ANSA.IT — 31 MARZO 2023 –16.31 :: La Russa: “Via Rasella pagina tutt’altro che nobile”. Il presidente del Senato: “Furono uccisi semipensionati di una banda musicale, non nazisti SS” + ANSA, 16.46 : IL PROF. ANDREA DI MICHELE ( UNIV. BOLZANO ) +++ ALESSANDRO BARBERO, ATTENTATO VIA RASELLA -( nuova conferenza )-

 

 

ANSA.IT — 31 MARZO 2023 –16.31
https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/03/31/la-russa-via-rasella-pagina-tuttaltro-che-nobile_e23fedd8-b5b9-49a2-b366-eb6e0ab60bb8.html

 

La Russa: “Via Rasella pagina tutt’altro che nobile”.

Il presidente del Senato: “Furono uccisi semipensionati di una banda musicale, non nazisti SS”

 

PREESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA

 

 

“Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia su cittadini romani, antifascisti e non”, ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa a Terraverso, podcast di Libero, rispondendo sulle critiche alla premier Meloni circa l’eccidio delle Fosse Ardeatine riferito a ‘morti italiani’:

‘Un attacco pretestuoso – ha detto – Tutti sanno che i nazisti hanno assassinato detenuti, anche politici, ebrei, antifascisti e persone rastrellate a caso, certo non gente che collaborava con loro’.

“Non sarà il primo 25 aprile che celebro, sono andato da ministro della Difesa a rendere omaggio al monumento dei partigiani, ho portato un mazzo di fiori a tutti i partigiani, anche a quelli rossi che come è noto non volevano un’Italia libera e democratica ma volevano un’Italia comunista.

Chi muore per un’idea e per una scelta ideale, non può mai essere oggetto di avversione” ha aggiunto La Russa ospite di Terraverso, il podcast di Libero Quotidiano.

 

 

ORE 17.52

“Parole indecenti, inaccettabili per il ruolo che ricopre”, ha replicayo la segretaria del Pd Elly Schlein; per la vicecapogruppo del M5s a Montecitorio, Vittoria Baldino, “la vera sfida è non farsi trascinare in questi biechi tentativi di distrazione dai problemi reali”.

Anche se le dichiarazioni del presidente del Senato sono comunque considerate “revisioniste”, come dice il capogruppo cinquestelle alla Camera Francesco Silvestri. Caustico Carlo Calenda: “Sono ammirato dalla determinazione con cui La Russa sta riuscendo a dimostrare ogni giorno la sua inadeguatezza come presidente del Senato”, scrive su Twitter il leader di Azione. (ANSA).

 

L’ira di Anpi: “Parole indegne”
“Le parole di La Russa sono semplicemente indegne per l’alta carica che ricopre e rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo tesa ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza”.

 

Lo afferma il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo. “Il terzo battaglione del Polizeiregiment colpito a via Rasella mentre sfilava armato fino ai denti – ricorda Pagliarulo – stava completando l’addestramento per andare poi a combattere gli Alleati e i partigiani, come effettivamente avvenne. Gli altri due battaglioni del Polizeiregiment erano da tempo impegnati in Istria e in Veneto contro i partigiani”.

“L’attacco di via Rasella, pubblicamente elogiato dai comandi angloamericani – secondo il presidente dell’Anpi – fu la più importante azione di guerra realizzata in una capitale europea. Dopo la presidente del Consiglio, anche il presidente del Senato fa finta di ignorare che non furono i soli nazisti a organizzare il massacro delle Fosse Ardeatine, perché ebbero il fondamentale supporto di autorità fasciste italiane”.

 

 

LO STORICO ANDREA DI  MICHELE, UNIV. BOLZANO

ANSA.IT — 31 MARZO  2023 –16.26
https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2023/03/31/il-terzo-polizeiregiment-bozen-di-via-rasella_e0ec922d-9d5e-47aa-abdb-f5e0841aed83.html

 

Il terzo Polizeiregiment Bozen di via Rasella.

Lo storico Di Michele, “non innocue formazioni”

 

LO STORICO ANDREA DI MICHELE- professore di storia contemporanea della Libera università di Bolzano

 

 Il Polizeiregiment Bozen, che il 23 marzo 1944 fu l’obiettivo dell’attentato della resistenza romana in via Rasella, non era “un’innocua formazione di vecchietti”.
Lo afferma Andrea Di Michele, professore di storia contemporanea della Libera università di Bolzano.

Nell’azione dei Gap morirono 33 militari del terzo battaglione del Polizeiregiment Bozen e due civili. La rappresaglia tedesca seguì, senza alcun preavviso, il giorno successivo con l’eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui furono uccisi 335 prigionieri, tra cui dieci civili arrestati nelle vicinanze di via Rasella immediatamente dopo l’attentato.

    Come ricorda Di Michele, “sull’attentato di via Rasella si sono susseguite nel corso dei decenni tante letture diverse, molte volte con finalità strumentali. Ciò è avvenuto anche in riferimento al ruolo e al profilo dei soldati sudtirolesi del battaglione Bozen”.

Secondo lo storico, “nell’immediato dopoguerra, quando l’Italia, per assicurarsi il confine del Brennero, aveva tutto l’interesse a sottolineare le compromissioni dei sudtirolesi con il nazionalsocialismo, figure istituzionali presentarono il battaglione Bozen come formato da Ss e sostennero addirittura che furono i sopravvissuti di quello stesso battaglione a compiere la terribile rappresaglia alle Fosse Ardeatine”.

A questa lettura si sono spesso contrapposte letture di segno opposto, “volte a mostrare quei sudtirolesi (e i sudtirolesi in generale) come pure vittime incolpevoli del nazionalsocialismo. Ecco allora che i soldati del battaglione Bozen vengono dipinti come innocui uomini di mezza età, presi in mezzo per caso”, afferma Di Michele.

Le ricerche storiche ci dicono che il Polizeiregiment Bozen viene costituito nel settembre 1943, subito dopo che i nazisti costituiscono l’Operationszone Alpenvorland, la Zona di Operazione delle Prealpi, comprendente le province di Bolzano, Trento e Belluno, “che vengono di fatto, anche se non formalmente, annesse al Reich”. Si compone di tre battaglioni.

“All’inizio del 1944, due battaglioni del Bozen vengono inviati in Istria e nel bellunese, dove mostrano coi fatti di non essere delle innocue formazioni di vecchietti. Partecipano infatti attivamente alla guerra antipartigiana condotta dai nazisti, incendiano villaggi e fucilano civili”, spiega lo storico.

“Il terzo battaglione viene invece inviato a Roma, dove il 23 marzo 1944 subisce l’attentato dei Gap. Alla fine della guerra lo ritroviamo attivo al nord, anch’esso impegnato in azioni di lotta antipartigiana”, precisa Di Michele. (ANSA).

 

ALESSANDRO BARBERO, ATTENTATO DI VIA RASELLA

una conferenza sullo stesso tema già pubblicata, ma fatta in altra occasione

 

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  1. DONATELLA scrive:

    Bellissima, tragicamente emozionante e storicamente precisa la ricostruzione di questo dramma storico ed umano. Per molto tempo anch’io avevo avuto dei dubbi sulla opportunità di questa azione partigiana, tutto ciò per dire di quanto le false notizie avessero inquinato l’opinione pubblica.

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