DONATELLA, grazie ! — VIRGINIA DELLA SALA, Scuola, la mannaia della manovra: decimare gli istituti –IL FATTO QUOTIDIANO DEL 27 NOVEMBRE 2022 + Fabrizio De Angelis, ORIZZONTE SCUOLA, 28 novembre, 13.55

 

 

Donatella, 2014

 

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 27 NOVEMBRE 2022

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/11/27/scuola-la-mannaia-della-manovra-decimare-gli-istituti/6887480/

 

 

Scuola, la mannaia della manovra: decimare gli istituti

 

RIDUZIONE GRADUALE” –  Se le Regioni non tagliano, fa il governo. Prime stime: 6-700 in meno specie a sud

 

 

 

27 NOVEMBRE 2022

Dimensionare”: una parola che nel vocabolario degli infiniti tentativi di riorganizzazioni del sistema scolastico esiste almeno dal 2011. Eppure, neanche l’austerità Monti era arrivata al punto da rendere questo “dimensionamento” una sdoganata che mira alla “riduzione del numero delle istituzioni scolastiche”. Difficile contestare l’obiettivo nonostante i tentativi di gradualità e i correttivi presenti nella bozza della legge di Bilancio in circolo. Secondo le prime stime che circolano potrebbero essere tagliate fino a 700 scuole in pochi anni.

 

La mannaia è al momento in due articoli: il primo affida alle Regioni il compito di riorganizzare il sistema scolastico dal 2024 con forme di “compensazione interregionale”, “su base triennale”. Si riorganizza la rete delle scuole sul territorio con un decreto scritto dal ministero dell’Istruzione (e del Merito), dal Mef e “previo accordo in sede di Conferenza unificata” dove le Regioni potrebbero provare a far sentire le loro istanze.

 

Il problema sorge se entro quella data non si dovesse trovare un accordo con le Regioni: la palla passa al Governo che entro il 31 agosto emana un decreto di natura non regolamentare (che si usa per le materie concorrenti tra Stato e Regioni) in cui decide i contingenti dei dirigenti sulla base di un coefficiente “non inferiore a 900 e non superiore a 1000” e in cui si terrà conto del numero “degli alunni iscritti nelle istituzioni scolastiche statali e dell’organico di diritto” e “integrato dal parametro della densità degli abitanti per chilometro quadrato”.

Proviamo a renderlo semplicemente: a grandi linee se si divide il numero degli studenti di una Regione per mille o per 900 o per un numero in mezzo e il risultato darà il numero degli istituti che sopravviveranno, salvo l’incidenza – da dettagliare – di altri fattori. La prassi porta a pensare che questo sarà anche il contenuto del primo decreto che sarà proposto alle Regioni. E in questa zona del testo sembra arrivare il vero punto. Si legge: “Al fine di garantire una riduzione graduale del numero delle istituzioni scolastiche, per i primi tre anni si applica un correttivo pari rispettivamente al 7%, al 5% e al 3%, anche prevedendo forme di compensazione interregionale”.

 

Il rischio che si corre con questa impostazione è che Regioni in sofferenza, come Sardegna, Calabria o Basilicata ma anche Abruzzo, Molise e Campania (dove oltretutto finora il dimensionamento ‘spontaneo’ è stato più lento) potrebbero dover chiudere molte scuole, a partire dalle sottodimensionate e gestite con le reggenze. Viceversa altre come Lombardia, Puglia ma anche Emilia Romagna potrebbero risultare dover avere più istituti, ma sdoppiamenti con apertura di nuove scuole sono improbabili. Secondo le prime stime (che in assenza di un testo definitivo e della relazione tecnica non possono essere considerate definitive) se la norma non cambia si potrebbe arrivare a chiudere tra le 600 e le 700 scuole in un paio di anni e soprattutto al sud.

 

Torniamo al testo. “Quanto leggiamo nelle bozze sul dimensionamento scolastico si configura nei fatti come un vero e proprio taglio che ancora una volta andrà a colpire le Regioni e i territori più deboli – spiega Francesco Sinopoli, segretario della Flc Cgil – invece di potenziarle e sostenerle le affossano, senza investimenti e con una riduzione delle risorse”. Il sindacato fa anche notare che la manovra non prevede fondi per i nuovi contratti nazionali, dopo che qualche settimana fa si è raggiunto l’accordo per la parte economica di quello che a breve colmerà un vuoto di oltre tre anni. “Non vogliamo che si ritorni alla stagione dei blocchi contrattuali, ci auguriamo sia terminata con l’ultimo accordo”. Il governo deve dimostrare che non si è trattato di un contentino momentaneo per silenziare lo scontento. “Anche l’Istruzione segue la stessa direzione iniqua, ingiusta e classista di buona parte di questa manovra- conclude Sinopoli – e per questo riteniamo che, stando così le cose, sia necessaria una mobilitazione in coerenza con quello che abbiamo sempre detto in questi anni a prescindere dal colore dei governi”.

 

 

 

Orizzonte Scuola Notizie

28 novembre 2022 — 13.55
https://www.orizzontescuola.it/dimensionamento-scolastico-previsto-un-taglio-di-scuole-e-di-organico-nuova-bozza-legge-di-bilancio/

 

Previsto un taglio di scuole e di organico, oltre 400 presidi in meno fino al 2032. NUOVA BOZZA Legge di Bilancio

 

Di Fabrizio De Angelis

 

La nuova legge di bilancio prevede novità in merito al dimensionamento scolastico, con un taglio calcolato di sedi e organico che avranno effetto principalmente a partire dal 2024/2025.

Ecco l’ultima bozza della manovra con i numeri previsti.

“Le Regioni, sulla base dei parametri individuati dal decreto di cui al primo periodo provvedono autonomamente al dimensionamento della rete scolastica entro il 30 novembre di ogni anno, nei limiti del contingente annuale individuato dal medesimo decreto, ferma restando la necessità di salvaguardare le specificità derivanti dalle istituzioni presenti nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche. Con deliberazione motivata della Giunta regionale può essere determinato un differimento temporale, non superiore a 30 giorni. Gli Uffici scolastici regionali, sentite le Regioni, provvedono, alla ripartizione del contingente dei dirigenti scolastici assegnato”, si legge sul testo che sta per approdare in Parlamento.

Nello specifico, la relazione illustrativa prevede che i criteri per la definizione del contingente organico dei DS e DSGA siano adottati con decreto del Ministero dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, previo Accordo in sede di Conferenza Unificata, da adottare entro il 30 giugno di ogni anno solare precedente all’anno scolastico di riferimento.

La norma dunque definisce un meccanismo alternativo di individuazione e distribuzione tra le Regioni del contingente massimo di DS e DSGA qualora non sia raggiunto l’Accordo in Conferenza Unificata.

Ciò significa che è prevista l’adozione di un decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottarsi entro il 31 luglio, che individua il contingente di DS e DSGA definito dividendo per un coefficiente, comunque non inferiore a 900 e non superiore a 1000, il numero degli alunni iscritti nelle istituzioni scolastiche statali nell’organico di diritto dell’anno scolastico di riferimento, su base regionale, integrato dai fattori correttivi dipendenti dalla densità degli abitanti per Kmq, ferma restando la necessità di salvaguardare le specificità derivanti dalle istituzioni presenti nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche .

Al fine di garantire una riduzione graduale del numero delle istituzioni scolastiche per i primi tre anni scolastici si applica un correttivo non superiore all’1%, anche prevedendo forme di compensazione interregionale.

La norma, pertanto, andrà a disciplinare il dimensionamento della rete scolastica negli anni scolastici 2023/2024 e 2024/2025, nonché un limite massimo – progressivo negli anni – alla consistenza dell’organico.

In particolare, si prevede per l’anno scolastico 2023/2024 che continuino a trovare applicazione la disciplina vigente.

Per l’anno scolastico 2024/2025, il contingente organico non potrà essere superiore a quello determinato dall’applicazione dei criteri stabiliti dai commi 5 e 5-bis dell’articolo 19 del decreto-legge n. 98/2011.

In sostanza, per l’anno scolastico 2024/2025, saranno conferite in reggenza le istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 600 unità, ridotto fino a 400 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche.

Alle queste scuole non potrà essere assegnato in via esclusiva un posto di direttore dei servizi generali e amministrativi.

Inoltre, si prevede che, a decorrere dall’anno scolastico 2025/2026, il contingente organico definito sulla base della nuova disciplina introdotta non superi il contingente determinato sulla base dei criteri definiti nell’anno scolastico precedente. Inoltre, si precisa che eventuali situazioni di esubero devono trovare compensazione nell’ambito della definizione del contingente. 

 

Ma c’è un altro aspetto che la relazione illustrativa evidenzia: con le economie previste da tale nuove disciplina, è prevista la creazione di un fondo ad hoc costituito nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione e del merito e che possa essere destinato ad incrementare il fondo unico nazionale della dirigenza scolastica, il fondo integrativo d’istituto e il fondo per la buona scuola oltre che essere utilizzato per il pagamento delle supplenze brevi e saltuarie.

Ecco, secondo la relazione tecnica, il decremento del numero delle sedi previsto.

Tuttavia, al fine di rendere più graduale il decremento del numero delle sedi nei primi tre anni di applicazione della nuova disciplina, vengono introdotte le seguenti integrazioni alla procedura:

  1. viene garantito che il numero delle sedi sia almeno pari al numero dei dirigenti scolastici in servizio nella Regione, considerando anche quelli temporaneamente senza sede o comandati presso enti, associazioni, università, ministeri. Qualora il numero di sedi previsto dall’algoritmo sia superiore viene confermato quest’ultimo dato;
  2. il numero di sedi stabilito secondo i termini del punto precedente viene incrementato di un fattore percentuale pari a:

 

 

Il riepilogo dati previsti dalla relazione tecnica

 

 

La stima delle economie previste

Come riferimento viene assunto che il valore del trattamento economico di un dirigente scolastico è in media pari a 101.926 euro (al lordo degli oneri riflessi e della tredicesima mensilità) e quello di un D.S.G.A. riferito alla classe stipendiale iniziale 0-8 è pari ad euro 37.462 (al lordo degli oneri riflessi, della tredicesima mensilità, dell’elemento perequativo e dell’IVC), la spesa annuale media, per istituzione scolastica autonoma.

Spesa DS e DSGA = 101.926 + 37.462 = 139.388 euro

 

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  1. Chiara Salvini scrive:

    chiara: chi, come me, chiara, non si intende di ” questioni scolastiche “, deve attenersi alle opinioni dei giornalisti- Lo pubblico sperando che voi ne capiate più di me. Quello che so è che se sono sempre stati – vistosamente – tagliati i fondi necessari alla scuola e alla educazione civile dei nostri concittadini, adesso quello cui si mira non è a un rifinanziamento ( che da solo sarebbe un benedetto aiuto, ma insufficiente ), ma a fare risparmi, cioè a tirar fuori soldi magari per la flat tax per tutti!

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