È la Chiesa di Sant’Agnese in Agone, a Roma in Piazza Navona, a fare da cornice al “Concerto Barocco”, l’evento organizzato da Webuild il 20 aprile 2022, con il Maestro Antonio Pappano che ha diretto l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia– una versione meraviglia ! + qualcosa sulla Chiesa

 

https://www.webuildgroup.com/it/media/eventi/barocco-l-essenza-della-meraviglia

 

 

CHIESA DI SANT'AGNESE IN AGONE A ROMA: ARCHITETTURA E CURIOSITÀ - Myturnaround

SANT’AGNESE IN AGONE

 

Chiesa di Sant'Agnese in Agone

FOTO ANSA.IT

 

File:Sant Agnese in Agone Rome main vault.jpg

INTERNO– MatthiasKabel – WIKIPEDIA

NikonZ7II – Opera propria

 

– LivioAndronico

 

 

 

ARTE.IT

 

Chiesa di Sant'Agnese in AgoneChiesa di Sant’Agnese in Agone di Francesco Borromini

Nel 1651 Innocenzo X Pamphilj, portata a termine la costruzione dell’imponente palazzo per la famiglia in piazza Navona, pensò a una nuova costruzione in luogo dell’antica chiesa di Sant’Agnese contigua al palazzo stesso. L’incarico venne affidato all’architetto Girolamo Rainaldi. I lavori iniziarono il 15 agosto 1652 e il 3 settembre iniziò la demolizione della vecchia santagnese.  Il Rainaldi, che diresse i lavori di costruzione con il figlio Carlo, progettò un edificio a pianta centrale a croce greca con cupola senza tamburo, preceduta da vestibolo e grandi nicchie nei pilastri all’incrocio dei bracci e la facciata rettilinea, con due torri laterali collegata alla piazza da un ampia gradinata. Nel 1653 il pontefice sollevò i Rainaldi dall’incarico dei lavori, già in avanzata fase di esecuzione, affidandoli a Francesco Borromini, il quale progettò l’eliminazione del vestibolo e la costruzione ai lati della facciata di due bassi campanili tali da non ostacolare la vista della cupola, sostenuta da un alto tamburo, culminante con una lanterna contornata da sedici colonne. Alla morte del Pontefice (7 gennaio 1655), il suo successore Alessandro VII costituì una commissione che indagasse sugli eventuali errori del Borromini. I rapporti tra il Borromini e la committenza divennero sempre più difficili fino all’abbandono dei lavori da parte dell’architetto. Al momento era già stata probabilmente portata a termine la zona centrale della facciata assieme alla trabeazione, mentre mancava il frontone centrale con la lunetta e il lanternino della cupola. Le torri campanarie erano state impostate fino all’altezza dello zoccolo. Fu richiamato a portare a termine i lavori, Carlo Rainaldi che alterò il progetto borrominiano apportando significative modifiche alla lanterna e ai campanili, eliminando così tutta la fantasia espressa dall’architetto ticinese. Nel 1667 Donna Olimpia Maidalchini, vedova del fratello di Innocenzo X, incaricò il Bernini dei lavori di finitura generale, mentre Giovanni Maria Baratta eseguì i campanili e Giuseppe Baratta la scalinata. Le modifiche apportate dal Bernini riguardarono soltanto l’interno.

http://www.arte.it/guida-arte/roma/da-vedere/chiesa/chiesa-di-sant-agnese-in-agone-122

 

 

 

FRANCESCO CASTELLI BRUMINO (FRANCESCO BORROMINI)

BISSONE 25/09/1599 – ROMA 03/08/1667

 

© Arte.it | Ritratto di Francesco Borromini, Sagrestia della Chiesa di San Carlino alle Quattro Fontane. La chiesa, il chiostro ed il convento vennero realizzati tra il 1634 e il 1644 dallo stesso Francesco Borromini

Nato nel Canton Ticino, si formò a Milano con lo zio materno lavorando nel cantiere del Duomo fino al 1614. Dal 1619 è documentato a Roma, dove fino al 1626 lavorò per la fabbrica di San Pietro, diretta da Carlo Maderno, lontano parente della madre. In quegli anni fu attivo anche a Sant’Andrea della Valle, al Monte di Pietà, a Palazzo Barberini, ma soprattutto supervisionò le decorazioni del Baldacchino di Bernini.

A partire dal 1629, anno della morte di Maderno, si firmò esclusivamente col cognome Borromini, forse derivazione di Brumino (cognome del secondo marito della nonna), oppure segno della devozione per San Carlo Borromeo. Bernini, che successe a Maderno, mantenne Borromini come primo assistente, che come tale realizzò la splendida scala elicoidale di Palazzo Barberini.

Negli anni seguenti eseguì i suoi massimi capolavori: Sant’Ivo alla Sapienza, Oratorio dei Filippini, San Carlino alle Quattro Fontane, Palazzo di Propaganda Fide, Sant’Agnese in Agone, il campanile di Sant’Andrea delle Fratte, i restauri di San Giovanni in Laterano per il Giubileo del 1650, la Prospettiva di Palazzo Spada, e tanto altro ancora.

http://www.arte.it/guida-arte/roma/artista/francesco-castelli-brumino-detto-francesco-borromini-48

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *