ANSA.IT — 27 MARZO 2023 — 15.58 :: Proteste in Israele bloccato dagli scioperi, 2 manifestanti entrano alla Knesset. Prime crepe nel governo Netanyahu verso lo stop alla riforma della giustizia. Il leader di estrema destra Ben Gvir minaccia la caduta del governo

 

 

ANSA.IT — 27 MARZO 2023 — 15.58
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Proteste in Israele bloccato dagli scioperi, 2 manifestanti entrano alla Knesset. Prime crepe nel governo

Netanyahu verso lo stop alla riforma della giustizia. Il leader di estrema destra Ben Gvir minaccia la caduta del governo

 

 

 

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu parlerà oggi alla nazione e potrebbe annunciare la sospensione della riforma giudiziaria.

La decisione è arrivata dopo la nottata di forti proteste in tutto il Paese a causa del licenziamento del ministro della difesa Yoav Gallant, reo di aver chiesto il fermo della riforma.

Anche il presidente Herzog questa mattina ha chiesto al premier lo stop dell’iter legislativo della riforma.

Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze e leader di Sionismo religioso, non intende rinunciare alla riforma giudiziaria. “Non dobbiamo fermare per alcun motivo la riforma. Siamo la maggioranza – ha affermato su Twitter -, non dobbiamo arrenderci alla violenza, all’anarchia, agli scioperi selvaggi, alla disobbedienza. Ci troviamo tutti alle 18 alla Knesset. Non consentiremo che ci rubino i nostri voti e il nostro Stato”. Anche Ben Gvir ha annunciato di partecipare alla manifestazione.

Si allarga la protesta popolare contro la riforma giudiziaria voluta dal governo Netanyahu innescata ieri dal licenziamento del ministro della difesa Yoav Gallant. All’aeroporto Ben Gurion sono bloccati tutti i decolli, su iniziativa del sindacato dei suoi dipendenti. Alla protesta si è unita la compagnia El Al. Circa 80 mila israeliani – secondo stime della polizia – si sono radunati oggi di fronte alle cancellate della Knesset per protestare contro la riforma giudiziaria avviata dal governo Netanyahu e contro il licenziamento del ministro della difesa Yoav Gallant. Su un palco improvvisato si sono alternati i principali leader della opposizione parlamentare, fra cui Yair Lapid, Benny Gantz e Avigdor Lieberman. La manifestazione, che sembra volgere al termine, si è svolta finora senza incidenti. Fra poco, in un parco vicino alla Knesset, affluiranno invece i sostenitori della destra nazionalista che sperano di radunare anch’essi una folla significativa.

Due manifestanti antiriforma sono riusciti ad entrare alla Knesset ed hanno contestato il ministro dell’educazione Yoav Kish gridandogli di dimettersi. Lo riportano i media secondo cui i due sono stati poi allontanati dalla sicurezza del luogo. Davanti il Parlamento si sta svolgendo la manifestazione di protesta indetta dalle organizzazioni anti riforma.

Il sindacato nazionale Histadrut ha dato indicazione a tutti i dipendenti del governo di scioperare, comprese tutte le missioni diplomatiche israeliane nel mondo. Lo scrive il Times of Israel. Un portavoce dell’ambasciata israeliana negli Stati Uniti conferma che la sede è stata chiusa fino a nuovo avviso. E anche l’ambasciata israeliana a Roma annuncia su Twitter che da oggi è chiusa e non saranno forniti i servizi consolari.

 

Israele, proteste contro il licenziamento del ministro della Difesa

 

Il premier Benyamin Netanyahu ha visto, tra gli altri leader della maggioranza, il ministro della Sicurezza nazionale e leader di estrema destra Itamar Ben Gvir. Secondo le ultime informazioni, Ben Gvir avrebbe detto che potrebbe dimettersi se il premier decidesse di fermare la riforma giudiziaria. Ma continuerebbe in ogni caso ad appoggiare dall’esterno la coalizione di maggioranza. Nel frattempo sia il ministro della giustizia Yariv Levin – uno degli architetti della riforma – sia quello degli esteri hanno fatto sapere che accetteranno qualunque decisione il premier possa prendere. Lo stesso ha preannunciato Aryeh Deri, il leader del partito religioso Shas.

 

Israele, proteste a Gerusalemme davanti la residenza di Netanyahu

 

Il leader del sindacato dei dipendenti degli aeroporti israeliani Pinchas Idan ha annunciato l’arresto immediato di tutti i decolli dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Si tratta, ha spiegato, di una protesta nei confronti della grande riforma giudiziaria avviata dal governo Netanyahu e contro il licenziamento del ministro della difesa Yoav Gallant. Poco prima il leader della centrale sindacale Arnon Bar David aveva preannunciato uno sciopero generale in tutto il Paese se Netanyahu oggi non formera’ quella riforma.

 

 

Israele: vacilla la riforma della giustizia (da Tel Aviv Massimo Lomonaco)

Bloccato da uno sciopero a sorpresa anche il porto commerciale di Ashdod, nel sud di Israele. In mattinata uno sciopero improvviso è stato proclamato anche negli ospedali. Le università hanno annunciato il blocco ad oltranza delle lezioni in quanto, hanno affermato “non ci può essere vita accademica dove non c’è più democrazia”. Chiusi anche numerosi centri commerciali, ed agitazioni fra i dipendenti del ministero della giustizia.

Secondo i media è possibile inoltre una chiusura delle filiali delle banche, anche se essa richiede una autorizzazione particolare. I trasporti pubblici sono stati autorizzati a continuare a fornire i loro servizi. Ciò anche, è stato spiegato, per consentire ai dimostranti di raggiungere Gerusalemme per partecipare ad una grande manifestazione di fronte al parlamento.

 

Dopo il licenziamento da parte del premier Benyamin Netanyahu del ministro della Difesa Yoav Gallant, i leader delle proteste anti riforma hanno indetto da subito una manifestazione a Tel Aviv di fronte al ministero della Difesa. Altri manifestanti sono andati a dimostrare in segno di solidarietà sotto la casa dell’ex ministro, a Gerusalemme, e proteste si sono svolte anche a Beersheva e ad Haifa.

Il leader dell’opposizione Yair Lapid ha attaccato la decisione di Netanyahu, sostenendo che “il premier può licenziare il ministro, ma non può licenziare la realtà del popolo di Israele che sta resistendo alla follia della maggioranza”.  Il segretario generale dell’Histadrut, il potente sindacato laburista, Arnon Bar-David, ha annunciato una conferenza stampa per oggi durante la quale potrebbe annunciare uno sciopero generale.

 

 

AGENZIA ANSA

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“Siamo profondamente preoccupati per gli sviluppi in corso in Israele, compreso il potenziale impatto sulla capacità di reazione militare sollevato dal ministro della difesa Yoav Gallant, che sottolinea ulteriormente l’urgente necessità di un compromesso”: lo ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa John Kirby.

 

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1 risposta a ANSA.IT — 27 MARZO 2023 — 15.58 :: Proteste in Israele bloccato dagli scioperi, 2 manifestanti entrano alla Knesset. Prime crepe nel governo Netanyahu verso lo stop alla riforma della giustizia. Il leader di estrema destra Ben Gvir minaccia la caduta del governo

  1. DONATELLA scrive:

    Speriamo che la pausa per la Pasqua ebraica, dichiarata dal governo, non mini la resistenza e la protesta.

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