POESIA satirica e morale
contro la Guerra
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ANTONIO VOLTOLINI — al lavoro–
“LA PORTA SUL MARE”
T . R . I. L. U .S .S .A
“UN RE UMANITARIO” – (ottobre 1914)
.
Er giorno che Re Chiodo fu costretto
de dichiarà la guerra a un Re vicino,
je scrisse : — Mio carissimo cuggino,
quello che leggi è l’urtimo bijetto;
semo nemmichi : da domani in poi
bisogna sbudellasse fra de noi.
°
La guerra, come vedi, è necessaria :
ma, date l’ esiggenze der progresso,
bisognerà che unisca ar tempo istesso
la civirtà moderna e la barbaria,
in modo che l’assieme der macello
me riesca più nobbile e più bello.
°
D’accordo còr dottore pensai bene
de fa’ sterilizzà le bajonette,
perché er sordato venga fatto a fette
a norma delle reggole d’ iggene,
e a l’occasione ciabbia un lavativo
pieno de subblimato corosivo.
°
Pe’ fa’ in maniera ch’ogni schioppettata
se porti appresso la disinfezzione,
ho fatto mette ne la munizzione
un pezzo de bambace fenicata :
così, còr necessario de la cura,
la palla sbucia e la bambace attura.
°
Fra l’ antri innumerevoli vantaggi,
come sistema de riscallamento,
ho stabbilito ch’ogni reggimento
procuri de da’ foco a li villaggi.
Incomincia a fa’ freddo e capirai
ch’un po’ d’ umanità nun guasta mai
°
La polizzia scentifica ha già prese
l’impronte diggitali a tutti quanti
pe’ distingue l’eroi da li briganti
che fanno l’aggressione ner paese;
sarebbe un’ingiustizzia, e quer ch’è peggio
nun se saprebbe più chi fa er saccheggio.
°
Ho pensato a la fede. Ogni matina
un vecchio cappellano amico mio
dirà una messa e pregherà er bon Dio
perché protegga la carneficina.
Così, se perdo, invece der governo
rimane compromesso er Padre Eterno.
°
Ah nun pòi crede! quanto me dispiace
de stracinà ‘sto popolo a la guerra,
lui che per anni lavorò la terra
co’ la speranza de godé la pace ;
oggi per un capriccio che me pija,
addio campi, addio casa, addio famija !
°
Un giorno, appena tornerà er lavoro,
in quelli stessi campi de battaja
indove ha fatto strage la mitraja,
rivedremo ondeggià le spighe d’oro :
ma er grano sarà rosso e darà un pane
insanguinato da le vite umane.
°
Ma ormai ce semo e quer ch’è fatto è fatto :
vedremo infine chi ciavrà rimesso.
Addio, caro cuggino ; per adesso,
co’ la speranza che sarai disfatto
te, co’ tutto l’esercito, me dico
er tuo affezzionatissimo nemmico.
ottobre 1914
(da TRILUSSA – Poesie scelte – Oscar Mondadori
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1a edizione, 1969
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Il cinismo che impronta le decisioni dei potenti è meravigliosamente messo alla gogna in questa ironica e veritiera poesia del grande Trilussa.