grazie a Donatella ! +++ GIOVANNI VALENTINI, Se non riuscite a spendere tutti i soldi del Pnrr chiamate Barca– IL FATTO QUOTIDIANO  — 27 APRILE 2023 + 2 note

 

 

Donatella che vola: finalmente ! dice lei.

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO  — 27 APRILE 2023
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/04/27/se-non-riuscite-a-spendere-tutti-i-soldi-del-pnrr-chiamate-barca/7143033/

 

Se non riuscite a spendere tutti i soldi del Pnrr chiamate Barca

 

Agcom, Giovanni Valentini il candidato dei consumatori - CorCom

 

In un crescendo propagandistico e mistificatorio, i ministri di Giorgia Meloni stanno cercando di diffondere il mantra che l’Italia non è in grado di spendere tutti i soldi europei delRecovery Fund: 191,5 miliardi di euro, di cui 68,9 di sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 di prestiti a tassi agevolati, disposti dall’Unione europea per superare la crisi provocata dalla pandemia. Sono troppi, ripetono in coro, arrivando ad addebitare all’ex capo del governo giallorosso Giuseppe Conte la “colpa” di averli chiesti e ottenuti, dopo aver insinuato che non era merito suo bensì degli algoritmi di Bruxelles. Da Fitto a Crosetto, i sodali della premier si comportano al pari della volpe quando non può arrivare all’uva: dicono che è acerba, come nella favola di Esopo.

Se il governo della destra non fosse capace di utilizzare in sei anni questa manna dal cielo, sarebbe un grave danno per l’Italia. Un’ammissione d’incapacità e d’impotenza che nuocerebbe al nostro Paese sul piano dei conti pubblici e dell’immagine internazionale. Si può anche chiedere legittimamente di modificare i progetti: tanto più a causa della guerra in Ucraina che ha sconvolto gli equilibri europei e il mercato dell’energia. E magari si possono concordare dilazioni nei tempi di attuazione, come ha fatto il governo socialista portoghese,mentre l’applicazione del Pnrr corre invece in Spagna.

Ma quello che non si può fare è buttare al vento un’occasione storica per rilanciare l’Italia, dotarla di infrastrutture più moderne, favorire la transizione ecologica e digitale. Questo è un treno che non passerà più. In futuro, non disporremo mai di una tale quantità di finanziamenti a tassi tanto favorevoli. Se rinunciamo al Piano nazionale di ripresa e resilienza, alziamo bandiera bianca; ci arrendiamo a una crisi economica e sociale che minaccia di emarginare il nostro Paese nel contesto occidentale.

Bastano pochi dati di confronto per rendersene conto. Nel 2022, la Francia ha investito tra pubblico e privato 260 miliardi di euro più dell’Italia e la Germania addirittura 470. Rispettivamente, l’equivalente di uno e di due Recovery in un solo anno. Nel frattempo, l’America ha lanciato un piano di investimenti sulle nuove tecnologie da 800 miliardi di dollari, coinvolgendo i privati con un credito d’imposta del 40%. E un analogo meccanismo si potrebbe adottare in un Paese come il nostro, ricco di imprenditorialità diffusa.

Anche noi, del resto, possiamo vantare qualche precedente virtuoso. Nei 16 mesi del governo Monti, il ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca riuscì a sbloccare i progetti per il Sud che giacevano nei cassetti della burocrazia: tra cui, il “Progetto Pompei”, l’alta capacità ferroviaria Napoli-Bari, i programmi per gli asili-nido e per gli anziani non autosufficienti.“Salvò” così 12 miliardi di euro, partendo da un utilizzo dei fondi europei che a metà 2011 era al 22% e salì al 30% già a fine 2012.

 

“L’incapacità del governo non deriva da un deficit di potere, bensì da un deficit di conoscenza e partecipazione nelle decisioni e nell’attuazione”, scrisse poi Barca nel libro La traversata (Feltrinelli, 2013).

Da intellettuale della politica e dell’economia, rievocò un neologismo – “catoblepismo” – coniato da Raffaele Mattioli per denunciare la dipendenza patologica fra controllori e controllati, cioè l’intreccio perverso che s’era creato fra le grandi banche e l’industria alla vigilia della crisi del 1930-’31.

E lo stesso ex ministro avvertì: “L’aggravante della crisi italiana, con la prolungata assenza di buon governo, sta nel concorrere di una macchina dello Stato arcaica e autoreferenziale e di partiti Stato-centrici, ai quali hanno contribuito le regole del finanziamento pubblico e la deriva culturale del Paese”. Ma forse, dieci anni fa, neppure lui poteva immaginare fino a che punto questa deriva sarebbe arrivata.

 

 

NOTA : 1-.-   LIBRO DI FABRIZIO BARCA

 

La traversata. Una nuova idea di partito e di governo - Fabrizio Barca - copertina

La traversata. Una nuova idea di partito e di governo

 

Fabrizio Barca è salito alla ribalta mediatica come ministro tecnico del governo Monti. Ma, conclusa questa esperienza, è iniziata per lui una nuova fase: ha preso la tessera del Partito democratico, ha elaborato un documento di intervento politico (la famosa “Memoria”, disponibile in Rete da aprile 2013) e ha iniziato un lungo viaggio in Italia, tra circoli, convegni, fondazioni, per raccogliere suggerimenti, critiche, spunti di riflessione. Questo libro è il tentativo di elaborare una sintesi di tutto il lavoro fatto fin qui. In una lunga intervista a Stefano Feltri, Barca racconta le sue proposte ma anche la sua storia personale. Viene poi presentata, in una versione aggiornata (in particolare sulla questione dell’identità della sinistra), la sua “Memoria” scritta a conclusione dell’esperienza di governo: una riflessione su quello che non va nel sistema dei partiti italiani, e la proposta di una visione politica, apertamente “di sinistra”, del Pd. Due capitoli tentano di dare conto, in maniera necessariamente parziale, del dibattito scaturito dalle tesi della “Memoria”, sia tra esperti e politologi, ma anche tra iscritti, simpatizzanti, curiosi che hanno potuto discutere con Barca nelle varie tappe del suo percorso sul territorio. A conclusione del libro, Barca ritorna sui punti qualificanti della sua proposta, lavorando a una sintesi dei multiformi stimoli venuti dal viaggio e delle sue proposte, in vista di una ripresa della discussione a partire dall’autunno del 2013.

 

 

NOTA 2 — RAFFAELE MATTIOLI

 

Raffaele Mattioli: il banchiere umanista - Fondazione Corriere

FOTO : Fondazione Corriere

 

Raffaele Mattioli (Vasto20 marzo 1895 – Roma27 luglio 1973) è stato un banchiere ed economista italiano. Per il suo impegno a favore della cultura è spesso ricordato come il banchiere umanista.

Nel 1925 entra alla Banca Commerciale Italiana (detta Comit) e nel 1931 rimpiazza l’amico Giuseppe Toeplitz nella carica di Direttore Generale, poi, nel 1933, in quella di Amministratore Delegato. Convinto antifascista, ha comunque rapporti, legati alla sua carica, con Benito Mussolini, ma incontra in segreto anche Palmiro Togliatti.

Il rapporto col Partito Comunista d’Italia e con Togliatti avviene attraverso l’amicizia con Piero Sraffa, al quale fa pervenire cospicui contributi alle spese di ricovero di Antonio Gramsci; dopo la morte dell’intellettuale sardo nel 1937, Mattioli si adopererà per salvare i suoi Quaderni del carcere. In quegli anni l’ufficio studi della Comit diventa una sorta di università “segreta” della classe dirigente laica e antifascista, dove saranno accolti, tra gli altri, Ugo La MalfaGiovanni MalagodiGuido Carli ed Enrico Cuccia, con cui costruì il progetto dell’IRI e di Mediobanca.

Fu il primo banchiere italiano a sostenere Enrico Mattei finanziando la sopravvivenza dell’AGIP nei primi periodi di amministrazione Mattei.

 

 

una curiosità :

Nell’azione di mecenatismo compiuta da Mattioli un posto a sé merita il sostegno fornito a Carlo Emilio Gadda, ospitato dopo che lo scrittore era sfollato da Firenze, bombardata nella primavera del ’44. Gadda fu soccorso con committenze e generosi prestiti e col finanziamento di un premio al suo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. Lo scrittore ringrazierà il banchiere dedicandogli le Novelle dal Ducato in fiamme (1953): «A Raffaele Mattioli\despota dei numeri veri\editore dei numeri\e dei pensieri splendidi\in segno di ammirata gratitudine»; Verso la Certosa (1961) «A Raffaele Mattioli\dedicando queste pagine» (con una lunga prefazione-dedica di quattro pagine); infine semplicemente «a Raffaele Mattioli» il racconto San Giorgio in casa Brocchi, nella raccolta degli Accoppiamenti giudiziosi (1963)

DA : 

https://it.wikipedia.org/wiki/Raffaele_Mattioli

 

 

UN RAPIDO E DIVERTENTE RITTRATTO DI RAFFAELE MATTIOLI  NEL LINK

ROLLINGSTONE.IT / CULTURA

15 MARZO 2022

https://www.rollingstone.it/cultura/podcast/raffaele-mattioli-intellettuale-banchiere-e-antifascista/623994/

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