LUIGI PINTOR ( 1925-2003 ) -I RAGAZZI DI SALO’ –IL MANIFESTO, 28 APRILE 2023– RISTAMPA DAL MANIFESTO – 14 MAGGIO 1996

 

IL MANIFESTO, 28 APRILE 2023

https://ilmanifesto.it/i-ragazzi-di-salo

 

I ragazzi di Salò

DAL MANIFESTO DEL 14 MAGGIO 1996. Mi domando come mai i ragazzi e le ragazze di Salò siano venuti in mente a Luciano Violante nell’anno 1996, nel giorno della sua elezione alla presidenza della Camera. Non […]

I ragazzi di Salò

LUIGI PINTOR  (Roma, 18 settembre 1925 – Roma, 17 maggio 2003 ), scrittore e giornalista, Membro della Camera dei deputati della Repubblica Italiana (1987–1992)

da wikipedia:

Prende parte giovanissimo alla guerra di liberazione partigiana dopo aver ricevuto da Napoli una “lettera testamento” del fratello maggiore Giaime, datata 28 novembre 1943. Due giorni dopo, il fratello, figura di spicco tra i giovani intellettuali antifascisti, sarebbe saltato su una mina mentre tentava di raggiungere, d’accordo con il Comando inglese, gruppi partigiani nel Lazio. Luigi Pintor combatte con i GAP (Gruppi di Azione Patriottica) romani sino al 14 maggio 1944; quel giorno, tradito da Guglielmo Blasi (un gappista che aveva partecipato all’attentato di via Rasella e che poi, arrestato per furto, era finito per entrare nel reparto speciale di polizia fascista denominato “banda Koch“), viene arrestato con Carlo SalinariFranco Calamandrei e Silvio Serra.

Con Serra, Pintor è portato alla pensione Iaccarino, base della “banda Koch” e interrogato e torturato per otto giorni; viene poi rinchiuso a Regina Coeli insieme a Serra, nell’attesa della condanna a morte. Quando la sentenza sta per essere eseguita e Pintor è riportato, con Serra ed altri quattro antifascisti, alla pensione Iaccarino, un intervento del Vaticano determina un rinvio e un nuovo trasferimento a Regina Coeli dei condannati. Per loro l’arrivo degli americani a Roma rappresenta la salvezza (anche se Serra sarebbe caduto l’anno dopo combattendo nel Ravennate).

segue : https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Pintor#La_Resistenza

Mi domando come mai i ragazzi e le ragazze di Salò siano venuti in mente a Luciano Violante nell’anno 1996, nel giorno della sua elezione alla presidenza della Camera. Non trovo risposta.

Non mi pare che ci sia un’emergenza, che viviamo tempi di antifascismo attivo e persecutorio da scoraggiare. Oggi è riconosciuta a Priebke più dignità che alle sue vittime. E se qualcuno deve difendersi dall’insulto di giornali e volantini, si tratta di qualche vecchio partigiano.

Non direi neppure che i fascisti o post-fascisti abbiano bisogno di risarcimenti supplementari. Sono non solo del tutto riabilitati e innocenti ma gratificati da un vasto consenso, e per poco non sono al governo dell’Italia. Un clima persecutorio contro i vinti non c’è mai stato neanche in passato.

Ci fu un’amnistia e nessuna epurazione né in basso né in alto. L’unico processato e fucilato dopo la guerra fu mi pare Pietro Koch, giovane capo della banda omonima, un patriota che ho conosciuto.

Fin dall’inizio il Msi, erede della Rsi, fu legittimato come forza politica ausiliaria e utilizzato in alleanze elettorali e parlamentari. Parallelamente, la Resistenza nella sua componente comunista fu denigrata dai governi democristiani e dai corpi dello Stato con molto zelo, in coerenza con la guerra fredda.

Più in generale, la storia è stata riscritta in questi anni non solo in Italia ma in Europa e le parti sono state ribaltate. Non parificate o conciliate, ma ribaltate. E’ senso comune che l’olocausto sia un’esagerazione e che la gioventù hitleriana, come i militi della Rsi, avesse alti ideali. Un caduto o un decorato della Resistenza sono invece controversi o retorici, garibaldini ritardati.

Erano miei compagni di scuola, i ragazzi e le ragazze di Salò. Non erano misteriosi, erano figli del fascismo e hanno continuato a fare ciò che gli era stato insegnato. Oppure erano coscritti ( di leva, appena nominato ), dopo l’8 settembre non c’erano le truppe americane ma le accoglienti divisioni tedesche.

Di fronte al Senato ho rivisto per caso alzando gli occhi la lapide che ricorda Persichetti, un ragazzo di Porta S. Paolo. Questo sì che è un mistero, come gli sarà venuto in mente di andare a morire da solo contro un intero esercito? Tutto per lui era perduto in quei giorni, come avrà fatto a ritrovare l’identità?

Tra i miei compagni di scuola c’era anche un certo Serra, che come gappista partecipò indirettamente a via Rasella, poi fu arrestato, poi si arruolò nell’esercito volontario e fu ucciso da un obice sulla linea gotica. Era un vincitore nato, poco interessante.

Non sentivo il bisogno, lo confesso, di una menzione speciale dei ragazzi e delle ragazze di Salò. Non sentivo il bisogno neppure di un’ovazione fascista. Ma forse è questa l’arte di governo. Forse serve a formare un fronte unico contro chi attenta al cuore dello Stato.

*Luciano Violante fu eletto presidente della camera il 9 maggio, Pintor scrisse l’articolo il 14 maggio 1996.

 

 

NOTA :

ANPI. BIOGRAFIA

https://www.anpi.it/biografia/raffaele-persichetti

Raffaele Persichetti

Nato a Roma il 12 maggio 1915, caduto a Roma il 10 settembre 1943, insegnante, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.

Nella primavera del 1940, quando un manipolo di fascisti irruppe al “Visconti” per costringere studenti e insegnanti a partecipare ad una manifestazione a favore della guerra, il professor Persichetti accorse in difesa di un collega sacerdote malmenato e fu a sua volta duramente colpito al capo a bastonate. Pochi mesi dopo, richiamato alle armi, fu inviato prima sul Fronte occidentale e poi su quello greco-albanese, come tenente dei “Granatieri di Sardegna”. Rimpatriato per invalidità, nel maggio del 1942 il giovane ufficiale fu collocato in congedo assoluto. A Roma, Persichetti prese contatti con gli antifascisti del Partito d’Azione e quando, l’8 settembre 1943, fu annunciato l’armistizio, fu tra i primi ad organizzare la resistenza armata contro i tedeschi. Cadde combattendo a Porta San Paolo. Questa la motivazione della ricompensa al valore conferita alla memoria del giovane insegnante: “Ufficiale dei granatieri invalido di guerra, all’atto dell’armistizio con gli alleati si schierò generosamente e volontariamente contro l’oppressore tedesco, favorendo ed organizzando la partecipazione di suoi amici e della popolazione alla lotta armata della Capitale. In abito civile e sommariamente armato accorse poi sulla linea di fuoco dei suoi granatieri, schierati in battaglia contro superiori forze tedesche. Prode fra i prodi, incitò con la parola e con l’esempio i commilitoni all’estrema resistenza fino a che, colpito a morte, immolava la sua giovane vita nella visione della Patria rinata alla libertà”.

 

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1 risposta a LUIGI PINTOR ( 1925-2003 ) -I RAGAZZI DI SALO’ –IL MANIFESTO, 28 APRILE 2023– RISTAMPA DAL MANIFESTO – 14 MAGGIO 1996

  1. DONATELLA scrive:

    I ragazzi di Salò: se l’umana pietà può comprendere questa definizione, politicamente non ne ho mai capito la necessità.

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