è dedicato alla grande- e nostra — Donatella, maestra del riso carnascialesco ! +++ FRANCESCO CERATO, STORIA MEDIEVALE :: Il Carnevale nel Medioevo e il mondo alla rovescia secondo Bachtin –Medium Aevum– 5 marzo 2019 + 2 note

 

 

 

 

Il Carnevale nel Medioevo e il mondo alla rovescia secondo Bachtin

 

 

di BACHTIN M.M., L’opera di Rabelais e la cultura popolare. Riso, carnevale e festa nella tradizione medievale e rinascimentale, Torino 1995, pp. 7-14 passim.

 

Pieter Bruegel il Vecchio, Lotta tra Carnevale e Quaresima. Olio su tavola, 1559. Wien, Kunsthistorisches Museum.

 

I divertimenti di tipo carnevalesco e le azioni o i riti comici a essi collegati, avevano un ruolo enorme nella vita dell’uomo del Medioevo. Oltre al carnevale propriamente detto, con tutte le sue azioni e processioni complicate che occupavano per giorni interi le piazze e le strade, si celebravano la «festa dei folli» (festa stultorum) e la «festa dell’asino»; ed esisteva anche uno speciale «riso pasquale» (risus paschalis) libero, consacrato dalla tradizione. Inoltre, quasi tutte le feste religiose avevano un loro aspetto comico, pubblico e popolare, anch’esso consacrato dalla tradizione. Questo era il caso, per esempio, delle «feste del tempio», accompagnate di solito da fiere, con il loro apparato ricco e vario di divertimenti pubblici (vi si esibivano giganti, nani, mostri, bestie «sapienti»). L’atmosfera carnevalesca dominava anche la rappresentazione dei misteri e delle soties. E regnava egualmente in alcune feste agricole, come la vendemmia (vendange), che era celebrata anche in città. Il riso accompagnava anche le cerimonie e i riti civili della vita di ogni giorno: buffoni e stolti vi partecipavano sempre e parodiavano tutti i diversi momenti del cerimoniale serio (proclamazione dei nomi dei vincitori di un torneo, cerimonie per la concessione di diritti feudali, vestizione di cavalieri, ecc.). E nessuna festa aveva luogo senza che vi mancassero elementi dell’organizzazione comica come, per esempio, l’elezione, per il periodo della festa, di re e regine «per burla» (roi puor rire).

Tutte queste forme di riti e spettacoli organizzati in modo comico erano molto diffuse in tutti i paesi dell’Europa medievale, ma si distinguevano per la loro ricchezza e la loro complessità nei paesi di cultura romanza, e in particolare in Francia […].

 

London, British Library. Stowe Ms. 17, The Maastricht Hours (XIV sec.), f. 49r.

 

Tutte queste forme, organizzate sul principio del riso, presentavano una differenza estremamente netta, di principio si potrebbe dire, rispetto alle forme di culto e alle cerimonie ufficiali serie della chiesa e dello stato feudale. Esse rivelavano un aspetto completamente diverso del mondo, dell’uomo e dei rapporti umani, marcatamente non ufficiale, esterno alla Chiesa e allo Stato;

sembravano aver edificato accanto al mondo ufficiale un secondo mondo e una seconda vita, di cui erano partecipi, in misura più o meno grande, tutti gli uomini del Medioevo, e in cui essi vivevano in corrispondenza con alcune date particolari.

Tutto ciò aveva creato un particolaredualismo del mondo, e non sarebbe possibile comprendere né la coscienza culturale del Medioevo, né la cultura del Rinascimento senza tenere in considerazione questo dualismo. L’ignorare o il sottovalutare il riso popolare del Medioevo porta a snaturare il quadro di tutta l’evoluzione storica della cultura europea nei secoli seguenti […].

Il carnevale, in opposizione alla festa ufficiale, era il trionfo di una sorta di liberazione temporanea dalla verità dominante e dal regime esistente, l’abolizione provvisoria di tutti i rapporti gerarchici, dei privilegi, delle regole e dei tabù. Era l’autentica festa del tempo, del divenire, degli avvicendamenti e del rinnovamento. Si opponeva a ogni perpetuazione, a ogni carattere definitivo e a ogni fine. Volgeva il suo sguardo all’avvenire incompiuto.

 

Oxford, Bodleian Library. Ms. Bodley 264, Roman d’Alexandre (XIV sec.), f. 21v. Danze per il carnevale

 

Un significato del tutto particolare aveva l’abolizione di tutti i rapporti gerarchici.

In effetti, durante le feste ufficiali le differenze gerarchiche erano mostrate in modo evidente: in esse bisognava apparire con tutte le insegne del proprio titolo, grado e stato, e occupare il posto assegnato al proprio rango. La festa consacrava l’ineguaglianza. Al contrario, nel carnevale tutti erano considerati uguali, e nella piazza carnevalesca regnava la forma particolare del contatto familiare e libero fra le persone, separate nella vita normale – non carnevalesca – dalle barriere insormontabili della loro condizione, dei loro beni, del loro lavoro, della loro età e della loro situazione familiare.

NOTA 1 —

MASSIMO MONTANARI-

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/9c/Massimo_Montanari.jpg

foto: en.wikipedia.org

MASSIMO MONTANARI-( Imola, 1949 ) –  insegna Storia dell’alimentazione all’Università di Bologna, dove ha fondato il Master “Storia e cultura dell’alimentazione”. È ritenuto, a livello internazionale, uno dei maggiori specialisti di storia dell’alimentazione.

scritto in coll. con G. Albertoni, T. Lazzari e G. Milani
pp. 312
Laterza, 2022

 

nota 2 MICHAIL BACHTIN

 

L'opera di Rabelais e la cultura popolare - Michail Bachtin - copertina

L’opera di Rabelais e la cultura popolare

 

di Michail Bachtin(Autore)

Einaudi, 2001

 

La visione carnevalesca del mondo in Rabelais, là dove parla la «lingua originale e complessa del popolo che ride».

In questo studio pionieristico e profondamente innovativo l’interpretazione dell’opera di Rabelais consente a Bachtin di far luce sulle fonti e sull’evoluzione della cultura popolare: Gargantua et Pantagruel diventa «la chiave per esplorare gli splendidi santuari dell’arte comica popolare» del Medioevo e del Rinascimento. Obiettivo primario di quest’indagine è di comprendere la lingua delle forme e dei simboli carnevaleschi, quella appunto di cui si serve Rabelais. Definendo «realismo grottesco» il sistema di immagini della cultura comica popolare, Bachtin nota come in esso l’ elemento « basso», materiale e corporeo, costituisca un principio profondamente positivo. Egli mette cosí a confronto il canone grottesco e quello classico di rappresentazione del corpo, soffermandosi sul primo non per sostenerne la priorità, ma perché essa ha determinato la concezione figurativa della cultura comica e popolare.

 

Michail Bachtin
FOTO —HOMOLAICUS.COM 

MICHAIL BACHTIN  – ( Orël17 novembre 1895 – Mosca7 marzo 1975) è stato un filosofo e critico letterario russo. E’ Bachtin è considerato uno dei più significativi pensatori del ventesimo secolo.

https://it.wikipedia.org/wiki/Michail_Michajlovi%C4%8D_Bachtin

 

NEL LINK SOTTO, SI PARLA DI BACHTIN IN MODO PIU’ APPROFONDITO:

https://www.homolaicus.com/letteratura/bachtin.htm

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  1. Chiara Salvini scrive:

    chiara: di nuovo mi scuso per l’impaginazione, ma la forza che conduce non è mia.

  2. DONATELLA scrive:

    Sarebbe bello avere il riso carnascialesco, ridere e sorridere anche su se stessi, decisamente un punto d’arrivo!

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