GRAZIELLA DI MAMBRO, La nervosa e lugubre reazione dell’Ambasciata Russa all’inchiesta di Repubblica. Con tanto silenzio attorno– ARTICOLO 21 -domenica 28 Agosto 2022 + IL FATTO QUOTIDIANO

 

 

Articolo21

domenica 28 Agosto 2022

La nervosa e lugubre reazione dell’Ambasciata Russa all’inchiesta di Repubblica. Con tanto silenzio attorno

 

Graziella Di Mambro

 

 

 

Un’inchiesta del quotidiano Repubblica realizzata in collaborazione con Bellingcat, Der Spiegel e Insider ha raccontato la storia di Olga Kolobova, spia dei “servizi di informazione” dell’esercito russo che agiva sotto il nome di Maria Adela Kuhfeldt Rivera. E’ emerso che la donna ha lavorato sotto copertura in Italia  tra il 2006 e il 2018, in particolarmente a Napoli.

La notizia, pubblicata in apertura dal quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, ha provocato una reazione scomposta dell’Ambasciata russa a Roma, una vignetta con un uomo seduto su una panchina che si guarda attorno spaventato e al suo fianco c’è un altro uomo con pistola e ombrello; dietro di loro si vedono due icone tipiche della spia anni Settanta. La vignetta che accompagna il disegno dice: “Se vedi gli 007 russi ovunque, forse leggi troppo la Repubblica…”.

Nulla a che vedere con la diplomazia, piuttosto un modo per irridere al lavoro d’inchiesta di Repubblica e firmato da Floriana Bulfon, una cronista che si è occupata di moltissimi casi delicati e che in questo reportage ha lavorato con colleghi europei. Ciò che stupisce oltremodo è il fatto che  nessun altra ambasciata russa dei Paesi europei in cui hanno sede gli altri giornali che hanno pubblicato lo stesso articolo ha detto alcunché. Solo in Italia è potuto succedere che i diplomatici di un altro Paese  abbiano deriso il lavoro giornalistico e il ruolo stesso dell’informazione, senza che ci siano state reazioni indignate, a parte poche eccezioni come quella della Fnsi. La Russia è probabilmente consapevole della debolezza dell’Italia in questo momento, che precede elezioni dalle quali potrebbe uscire vincitrice una coalizione di partiti in cui molti mostrano benevolenza e amicizia con la Russia. Dunque sbeffeggiare uno dei maggiori organi d’informazioni italiani è possibile. Infatti è accaduto.

“L’ambasciata russa in Italia si affida a una lugubre vignetta per ironizzare sulla nostra inchiesta sullo spionaggio del Cremlino in Italia. Identificando i nostri lettori con un’immagine che somma tutti gli stereotipi più negativi sugli italiani. Sarebbe stato piuttosto preferibile ricevere dall’ambasciatore Razov e dai suoi collaboratori dei commenti alle nostre dettagliate rivelazioni, per rispondere ai legittimi interrogativi sulle attività illegali svolte nel nostro Paese dalla cittadina russa Olga Kolobova, alias Maria Adela Kuhfeldt Rivera, e sul perché Mosca stia dedicando così tante risorse a spiare l’Italia. Ma anziché rispondere alle nostre domande, la scelta dell’ambasciata russa è stata di affidarsi alla propaganda più dozzinale”, questo l’editoriale di Repubblica a proposito della vignetta.

“Invece di affidarsi all’inutile ironia e alla propaganda sarebbe stato più interessante ed opportuno rispondere nel merito alle rivelazioni di un’inchiesta giornalistica internazionale e ai legittimi interrogativi sulle attività illegali svolte nel nostro Paese dalla cittadina russa Olga Kolobova, alias Maria Adela Kuhfeldt Rivera”, ribadisce Floriana Bulfon.

“La vignetta dell’Ambasciata russa contro Repubblica merita una convocazione immediata , non è la prima volta che ci provano, ricordiamo il precedente contro la Stampa di Torino”, ha detto il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Giuseppe Giulietti.

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 26 AGOSTO 2022
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/08/26/maria-adela-il-caso-della-spia-russa-nella-base-nato-di-napoli-e-quel-collegamento-con-lavvelenamento-dellex-007-russo-skripal/6775114/

 

Maria Adela, il caso della spia russa nella base Nato di Napoli e quel collegamento con l’avvelenamento dell’ex 007 russo Skripal

Maria Adela, il caso della spia russa nella base Nato di Napoli e quel collegamento con l’avvelenamento dell’ex 007 russo Skripal

Dieci mesi di indagini, quattro testate giornalistiche coinvolte, dieci anni da ricostruire. Oltre a Repubblica, infatti, ad indagare sulla vita segreta della donna si sono messi il sito investigativo Bellingcat, il giornale tedesco Der Spiegel e il sito di informazione The insider

 

Quella di Maria Adela Kuhfeldt è la classica spy story. Gli ingredienti ci sono tutti: abiti scintillanti, gioielli, feste. E soldi, tanti soldi di cui, però, non si conosce la provenienza. Un’ inchiesta pubblicata da Repubblica ha fatto luce su una delle più clamorose falle nella sicurezza dell’Alleanza Atlantica degli ultimi tempi. Dieci mesi di indagini, quattro testate giornalistiche coinvolte, dieci anni da ricostruire. Oltre al quotidiano italiano, infatti, ad indagare sulla vita segreta di Maria Adela si sono messi il sito investigativo Bellingcat, il giornale tedesco Der Spiegel e il sito di informazione The insider.

Secondo quanto raccontato dai giornalisti, Maria Adela, un’avvenente imprenditrice sarebbe riuscita ad infiltrarsi negli inviolabili ambienti militari della Nato e dell’esercito americano, partendo praticamente dal nulla. Suo asso nella manica non è solo un’incredibile avvenenza che la rende irresistibile per tutti, ma anche una risorsa economica apparentemente illimitata.

Eppure, la sua attività commerciale nel campo della vendita di gioielli non rende così tanto. Ma questo non è l’unico aspetto della storia di Maria Adela che non convince. Nata in Sud America da madre peruviana e padre tedesco, la donna viene portata in Unione Sovietica nel 1980 in occasione delle Olimpiadi dove, per motivi sconosciuti, la madre l’avrebbe lasciata a Mosca affidandola ad una famiglia.

Dopo un’infanzia difficile durante la quale Maria Adela avrebbe subito anche abusi sessuali dal patrigno, la donna sarebbe fuggita in circostanze poco chiare in Europa. Comincia così il suo lungo peregrinare in giro per il continente. Prima a Parigi e poi il trasferimento a Napoli, dove riesce a stabilizzarsi e, grazie a delle risorse finanziare che ufficialmente non ha, riesce ad andare a vivere in una delle strade più glamour di Posillipo, in una elegante abitazione vista golfo, dove – come racconta Repubblica- invita vip e personaggi illustri della Napoli bene.

Così, tra serate eleganti e amicizie di un certo livello, Maria Adela riesce a farsi ammettere al prestigioso Lions Club “Napoli Monte Nuovo”, fondato proprio dagli ufficiali della base Nato di Lago Patria dove bazzicano anche militari della VI Flotta statunitense.

I giornalisti impegnati nell’inchiesta non sono riusciti a risalire alle informazioni che Maria Adela sarebbe riuscita a trafugare in questi anni di pubbliche relazioni, durante i quali- secondo le ricostruzioni giornalistiche- avrebbe avuto anche relazioni con personalità di spicco dell’Alleanza Atlantica sul posto.

Ad un certo punto, però, qualcosa va storto e Maria Adela è costretta a partire. Il 15 settembre 2018 infatti, la donna prende un volo che la fa letteralmente sparire dai radar di amici e conoscenti per due mesi, fino a quando a novembre non riappare sui social giustificando l’assenza per seri motivi di salute.

Proprio in quei mesi, però, nel Regno Unito capita qualcosa di grave che mette in allerta le cancellerie di mezza Europa. Il Paese, infatti, diventa teatro di diversi casi di avvelenamento da Novichok, l’agente nervino utilizzato dai servizi segreti russi per avvelenare dissidenti in giro per il mondo.

Oltre all’avvelenamento di Nikolai Glushkov, ex vicedirettore della compagnia di bandiera russa Aeroflot che aveva ottenuto asilo politico dopo la denuncia su presunte attività di spionaggio della compagnia, il caso più eclatante che avviene in quel periodo è quello di Sergej Skripal e della figlia Yulia.

 

IL CASO SERGEJ SKRIPAL – L’ex ufficiale dell’intelligence russa e la figlia, infatti, vengono trovati agonizzanti il 4 marzo 2018 in un parco di Salisbury, contea di Wiltshire, in Inghilterra, dopo esser entrati a contatto con la sostanza velenosa che presumibilmente uno o più individui gli avrebbero spruzzato addosso. Questa tesi viene corroborata dal caso dell’avvelenamento di due clochard che vivevano in quella zona. I due senza fissa dimora, infatti, sarebbero entrati a contatto con la sostanza velenosa toccando una boccetta di profumo trovata rovistando in uno dei cestini dei rifiuti a pochi metri di distanza dal luogo del ritrovamento dei corpi di Skripal e della figlia. La boccetta di profumo, dunque, sarebbe stata utilizzata per spruzzare addosso all’ex funzionario russo e alla figlia il potente veleno per poi essere abbandonata tra i rifiuti. A marzo 2018, – pochi giorni prima della partenza di Maria Adelina- il sito investigativo Bellingcat riesce a risalire alle identità dei responsabili dell’ avvelenamento di Skripal, facendo nomi e cognomi: Alexander Petrov e Ruslan Boshirov, presunti agenti dell’intelligence del Cremlino. 

A quel punto il rischio che la copertura di Maria Adelina possa saltare da un momento all’altro è dietro l’angolo e allora la donna è costretta a tornare in patria.

Solo successivamente, si arriva alla sua identità. La donna affascinante dall’infanzia difficile, infatti, non si chiama Maria Adelina come tutti credevano, ma Olga Kolobova, classe 1982, agente del Gru – i servizi segreti russi specializzati in operazioni di sabotaggio- figlia di un ex colonnello che ha servito Mosca in tanti teatri internazionali.

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1 risposta a GRAZIELLA DI MAMBRO, La nervosa e lugubre reazione dell’Ambasciata Russa all’inchiesta di Repubblica. Con tanto silenzio attorno– ARTICOLO 21 -domenica 28 Agosto 2022 + IL FATTO QUOTIDIANO

  1. DONATELLA scrive:

    Ci manca James Bond. quando la realtà supera la fantasia.

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