+++ Alessio Romenzi e Christian Tasso, fotografi, in Iraq nell’aprile 2022 per raccogliere le storie degli sfollati che ancora non possono tornare a casa– INTERSOS.ORG + LIMES, 17 FEBBRAIO 2020, DI CHI SONO GLI IRAQ

 

 

 

Nell’aprile 2022 i fotografi Alessio Romenzi e Christian Tasso si sono recati in Iraq, con il sostegno di INTERSOS, nell’ambito di un progetto finanziato dall’Unione Europea (ECHO), per raccogliere le storie delle migliaia di sfollati che non possono ancora tornare a casa.

Sebbene siano trascorsi cinque anni da quando il governo iracheno ha dichiarato la vittoria sullo Stato islamico in Iraq, la popolazione sfollata o tornata nelle proprie aree di origine si trova ancora ad avere moltissimi bisogni umanitari dovuti alla mancanza di servizi pubblici essenziali, alla distruzione delle abitazioni, e a un alto tasso di violenza di genere e domestica particolarmente diffusa in un contesto di estrema marginalizzazione e difficoltà economica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

QUESTE BELLISSIME FOTO CONTINUANO NEL LINK :

https://www.intersos.org/iraq-returnees/?utm_source=tw-adv+&utm_medium=photo&utm_campaign=echo&twclid=24hfs28vney1xsmam0eiolm2qs

 

Alessio Romenzi (Sant’Angelo in Colle1974) è un fotoreporter italiano.

Lavora come fotografo di guerra freelance dal 2009; trasferitosi a Gerusalemme dopo aver lavorato alla ThyssenKrupp come metalmeccanico, documenta estensivamente gli eventi della primavera araba, coprendo in particolar modo Egitto e Libia.

Lavora fra gli altri con Agence France-PresseONUCroce Rossa Internazionale. Mentre il lavoro lo porta a fotografare le aree di crisi in Medio OrienteAfrica ed Europa, sta lavorando a un progetto di lungo termine sui rifugiati della guerra civile siriana. Documenta la guerra civile in Iraq e la battaglia di Mosul.

Nel 2018 presenta alla 75ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il documentario Isis, Tomorrow. The Lost Souls of Mosul, realizzato con Francesca Mannocchi, sua compagna, sui figli dei miliziani dell’ISIS.

 

 

 

ALESSIO  ROMENZI E FRANCESCA MANNOCCHI
foto : https://www.shutterstock.com/

 

Ha vinto tra gli altri il World Press Photo of the Year 2013 nella categoria General News – Stories, il primo premio dell’Unicef Picture of the Year 2012 e il primo premio nella sezione attualità dei Sony World Photography Awards del 2017, con il reportage We are taking no prisoners sull’assedio di Sirte ad opera dell’esercito libico.

da :
https://it.wikipedia.org/wiki/Alessio_Romenzi

 

 

Ecco “Nessuno escluso”, il racconto fotografico del maceratese Christian Tasso | Cronache Maceratesifoto da :
https://www.cronachemaceratesi.it/2021/03/06/ecco-nessuno-escluso-il-racconto-fotografico-del-maceratese-christian-tasso/1502842/

 

Biografia Christian Tasso nasce a Macerata nel 1986, si forma da autodidatta e inizia la carriera fotografica nel 2007 con il suo primo progetto: “The Last Drop”, racconto fotografico di un esperimento che ha visto Tasso vivere insieme a una famiglia contadina marchigiana condividendone la casa ed il lavoro.

 

Christian Tasso – Nessuno escluso

  

Roma – 02/12/2021 : 16/01/2022

L’ARTE SFIDA GLI STEREOTIPI CON LA FORZA DEL RITRATTO: UNA SELEZIONE DI FOTOGRAFIE, REALIZZATE NEL CORSO DI UN VIAGGIO DI CINQUE ANNI IN QUINDICI PAESI NEL MONDO PER RISCRIVERE IL CONCETTO DI NORMALITÀ.

Christian Tasso – Nessuno escluso

 

 

https://www.limesonline.com/carta-iraq-scontro-usa-iran-curdi-isis-soleimani/116678

 

Di chi sono gli Iraq

di_chi_sono_iraq_dettaglio

Dettaglio della carta di Laura Canali. Scorri a fine articolo per la versione integrale.

 

Una carta a colori dal numero 1/20 di Limes, America contro Iran

carta di Laura Canali

La carta rappresenta la frammentazione del territorio iracheno, diviso in molteplici aree controllate da (o contese tra) gruppi rivali.


Il Kurdistan iracheno, nel nordovest del paese, è sotto la sovranità del governo regionale curdo e dei suoi peshmerga, che si contendono la fascia di territorio compresa tra il distretto di Sanjar e Hanaqin con l’Esercito governativo, lo Stato Islamico (Isis) e le Forze di mobilitazione popolare (Pmf) pro-iraniane.


A ovest di questa fascia, lungo il medio corso del Tigri e dell’Eufrate e nell’Anbar, è forte la presenza dell’Isis, anche qui contrastata dal governo di Baghdad e dalle milizie vicine alla Repubblica Islamica. Le Pmf controllano una vasta porzione di Iraq centrale e centro-orientale, dove si trova l’enclave di Tuz Hurmatu. Quest’ultima è sotto il controllo dei turcomanni, coinvolti anche nella disputa per il distretto di Hanaqin.


Oltre alle Pmf e alle forze governative, nella contesa che ha luogo nelle province meridionali del paese – dove si trovano i principali luoghi santi sciiti e i maggiori centri reclutamento delle milizie pro-iraniane – è di recente emerso un nuovo attore, il movimento di protesta che dall’ottobre 2019 si contrappone all’establishment politico di Baghdad.


I conflitti territoriali in Iraq sono in parte il riflesso e in parte la conseguenza della condizione del paese quale teatro privilegiato dello scontro tra Stati Uniti e Iran. È stato nella capitale irachena che il 3 gennaio 2020 gli Usa hanno ucciso il generale iraniano Qasem Soleimani ed è stato verso due delle installazioni militari americane in Iraq – le basi di Arbil, nel Kurdistan, e di al-Asad, nell’Anbar – che Teheran ha messo in atto la sua prima rappresaglia, l’8 gennaio.


Delle competizioni per il controllo del territorio iracheno e dello scontro Usa-Iran negli Iraq ha scritto Giovanni Parigi nel numero 1/20 America contro Iran:

Lo Stato iracheno, oggi più che mai, non è l’insieme dei suoi passati poteri sovrani. È solo una bandiera i cui brandelli sono contesi da giocatori in cerca di legittimità e finanze. Le istituzioni non hanno potere, ma ratificano quello delle milizie e dei partiti che le controllano. Dunque lo Stato a pezzi è soprattutto simbolo. Qualcosa di cui appropriarsi per rafforzare, finanziare e legittimare il proprio potere. Le istituzioni hanno un controllo del territorio limitato, spesso contestato o in concorrenza con altre forze. Il governo è arroccato a Baghdad nella Zona internazionale, assediato dai manifestanti, mentre le province del Sud vedono una complessa partita tra il movimento di protesta, le milizie sciite e un flebile governo, di fatto stretto tra i primi due. Nelle province sunnite, oltre ai territori contesi con i curdi, il controllo è disputato tra Dā‘išḤašd e forze governative. Infine le province del governo regionale curdo, autonome anche se ricattabili finanziariamente da Baghdad, sono saldamente nelle mani dell’asse Kdp-Puk.

Continua a leggereNell’Iraq in tempesta Teheran prepara un golpe strisciante


Carta di Laura Canali - 2020

Carta di Laura Canali – 2020

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