovvero Gerasa, ovvero l’antica Antiochia di Giordania (c’è un’Antiochia anche in Siria) che si trova a circa 60 km da Amman, che in linguaggio semitico si chiama Garshu, è la capitale dell’omonima regione giordana, collocata nel nord del paese.
CARTINA DELLA GIORDANIA
La città, definita “la Pompèi dell’Asia”, è situata sulle rive del fiume Wadi Jerash, che fa parte del bacino idrografico del Giordano che rende fertile il terreno agricolo circostante.
Con un’altitudine di 1640 piedi (500 m) godeva di un’eccellente visuale dei territori vicini, il che era ottimo per la difesa e per il clima che proprio grazie all’altezza diviene temperato e non torrido come in altri territori non lontani.
RICOSTRUZIONE DI GERASA
Sorse nel III millennio e come molte città sorte sul Giordano, grazie alla presenza del fiume Wadi Jerash, da cui prende il nome, già nel Neolitico il centro era abitato e d’altronde i resti che affiorano oggi dai siti archeologici appartengono ad un ventaglio storico che va dall’età del bronzo a quella romana. L’antica città di Jerash è stata abitata ininterrottamente da oltre 6.500 anni. La città visse il suo massimo splendore sotto il dominio dei Romani e oggi è una delle città di epoca romana meglio conservate al mondo.
Sepolta per secoli sotto la sabbia, prima di essere riscoperta e restaurata negli ultimi 70 anni, l’antica Gerasa costituisce una splendida testimonianza della grandezza e delle caratteristiche dell’opera di urbanizzazione condotta dai Romani nelle provincie dell’impero in Medio Oriente: strade lastricate, colonnati, templi in cima ad alture, meravigliosi teatri, spaziose piazze pubbliche, bagni termali, fontane e mura interrotte da torri e porte cittadine.
LA MAPPA DELLA CITTA’ ANTICA
Vi si notano:
– il cardo e il decumano con le 4 porte che sfociano nelle mura,
– il gigantesco Tempio di Artemisia con accanto il Ninfeo,
– il Forum accanto al Tempio di Zeus
– un propileo e due tetrapropilei,
– teatro nord e teatro sud,
– macellum e terme,
– ben otto chiese,
– fuori delle mura l’ippodromo e l’arco di Adriano.
Il primo insediamento importante avvenne ad opera di Alessandro Magno nel 332 a.c., e la gente si trasferì volentieri in città sentendosi protetta dal potere di Alessandro.
Nel III sec. a.c. Alessandro unì dieci città della fertile valle giordana, fondando la Decapolis (“le dieci città”; deka-polis) collocata sulla frontiera est dell’Impero romano in Giordania, Israele e Siria. Le dieci città non erano una lega ufficiale ma erano unite dalla lingua, dalla cultura, dalla locazione e dallo stato sociale, rinunciando per questo a una certa autonomia.
Le città della Decapoli erano centri di cultura greca e romana in una regione che era invece semitica (nabatea, arameo, e Giudea).
– La città venne rifondata successivamente alla morte di Alessandro Magno (356 a.c. – 323 a.c.)
Venne governata così dal re seleucidico Antioco (324 a.c. – 261 a.c.), da cui l’altro nome di Antiochia al Crisorroa, da Antioco e dal fiume che la traversava. Si susseguirono così i regni dei seleucidi, tra cui Antioco III, un re seleucide che sconfisse i Tolomei a Banias nel 198 a.c, conquistò la città che venne ribattezzata Antiochia sul Chrysorhoas. Resti del periodo ellenistico sono scarsi, però in epoca romana è attestato da epigrafi e monete il nome di Antiochia.
video, 2.47 — ricostruzione virtuale della città di Gerasa
VIDEO, 7 minuti ca — DI GERASA COME E’ OGGI
TETRAPYLON SETTENTRIONALE ( = è un monumento romano di forma cubica, con una porta su ognuna delle quattro facce laterali: generalmente era eretto in corrispondenza delle intersezioni stradali. )
A seguito della conquista della regione operata da Pompeo, nel 64 a.c., Gerasa fu infatti annessa, da parte della Repubblica romana, alla provincia di Siria. La pianta greca a raggiera venne pertanto eliminata e la città ricostruita secondo lo schema romano, vale a dire sulla scacchiera ricavata dall’intersecarsi a 90 ° del cardo e del decumano, dai quali si dipartivano le vie secondarie.
Il termine “Decapoli” tuttavia, è principalmente associato con il periodo dopo la conquista romana. Gli abitanti delle città della Decapoli accolsero Pompeo come un liberatore dal regno degli Asmonei ebrei che avevano governato gran parte della zona.
Per secoli le città basarono il loro calendario su questa conquista: il 63 a.c fu l’anno epocale dell’era pompeiana, utilizzato per contare gli anni in tutto il periodo romano e bizantino. E ‘da questo momento che gli storici identificano la regione e le città con il termine “Decapoli”. Nel corso dei due secoli successivi, Gerasa strinse rapporti commerciali coi Nabatei e grazie ai profitti del commercio e alle ricchezze dell’agricoltura, la città divenne ricca e fiorente.
Nel I sec. d.c., la città venne ridisegnata e assunse il classico aspetto del modello romano: una strada colonnata principale in direzione nord-sud (cardo massimo) intersecata da due strade orientate in direzione est-ovest (decumani).
Tetraplyon del sud
106 d.c. – Traiano annettè il ricco regno nabateo e formò la provincia d’Arabia che portò maggiore ricchezza commerciale a Gerasa anche se a costo della maggior parte della sua autonomia. Molti edifici furono abbattuti per essere sostituiti da altri ancora più imponenti.
PARTICOLARE DELL’ARCO DI ADRIANO
129 d.c. – L’imperatore Adriano visitò la città e, in onore di questa visita, la città gli eresse un monumentale arco trionfale a sud della città. Come una delle sue città favorite, fiorì sia economicamente che socialmente.
Nel 130 d.c. – La città era abitata da circa 20 000 abitanti.
160 d.c. – Jerash divenne invece parte della provincia di Arabia, e infine della Palaestina Secunda, fiorendo particolarmente tra la seconda metà del I e il II secolo, anche per il fatto di essere sempre stata tenuta lontana dai teatri di guerra.
La città raggiunse il suo apice all’inizio del III secolo, quando a Gerasa fu conferito il titolo di colonia.300 d.c.
– Dopo la distruzione di Palmira, nel 273, e col contemporaneo decadimento delle vie carovaniere, a causa dello sviluppo del commercio marittimo, iniziò una lenta decadenza, che ebbe tuttavia una ripresa durante il governo di Diocleziano, verso il 300 d.c., che continuò sino alla metà del V sec
FONTANA DEL CARDO MASSIMO
VI sec.
– Divenuto il cristianesimo la religione principale dell’impero si ebbe, nei primi anni dell’era cristiana, una nuova ripresa, con la costruzione di edifici religiosi. Sotto l’imperatore bizantino, Giustiniano (527-565) furono erette infatti sette chiese, purtroppo con la demolizione degli splendidi monumenti romani, e usando le pietre provenienti dai templi e santuari già distrutti.
VII sec.
– L’invasione dei sasanidi provenienti dalla Persia, nel 614, e la conquista araba, del 636, accentuarono la ripresa della decadenza, e poi il devastante terremoto del 747, determinò il declino definitivo di Gerasa, la cui popolazione si ridusse ad un quarto di quella originaria.
VIII sec.
– Diventò però un’importante fortezza e nell’VIII sec. divenne sede vescovile.
IX sec.
– Gli elementi più importanti di Jerash si sono conservati grazie anche alla sensibilità di una comunità di circassi che quando, alla fine dell’800, arrivò qui, in fuga dalla Russia zarista, lasciò intatta la città romana, andando a prendere altrove la pietra calcarea per costruire il proprio villaggio e ripopolare la zona.
XII sec. –
Decadde con l’occupazione araba, e fu rasa al suolo nel 1121 dai Crociati di Baldovino II che ne uccisero praticamente tutti gli abitanti.
TETRAPLYON DEL NORD
CARDO MASSIMO
CARDO MASSIMO
CARDO MASSIMO E TETRAPLYON ALL’INCROCIO
LA PORTA DEL CARDO MASSIMO
IL FOTO OVALE : SI E’ FATTA L’IPOTESI CHE A QUESTA PIANTA SI SIA ISPIRATO IL BERNINI PER SAN PIETRO
IL FOTO OVALE CON L’INIZIO DEL CARDO MASSIMO
UNA RICOSTRUZIONE DEL FORO OVALE
UNO DEI DUE TEATRI DI GERASA
QUESTO, COME LA FOTO SOPRA, MI PARE, E’ IL TEATRO DEL SUD
TEATRO SUD
TEATRO SUD
TEATRO SUD E SUA RICOSTRUZIONE
IL TEATRO NORD
LA PORTA SUD E L’IPPODROMO
BOTTEGHE DELL’IPPODROMO
L’IPPODROMO
IL TEMPIO DI ZEUS
RICOSTRUZIONE DEL TEMPIO DI ZEUS
IL NINFEO SUL CARDO MASSIMO E LA SUA GRANDE FONTANA
LA PAVIMENTAZIONE DEL CARDO MASSIMO
IL TEMPIO DI ARTEMIDE
Il tempio romano di Artemide a Jerash è stato costruito su uno dei punti più alti e domina tutta la città. Le rovine del tempio sono ancora uno dei più notevoli monumenti dell’antica città di Gerasa. Artemis era la dea patrona della città, molto venerata dalla popolazione ellenistica di Gerasa, mentre la parte semitica della popolazione venerava Zeus. Il tempio fu terminato nel 150 d.C., durante il regno dell’imperatore Antonino Pio. L’edificio era esastilo con dodici colonne laterali, di cui undici sono ancora in piedi. Capitelli corinzi decorano le colonne e sono molto ben conservati. Le mura del tempio avevano tre ingressi decorati con tre lesene corinzie.
UN’ALTRA FOTO DEL TEMPIO DI ARTEMIDE
UNA RICOSTRUZIONE DEL TEMPIO DI ARTEMIDE
VIDEO, 0.58 — RICOSTRUZIONE DEL TEMPIO DI ARTEMIDE
IL TEMPIO DI ARTEMIDE
PROPILEI DEL TEMPIO DI ARTEMIDE
TEMPIO DI DIONISIO
LE TERME
IL MACELLUM
Era il mercato cittadino della carne e del pesce, dal suggestivo cortile quadrilobato. Trattavasi di un bellissimo mercato coperto, nella cui parte centrale era presente una sontuosa fontana, qui i commercianti esponevano la merce e la gente veniva non solo a comprare ma a chiacchierare, a informarsi e a spettegolare. Era il gazzettino dell’epoca, un mondo chiassoso, ma molto vivace e colorato.
L’ARCO DI ADRIANO
COME E’ RIMASTO E E COME DOVEVA ESSERE
PORTA NORD
PORTA SUD
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