ANPI III Municipio Roma “Orlando Orlandi Posti” @ANPIRomaPosti — 7.02 — 28 marzo 2023 –grazie infinite del ricordo che tenete vivo, chiara

 

“Uccidetemi, i miei compagni mi vendicheranno.” Catturato dai nazifascisti il #25marzo 1945, #RobertoDiFerro fu sottoposto a brutali torture affinché rivelasse informazioni. Vista inutile ogni violenza,il #28marzo fu prima fucilato e poi crocefisso a #PieveDiTeco. Aveva 14 anni.

 

 

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Roberto Di Ferro (Malvicino, 7 giugno 1930 – Pieve di Teco, 28 marzo 1945)

Roberto Di Ferro nasce nell’alessandrino a Malvicino il 7 giugno 1930. La famiglia, oltre ai genitori, è composta dai 2 fratelli e 2 sorelle: Roberto, Guido, Wanda e Mariella. Nel 1943 la famiglia si trasferisce ad Albenga dove Roberto finisce gli anni dell’obbligo scolastico, iniziando a lavorare come apprendista meccanico. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, inizia ad informarsi sul movimento di resistenza, assieme al fratello Guido.
Anche se i genitori erano contrari, vista la sua giovane età, il 2 settembre 1944 inizia a collaborare con i partigiani con il nome di battaglia Piccinen o Baletta, che in ligure è traducibile come “pallina” ed indica il comportamento tipico dell’età adolescenziale, inizialmente con funzione di staffetta ma dopo una breve esperienza partecipa attivamente anche alle azioni più rischiose.

Nella notte tra il 24 e il 25 marzo 1945 sopra Pieve di Teco, esattamente a Trovasta, si presentarono tre colonne motorizzate di tedeschi della Wehrmacht, tra le quali c’era una spia: Angela Bertone. I partigiani della zona, del distaccamento “Marco Agnese”, appartenente alla Brigata “Silvano Belgrano” della VI Divisione Garibaldi d’assalto “Bonfante”, furono colti di sorpresa e non riuscirono a fuggire. Il comandante Giovanni Trucco, nome di battaglia Franco, assieme a Sceriffo (Angelo Volpari) furono uccisi assieme ad altri uomini durante un conflitto a fuoco quando i tedeschi circondarono il casolare dove si erano nascosti. Baletta, assieme ad altri nove amici, vennero catturati una volta finite le munizioni. Alcuni partigiani vennero fucilati subito. Luigi Massabò, vicecomandante della IV Divisione, tentò un compromesso con i tedeschi chiedendo uno scambio di prigionieri con due ufficiali, senza successo. Baletta venne trasportato al Municipio di Pieve di Teco, dove venne interrogato e torturato dalla Wehrmacht per sapere informazioni sulle posizioni dei partigiani. Mantenne il silenzio. La mattina presto del 28 marzo venne portato vicino alla riva del fiume a Prato San Giovanni e fucilato a soli 14 anni. Prima di morire, i partigiani nascosti attorno lo sentirono urlare:

«Uccidetemi, i miei compagni mi vendicheranno[3]»

Il 25 aprile 1959 i suoi resti vennero trasportati nel Campo della Gloria presso il cimitero di Albenga. La città di Albenga ha voluto ricordare questo suo concittadino intitolandogli un asilo nido comunale.

 

DA:
https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Di_Ferro

 

 

 

segue dall’ANPI :

https://www.anpi.it/biografia/roberto-di-ferro

 

È – con Filippo Illuminato – uno dei più giovani partigiani decorati di Medaglia d’oro al valor militare.

Il ragazzino (lavorava già nonostante la giovanissima età, per aiutare la famiglia che si era trasferita dall’Alessandrino ad Albenga), fu tra i primi a darsi alla macchia dopo l’armistizio. Raggiunta una formazione partigiana sull’Appennino Ligure, “Baletta” fu, inizialmente impiegato come staffetta. Col passare dei mesi, fu difficile impedirgli di partecipare anche alle più rischiose operazioni della sua formazione. La Liberazione sembrava essere ormai imminente quando, il 27 marzo 1945, una colonna motorizzata tedesca, forte di duecento uomini, irruppe nella zona di Tovrasta, sopra Pieve di Teco. Guidava gli uomini della Wermacht un delatore. Un gruppo di partigiani del distaccamento “Marco Agnese”, appartenente alla Brigata “Silvano Belgrano” (VI Divisione Garibaldi d’assalto “Bonfante“), fu colto di sorpresa. Nell’impossibilità di rompere l’accerchiamento, i partigiani si difesero sino all’ultima cartuccia. Il loro comandante, Giovanni Trucco, fu ucciso, con altri suoi compagni, nel conflitto. “Baletta”, con nove superstiti, fu catturato dai tedeschi. Inutile il tentativo del vicecomandante della VI Divisione, Luigi Massabò, di salvarli: la proposta di uno scambio con due ufficiali nazisti fu respinta dai tedeschi, che trucidarono i dieci prigionieri e, per sopramercato, crocefissero “Baletta”. La memoria della giovane Medaglia d’oro della Resistenza è ancora molto viva nell’Alessandrino e nell’Imperiese. Un importante contributo a non dimenticare il bambino partigiano di Albenga è stato dato da Daniele La Corte col suo libro Diventare uomo – La Resistenza di Baletta (prefazione di Alessandro Natta), che nel 2006 è giunto, per i tipi della Totalprint di Genova, alla terza ristampa. Dal libro verrà tratto anche un film, che verrà girato nell’Alessandrino e nell’entroterra di Albenga e Imperia.

 

 

NOTA : 

DA :

https://www.movm.it/decorato/illuminato-filippo/

www.movm.it – Sito Ufficiale del Gruppo delle medaglie d’oro al Valor Militare d’Italia

 

FILIPPO ILLUMINATO

 

 

Filippo Illuminato.png

Napoli, Piazza Trieste e Trento, 28 settembre 1943.

FOTO : WIKIPEDIA
https://en.wikipedia.org/wiki/Filippo_Illuminato

 

Combattente tredicenne nella insurrezione di Napoli contro l’invasione tedesca, solo e con sublime ardimento, mentre gli uomini fatti cercavano riparo, muoveva incontro ad un’autoblindata che dalla piazza Trieste e Trento stava per imboccare via Roma. Lanciata una prima bomba a mano continuava ad avanzare sotto fuoco nemico e lanciava ancora un’altra bomba prima di cadere crivellato di colpi. Suprema, nobile temerarietà che solleva il ragazzo tredicenne agli eroi della Patria e che viene additata con fierezza al ricordo di Napoli e dell’Italia tutta. – Napoli, piazza Trieste e Trento, 28 settembre 1943.

 

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1 risposta a ANPI III Municipio Roma “Orlando Orlandi Posti” @ANPIRomaPosti — 7.02 — 28 marzo 2023 –grazie infinite del ricordo che tenete vivo, chiara

  1. DONATELLA scrive:

    Terribili queste morti. La Wermacht ha ucciso e torturato come le SS.

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