BULAT OKUDZHAVA ( Mosca, 9 maggio 1924 — 12 giugno 1997 ), grande cantautore russo alla maniera di Georges Brassens ed altri come DeAndré–
la strada e il quartiere ARAT — dove ha vissuto e soprattutto cantato
le immagini di Arat::
Via Arbat, detta anche solo Arbat (in russo Mosca.
), è una strada pedonale lunga circa un chilometro nel centro storico di
ALTRE IMMAGINI DEL QUARTIERE ARBAT
Opera propria
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Rakoon, op. pr.
L’Arbat esiste almeno dal XV secolo e costituisce il cuore del quartiere Arbat. Originariamente la strada faceva parte di un importante percorso commerciale ed era abitata da un gran numero di artigiani. Nel XVIII secolo l’Arbat era considerata dai nobili russi come la zona residenziale più prestigiosa di Mosca. La strada venne quasi completamente distrutta dall’incendio del 1812 durante l’occupazione napoleonica e dovette essere ricostruita.
Rakoon- opera propria
Nel XIX secolo e agli inizi del XX secolo divenne nota come il luogo in cui vivevano piccola nobiltà, artisti e accademici mentre nel periodo sovietico fu abitata da molti funzionari governativi.
Opera propria
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Oggi la strada e i suoi dintorni sono in fase di gentrificazione. ( 1). A causa dei numerosi edifici storici e dei numerosi artisti che hanno vissuto e lavorato nella strada, l’Arbat è anche un’importante attrazione turistica.
Opera propria
–( 1 ) La gentrificazione è proprio questo: il trasferimento di individui benestanti nei quartieri storicamente più poveri delle città, legato a eventi specifici o all’insediarsi di università e college cone la relativa popolazione di studenti e docenti e con un conseguente aumento degli affitti e dei prezzi degli immobili. Fenomeno che comporta la migrazione degli abitanti originari verso altre zone.
CONTINUA–
https://viaggi.corriere.it/itinerari-e-luoghi/cards/gentrificazione-significato-esempi/
Opera propria
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Opera propria
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Иван Манилов
Quartiere di Arbat– centro di Mosca
Vecchio Arbat, un posto bello
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Moscow – centre, Arbat Street, Ministry of Foreign Affairs of Russia building
( Mosca- centro — Via Arbat , con il Palazzo del Ministero degli Affari Esteri russo)
CD DI ALESSIO LEGA : NELLA CORTE DI ARBAT– LE CANZONI DI BULAT OKUDZAVA
Nella corte dell’Arbat. Le canzoni di Bulat Okudzava. Con CD-Audio
Squilibri, 2018
foto di Bulat Okudzava — da : http://russianwriters.berkeley.edu/
Padre della canzone d’autore russa, Bulat Okudzava forma con Vladimir Vysockij e Aleksandr Galic la triade sacra dei “bardi”, i “poeti con la chitarra” che riannodarono con ballate essenziali il filo della speranza nel cosiddetto periodo della stagnazione (1960-1985). Le sue canzoni sono un patrimonio di poesia che affonda melodicamente nel ricco folklore georgiano e armeno (le terre del padre di Bulat, fucilato durante il terrore staliniano, e della madre inghiottita dal Gulag) e linguisticamente nel gergo popolare degli abitanti dell’Arbat, il quartiere-mondo di Mosca paradigma della vita, della guerra e dell’arte.
Bulat da ragazzo — DA : https://www.azquotes.com/author/50213-Bulat_Okudzhava
Alessio Lega fa rivivere in italiano la magia e l’incanto di questi piccoli miracoli espressivi che, affidati a melodie semplici ma irresistibili ed annodati attorno a storie minime, riflettono le tensioni e le speranze di un intero popolo come accade soltanto nei capolavori della letteratura mondiale e della grande canzone d’autore. Alessio Lega è riuscito a rendere in italiano non soltanto il senso delle poesie canzoni di Bulat Okudzava ma, soprattutto, lo spirito che le ha caratterizzate nel tempo. (Gian Piero Piretto)
BULAT OKUDZAVA
Bulat Shalvovich Okudzhava (MOSCA, 9 maggio 1924 – 12 giugno 1997)
Okudzhava, figlio di padre georgiano e madre armena, è nato a Mosca nel 1924. Entrambi i suoi genitori furono arrestati con accuse politiche durante la Grande Purga nel 1937; suo padre, un alto funzionario del governo, fu fucilato come spia, mentre sua madre trascorse i successivi diciotto anni nel gulag. Nel 1939 Okudzhava tornò a Tbilisi per vivere con i parenti e nel 1941, all’età di diciassette anni, si offrì volontario per la fanteria dell’Armata Rossa. Okudzhava ha combattuto durante l’intera guerra contro la Germania ed è stata ferito più volte. Molte delle sue canzoni e opere letterarie si riferiscono alle sue esperienze in tempo di guerra, inclusa la sua prima grande opera in prosa, il romanzo semi-autobiografico Buona fortuna, scolaro! ( Будь здоров, школяр!), pubblicato nel 1961. Le canzoni “The Paper Soldier” (Бумажный солдат) e “A Song about Soldiers’ Boots” (Песенка о солдатских сапогах) trasmettono la tragedia della guerra in un modo che va contro la propaganda romantica dell’Unione Sovietica Unione.
AH NADIA NADIENKA –LINGUA RUSSA
Monumento a Bulat Okudzhava in via ARBAT –MOSCA
ALESSIO LEGA, LENKA KOROLEV + TESTO TRADUZIONE
Testo di Lënka Korolëv
Nella corte dell’Arbàt una radio, certe sere
Accompagnava al ballo la città
C’era Lënka Korolëv tra gli amici del quartiere
Un nome che vuol dire “Sua Maestà”
Era un re, che come i re delle favole passate
Aveva ogni sorta di virtù
Se un amico si perdeva dentro storie complicate
Lui lo aiutava dandogli del tu
Come corvi le sirene ci chiamavano sul fronte
Partimmo tutti e pure il nostro re
Io lo vidi che calzava la corona sulla fronte
Che era un berretto sulle ventitré
Nel cortile silenzioso una nuova radiolina
Che non sa nulla di chi non tornò
Lënka non ha fatto in tempo a trovarsi una regina
Qualcuna che per lui piangesse un po’
Ed io che vado di fretta per le strade della vita
Un mese a caso passo di laggiù
Sembra sempre di sentire una radio si sfuggita
Rivedo il ballo della gioventù
Perché i buchi delle bombe sono sempre a cielo aperto
E Lënka odiava questa umidità
Perché Mosca non è Mosca, questa mia città è un deserto
Senza amici, senza re, senza
Perché pietà Mosca non è Mosca, questa mia città è un deserto
Senza amici, senza re, senza pietà
– Bulat Okudžava è stato, insieme a Vladimir Vysockij, il più grande poeta e cantautore russo. Lo riscoprono in un doppio progetto pubblicato da Squilibri Editore, Giulia De Florio e Alessio Lega. La prima con un libro, Bulat Okudžava. Vita e destino di un poeta con la chitarra, a cui è accompagnato un CD che raccoglie alcune registrazioni clandestine di Bulat dei primi anni Sessanta e l’interno concerto che tenne nel 1985 al Premio Tenco. Il secondo con un CD-book, Nella corte dell’Arbat. Le canzoni di Bulat Okudžava, in cui canta in italiano venti canzone del maestro russo. Ce ne parlano proprio Alessio e Giulia mentre ci siamo ascoltati Il soldatino di carta, Il palloncino azzurro, Canzone degli scarponi militari e Per la strada di Smolènsk di Bulat Okudžava e, nella versione di Alessio Lega, Lënka Korolëv, Canzone dei ragazzi dell’Arbat, L’ultimo bus e Peccato però.
DA :
ZIBALDONE
https://zibaldone.contrabanda.org/2019/03/04/di-bulat-okudzava-e-di-altri-cantautori-1-marzo-2019/
DAL CD DI ALESSIO LEGA IN ITALIANO – TESTO
CANZONE GEORGIANA–DALL’ Album : Nella corte dell’Arbat. Le canzoni di Bulat Okudžava
Un rametto di un tralcio di vite sepolto in giardino
È fiorito dei grappoli che assieme a voi bacerò
Accordando le corde d’amore agli amici vicino
Altrimenti a che serve la vita nel tempo che ho?
Voi stringetevi intorno alla tavola, fatevi appresso
E mangiando poi ditemi tutto, anche il peggio di me
Il Signore per voi mi perdoni i peccati che ho ammesso
Altrimenti a che serve la vita nel tempo che c’è?
Nel soprabito rosso mattone, cantando il mio canto
Io coperto di bianco e di nero, mi tacerò un po’
Mentre sazio d’amore e tristezza, pian piano m’incanti
Altrimenti a che serve la vita nel tempo che ho?
E poi quando il tramonto separa i colori cadendo
Con le nubi che corrono ancora e poi ancora perché
Con la trota e con l’aquila e il toro starò navigando
Altrimenti a che cosa è servita la vita che c’è?
Piena di vita e di nostalgia questa musica che fa bene all’anima.