Desirée Maida, MUDEC, MILANO :: DALI’ MAGRITTE MAN RAY – UN NUOVO MODO DI PRESENTARE IL SURREALISMO — DAL MUSEO BOIJMANS VAN BEUNINGEN DI ROTTERDAM, OLANDA

 

Artribune

  

Apre al Mudec di Milano la grande mostra dedicata al Surrealismo

 

L’ESPOSIZIONE APPENA INAUGURATA DAL MUSEO MILANESE OSPITA 180 OPERE PROVENIENTI DA UNA DELLE COLLEZIONI PIÙ PRESTIGIOSE DI ARTE SURREALISTA, OVVERO QUELLA DEL MUSEO BOIJMANS VAN BEUNINGEN DI ROTTERDAM

 

ORARI –

La mostra apre il lunedì dalle 14:30 alle 19:30, il martedì, il mercoledì, il venerdì e la domenica dalle 9:30 alle 19:30, il giovedì e il sabato dalle 9:30 alle 22:30. Biglietto: intero 16 euro, ridotto 14 euro. Per infor: www.mudec.it

 

 

Table solaire

Salvador Dalí

1936 Olio su tavola

 

 

 

Le témoin

Man Ray

1941 Cartone, MDF, vernice a smalto, vetro

 

 

 

 

SALVADOR DALI’, VENERE DI MILO A CASSETTI, 1936

 

 

 

 

Cadeau/Audace

Man Ray

1921 Ghisa e chiodi in rame

 

 

 

 

SALVADOR DALI’ – Mae West Lips Sofa, da 1938)

 

 

Couple aux têtes pleines de nuages - Museum Boijmans Van ...

Couple aux têtes pleines de nuages
Salvador Dalí
1936 | Olio su tavola

 

 

 

 

 

Le couple

Max Ernst

1923 Olio su tela

 

 

 

WILFREDO LAM, CLARIVIDENCIA, 1950

 

Fotografia dell'artista Wilfredo Lam in piedi accanto alle opere d'arte

Wilfredo Lam  — 1902, Sagua la Grande, Cuba  / 1982, Parigi, Francia

foto e biografia: https://thedali.org/exhibit/wilfredo-lam-north-america/

 

 

 

Paul Delvaux  La ville rouge  1944  Olio su tela  Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam  © Paul Delvaux Foundation by SIAE 2023

 

 

La reproduction interdite

Renè Magritte

1937 Olio su tela

 

 

La maison de verre

Renè Magritte

1939 Gouache su carta

 

 

Sous les résédas

Meret Oppenheim

1955 Olio su Masonite

 

 

 Jacques Lacomblez, Déplier les énigmes, 2009, Olio su tela. Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam. Inv. 4159 (MK)

 

JACQUES LACOMBLEZ ( Bruxelles, 1934 )
pittore, dusegnatore, poeta-
Vive e lavora a Bruxelles

notizie qui ::
https://fr.wikipedia.org/wiki/Jacques_Lacomblez

 

 

Jan Schlechter Duvall

Jan Schlechter Duvall (1922–2009) è nato e cresciuto nelle Indie orientali olandesi. Durante la guerra era un lavoratore forzato sulla ferrovia della Birmania. Dopo la capitolazione giapponese, è partito per i Paesi Bassi per studiare arte, dopodiché è tornato in Indonesia per sviluppare l’educazione al disegno.

Nel 1957 lasciò il suo paese natale e venne nei Paesi Bassi come un pentito opt-out. Quella nuova patria gli rimase estranea: emigrò in America nel 1962, per poi morire nel suo paese natale, l’Indonesia.

Il suo lavoro surrealista è stato esposto in tutto il mondo ma è stato in gran parte dimenticato, tranne che in una ristretta cerchia di ammiratori. 

foto e notizie da :

+++ sarebbe da leggere
https://javapost.nl/2016/10/23/jan-schlechter-duvall-indo-surrealist/

 

 

Jan Schlechter Duvall Erotic 1971 Olio su tavola Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam
— immagine da : https://artslife.com/2023/04/05/la-bellezza-convulsiva-surrealista/

 

 

Again, the Gemini are in the Orchard

Leonora Carrington

1947 Olio su tavola

 

 

 

SNUFF -PROFUMO SCHIAPPARELLI, DA MAGRITTE- 1940

Nel 1940 fu lanciato anche il profumo Snuff , una creazione innovativa per uomo. La bottiglia di vetro, confezionata in una scatola di sigari, ha la forma di una pipa. Schiaparelli si era ispirato al lavoro dell’artista surrealista René Magritte per questa presentazione. Il suo dipinto La Trahison des Images (1929) con l’iscrizione “Ceci n’est pas une pipe” illustrava la sua affermazione “Un oggetto non svolge mai la stessa funzione del suo nome o della sua immagine”. Questo profumo è stato un successo, in gran parte grazie al film di James Bond Thunderball (1965). Il principale antagonista di Bond, Emilio Largo, interpretato da Adolfo Celi, si spruzzava continuamente tabacco da fiuto sul fazzoletto.

 

 

 

testo seguente da : 

 

 

 

https://www.finestresullarte.info/mostre/mostra-surrealismo-opere-museo-boijmans-van-beuningen-milano-mudec

 

 

 

È un nuovo modo di raccontare il Surrealismo la mostra appena inaugurata al Mudec di Milano Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen, esposizione nata dalla collaborazione tra il museo milanese e il Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, noto per la sua importante collezione di opere d’arte surrealista, con capolavori di Salvador Dalí, Max Ernst, René Magritte e Man Ray. Di questi, una selezione è adesso in mostra al Mudec, 180 tra dipinti, sculture, disegni, documenti e manufatti che fino al 30 luglio offriranno al pubblico nuove prospettive da cui osservare e leggere i surrealisti, in particolare il loro interesse verso le culture non occidentali e i temi del sogno, della psiche, del desiderio.

 

È in programma dal 22 marzo al 30 luglio 2023 al Mudec – Museo delle Culture di Milano la mostra Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen, che presenta oltre 180 opere tra dipinti, sculture, disegni, documenti e manufatti provenienti dalla collezione di uno dei più importanti musei dei Paesi Bassi, il Museo Bojimans Van Beuningen di Rotterdam, in dialogo con alcune opere della Collezione Permanente del Museo delle Culture.

La curatela della mostra è affidata alla storica dell’arte Els Hoek, curatrice del museo di Rotterdam, con la collaborazione di Alessandro Nigro, professore di Storia della critica d’arte presso l’Università di Firenze, a cui in particolare è affidato il fil rouge della mostra, dedicato al rapporto tra il Surrealismo e le culture native.

Era il primo dicembre 1924 quando a Parigi il poeta André Breton pubblicava la sua raccolta di prose “Poisson Soluble”, la cui introduzione sarebbe diventata il Primo Manifesto del Surrealismo, inaugurando ufficialmente la più onirica tra le avanguardie del XX secolo.

I Surrealisti cercarono di esplorare la psiche umana oltre i limiti imposti dalla ragione, di espandere la realtà oltre i suoi confini fisici, per attingere a una dimensione più piena dell’esistenza che definirono surrealtà.

Una visione – quella comune a tutte le manifestazioni surrealiste – che critica fortemente la razionalità cosciente, libera le potenzialità immaginative dell’inconscio per il raggiungimento di uno stato conoscitivo di “sur-realtà”, in cui veglia e sogno sono entrambe presenti e si conciliano in modo armonico e profondo, creando spesso immagini nitide e reali ma accostandole tra di loro senza alcun nesso logico.

Oltre alla liberazione dell’individuo, per la quale fecero riferimento soprattutto alle idee della psicoanalisi freudiana, i surrealisti perseguirono anche l’ideale di una liberazione della società in senso politico, schierandosi su posizioni progressiste e anticolonialiste.

Si capisce bene allora come il Surrealismo non fosse solo uno stile, un movimento artistico, quanto piuttosto un atteggiamento, un modo alternativo di essere e concepire il mondo, un modo di pensare radicalmente nuovo che trasformò le esistenze dei loro membri.

Il Museo Boijmans Van Beuningen possiede una collezione di arte surrealista unica e famosa in tutto il mondo, che annovera artisti come Salvador Dalí, Max Ernst, René Magritte e Man Ray; il museo racconta un intero movimento artistico non solo esponendone le opere ma anche approfondendo con focus verticali (= che riguardano l’oggetto da un punto interno cioè ): le tecniche, gli stili, i materiali, riflettendo così i metodi e le idee di lavoro degli artisti legati al movimento. Oltre a dipinti, oggetti e opere su carta, la collezione comprende numerosi libri rari, periodici e manifesti di importanti artisti e scrittori surrealisti.

Il Boijmans cominciò a raccogliere arte surrealista dall’inizio degli anni Sessanta. Da quel momento in poi, la collezione non si è limitata solo al periodo storico del movimento (che va dagli anni Venti fino agli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale), ma si è via via arricchita di opere di arte contemporanea nate da idee ispirate al movimento o realizzate da artisti con una poetica che può essere definita come surrealista.

La scelta di curare una mostra per il Mudec ha portato a una selezione della collezione, con un focus particolare sull’interesse dei surrealisti per le culture native.

La loro critica alla cultura e alla società occidentale industrializzata li spinse infatti a cercare modelli alternativi. Questa ricerca portò Breton e i suoi a studiare e collezionare gli oggetti etnografici, che entrarono a far parte dell’orizzonte concettuale del movimento. Particolare attenzione viene data all’approfondimento delle tematiche fondamentali su cui si è focalizzata la ricerca surrealista – sogno, psiche, amore e desiderio, un nuovo modello di bellezza; attraverso opere di artisti famosi ma anche meno conosciuti, pubblicazioni e documenti storici, la mostra fornisce al pubblico una visione a 360 gradi dell’universo surrealista.

L’ampia selezione di capolavori presentati nella mostra vuole raccontare al visitatore quali fossero le principali premesse e motivazioni dei surrealisti: utilizzando oggetti trovati, tecniche automatiche o pratiche simili a giochi, gli artisti tentarono di escludere la sfera della razionalità, nella speranza di creare uno shock poetico che avrebbe cambiato il mondo.

Le sei sezioni presentano il mondo del Surrealismo nei più diversi ambiti artistici: dipinti, opere su carta, pubblicazioni e oggetti, sculture.

Ogni sezione è introdotta da una scultura chiave o un oggetto iconico, che parla al visitatore evocando il tema della sezione, e da una citazione, che racconta e ricorda al pubblico come il surrealismo fu anche manifesto filosofico, pensiero poetico, sguardo incantato su una realtà ‘altra’.

La prima sezione, “Una rivoluzione surrealista”, contiene alcuni capolavori che attirano lo spettatore introducendolo direttamente nel mondo del Surrealismo. Il surrealismo non è uno stile, ma un atteggiamento.

Si parla per questo motivo di “mentalità” surrealista, che si esprime in diversi stili e discipline artistiche. Un momento introduttivo al mondo del Surrealismo, dove accanto al libretto originale del Manifesto del Surrealismo di André Breton, pubblicato a Parigi nel 1924, si può ammirare l’iconico sofa di Dalí a forma di labbra (Mae West Lips Sofa, da 1938).

La seconda sezione, “Dadaismo e Surrealismo”, mostra le origini dadaiste del Surrealismo – con opere e pubblicazioni di Kurt Schwitters, Tristan Tzara e Francis Picabia.

Presenta tre artisti Dada che hanno avuto un ruolo importante nel gruppo surrealista:

Max Ernst, Man Ray e Marcel Duchamp.

In mostra tra gli altri lavori, Cadeau (Audace) di Man Ray o la Scatola in valigia di Duchamp (De ou par Marcel Duchamp ou Rrose Selavy) del 1952.

La terza sezione, “La mente sognante”, ricorda come i surrealisti fossero fortemente influenzati dalle idee della psichiatria e della psicoanalisi del loro tempo (Sigmund Freud, Pierre Janet, Carl Gustav Jung). Gli artisti hanno esplorato l’inconscio ed evocato mondi onirici, in una fusione perfetta tra psicologia e arte. A questo proposito la sezione indaga in modo particolare la visione artistica di Salvador Dalí. Dalí era interessato a Freud e dipingeva anche paesaggi onirici, ma si accorse nel tempo che la sua tecnica pittorica era troppo lenta e che le immagini diventavano coscienti. Di conseguenza sviluppò il suo “metodo paranoico-critico”, che di fatto lo portò a creare immagini multi-interpretabili e ‘stratificate’. In mostra in questa sezione la sua Venere di Milo a cassetti, del 1936.

La quarta sezione, “Il caso e l’irrazionale”, si concentra sui vari metodi usati dai surrealisti per ottenere l’accesso all’inconscio.

Dai giochi d’azzardo al collage, al frottage, alla scrittura e al disegno dal flusso di coscienza. Alcuni artisti hanno cercato mezzi e modi per avere le allucinazioni o hanno usato esperienze psicotiche nel loro lavoro.

 

 

 

Figura seduta

Eileen Agar, Figura seduta. 1956

 

Eileen Agar.jpg

EILEEN AGAR (1 dicembre 1899 – Buenos Aires, Argentina / 7 novembre 1991 (91 anni), LONDRA )

Eileen Agar è cresciuta in una ricca famiglia britannica, con tate, balli da sala e molti viaggi. Agar iniziò a staccarsi da questa educazione protetta come studentessa alla Slade School of Art di Londra nel 1921. Nel 1928 si stabilì temporaneamente a Parigi Montparnasse dove incontrò gli scrittori surrealisti André Breton e Paul Éluard. Agar è stata una delle poche donne che hanno preso parte alla “London International Surrealist Exhibition” del 1936 ed è stata una figura centrale nel gruppo surrealista britannico.

FOTO E TESTO DAL MUSEO DI ROTTERDAM:

https://www.boijmans.nl/en/collection/artworks/169640/seated-figure

 

Uno dei capolavori più importanti in questa sezione è quello di Eileen Agar, Figura seduta. Nel 1928 Eileen Agar incontrò André Breton e Paul Éluard a Parigi. Allo stesso tempo, i fossili e le ossa di creature preistoriche nel Jardin des Plantes la stavano affascinando per il loro ingegnoso disegno astratto. Da questo momento in poi Agar combinerà nel suo lavoro strutture di antichi animali, piante e alghe marine con il mondo aereo della sua immaginazione, cercando di avvicinare nuovamente la cultura occidentale alla natura.

 

Nella quinta sezione, “Desiderio”, sono raccolte opere che – in modo più o meno esplicito – trattano di amore e desiderio (sessuale).

I surrealisti esplorarono la loro sessualità per accedere ad aree che la società borghese aveva represso da tempo.

 

Venere restaurata
ready – made on chalk,   71 x 40
Man  Ray  – 1936-1971
Milano, Collezione Schwarz

PINTEREST

 

 

Un esempio è la Venere restaurata di Man Ray, presente in mostra. Come molti altri surrealisti, Man Ray si immerge in un inebriante mondo di amore e desiderio, praticando l’amore libero e fotografando le donne nei modi più sensuali. Man Ray era anche affascinato dal feticismo erotico e dai romanzi sadomasochisti del marchese de Sade, che vedeva come una vera espressione di desiderio represso. Nella sua opera del 1936 Man Ray ha “restituito” la dea dell’amore al suo vero io.

 

La sesta e ultima sezione, “Stranamente familiare”, parte da I Canti di Maldoror.

In questo romanzo gotico del XIX secolo, la bellezza è descritta come “l’incontro casuale di un ombrello e una macchina da cucire su un tavolo da dissezione”.

Gli artisti surrealisti hanno preso questo come loro credo, creando una bellezza attraverso combinazioni insolite comparabili tra loro.

 

riportiamo da sopra :

Sous les résédas

Meret Oppenheim

1955 Olio su Masonite

 

 

 

 

 

foto da : https://www.cassina.com/it/it/contemporanei/meret-oppenheim.html

 

Meret Oppenheim (Berlino, 1913-Basilea, 1985) è una delle poche figure femminili della storia divenute leggendarie per aver osato sfidare regole e pregiudizi millenari in nome di una vocazione autentica.

foto dall’ editore: https://www.johanandlevi.com/scheda-libro/martina-corgnati/meret-oppenheim-9788860100856-97.html

 

Come racconta tra gli altri il dipinto di Meret Oppenheim Sotto le resede, presentato in questa sezione. Oppenheim si trasferì a Parigi all’età di diciotto anni e divenne rapidamente un membro importante del gruppo. Questo dipinto non sembrerebbe di per sé surrealista, se non fosse che il titolo derivi dal libro cult surrealista I Canti di Maldoror. È proprio in questo libro che si racconta come le resede, piccole piante che crescono ovunque in Europa, siano usate per descrivere il tipo di modestia dietro cui gli esseri umani nascondono la loro natura vera e malvagia.

 

I canti di Maldoror - Isidore Lautréamont Ducasse - copertina

FELTRINELLI, 2021

 

AUTORE : 

Isidore Lucien Ducasse - Le Comte de Lautréamont

 

Lautréamont (o meglio “Conte di Lautréamont”)-  da un popolare romanzo gotico francese del 1837 di Eugène Sue— è lo pseudonimo con il quale Isidore Lucien Ducasse (Montevideo, 4 aprile 1846 – Parigi, 24 novembre 1870) si impose come una delle voci più originali della poesia francese.

 

The Mysteries of Paris by Eugène Sue | Goodreads

 

 

File:Lautreamont - Chants de Maldoror.djvu    l

Lautréamont, 1869  / sopra: ediz. del 1874

 

 

Canti di Maldoror è un poema in prosa in cui si esprime un unico personaggio, Maldoror. Egli rappresenta l’uomo tormentato dell’Ottocento, che in un’atmosfera cupa e truce si ribella contro il suo Creatore, Dio stesso; lo uccide e lo fa a pezzi. Tuttavia la serenità nel mondo di Maldoror non ricompare.

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Un’illustrazione del poema —José Roy (illustrator) / Léon Genonceaux (publisher) –

 

SEZIONE DELLA MOSTRA : 

 

  SURREALISMO E CULTURE DEL SUD- GLOBALE ( ”  PRIMITIVI ” ) E LA  BELLEZZA CONVULSIVA

 

Nell’ambito della mostra, una sezione particolare approfondisce il tema del complesso rapporto tra il Surrealismo e le culture del sud globale (un termine usato negli studi postcoloniali per indicare i paesi una volta identificati come “in via di sviluppo”). Tale rapporto costituisce un fil rouge che accomuna numerosi protagonisti del movimento, a partire dal capofila André Breton, che scoprì l’arte a quel tempo detta “primitiva” sin da ragazzo, diventandone poi un importante collezionista.

Per i surrealisti quello per le culture native non fu solamente un interesse di tipo estetico o collezionistico, ma costituì uno dei temi di riferimento del movimento.

I surrealisti ebbero in particolare una predilezione per gli oggetti etnografici oceanici e dell’America del Nord, che apparivano ai loro occhi più fantastici e poetici di quelli africani (già culturalmente connotati per il loro legame con il precedente Cubismo),

nonché dotati di valenze magiche e ancestrali che ben si armonizzavano con la poetica del movimento, che oltre al sogno si era interessato agli stati di trance e ai poteri medianici.

Gli artefatti delle culture native venivano inoltre a integrarsi nel concetto di “meraviglioso”, una delle categorie fondanti del movimento che assicurava l’accesso alla dimensione della surrealtà, essenziale per la liberazione dell’individuo e per il suo affrancamento dalle convenzioni della società.

Tali manufatti, nella loro totale impermeabilità alle convenzioni mimetiche occidentali, sembravano inoltre incarnare anche un altro concetto chiave del movimento, quello della “bellezza convulsiva”, non intesa quindi come equilibrio e armonia ma come tensione distopica tra due polarità contrastanti generanti energia.

 

La sezione della mostra percorrerà alcuni momenti salienti del rapporto tra surrealisti e culture native, dalle mostre degli anni Venti presso la Galerie surréaliste al documento di condanna dell’Esposizione coloniale del 1931, dall’etnografia sovversiva di George Bataille alle all’Esposizione di oggetti surrealisti presso la Galerie Charles Ratton (1936), che sottolineò l’affinità tra “oggetti trovati”, oggetti surrealisti e oggetti etnografici.

E ancora si analizzerà il ruolo giocato dagli artefatti non-occidentali nella poetica di alcuni protagonisti del movimento, quali Max Ernst e Man Ray. Infine, si esaminerà il rapporto dei surrealisti con il Messico, paese che André Breton aveva già visitato nel 1938, rimanendone affascinato, e che a partire dagli anni della Seconda Guerra Mondiale divenne un centro di riferimento del Surrealismo insieme a New York.

Città del Messico ospitò nel 1940 un’altra importante “Esposizione Internazionale del Surrealismo” (dopo quelle di Santa Cruz, Londra e Parigi), in cui le opere esposte, tra le quali anche il celebre dipinto di Frida Kahlo Le due Frida,

 

Il dipinto del 1939 – Cosa rappresenta “Le due Frida” della messicana Kahlo? • Uozzart

1939, LE DUE FRIDA– DI FRIDA KAHLO – Museo de Arte Moderno,  Città del Messico.
immagine da : https://uozzart.com/
Il dipinto pare rappresenti, oltre ad una scissione personale, anche il difficile rapporto con il marito, Diego Rivera, che sposò due volte. ch.

 

vennero affiancate dai manufatti precolombiani dell’artista messicano Diego Rivera.

Nella capitale messicana si insediò una colonia di artisti gravitanti intorno al surrealismo e all’arte fantastica e visionaria, tra i quali si possono ricordare Leonora Carrington, Wolfgang Paalen, Alice Rahon, Remedios Varo, Gordon Onslow Ford e César Moro. La vicinanza con la cultura indigena svolse un ruolo molto importante per queste personalità. In Messico, infine, avrebbe trovato approdo l’estro visionario di uno dei maggiori collezionisti di opere surrealiste, Edward James, di cui sarà presente in mostra il celebre “ritratto” dipinto da René Magritte, La reproduction interdite (1937).

 

riportiamo qui il quadro di Magritte già pubblicato all’inizio

La reproduction interdite

Renè Magritte

1937 Olio su tela

 

Salvador Dalí | Couple aux têtes pleines de nuages

Immagine: Salvador Dalí, Couple aux têtes pleines de nuages (1936; olio su tavola; Rotterdam, Museum Boijmans Van Beuningen). Foto: Jannes Linders © Salvador Dalí, Gala-Salvador Dalì Foundation by SIAE 2023

Nelle sale, inoltre, vengono proiettati spezzoni di film d’epoca che hanno rivisitato la poetica surrealista, contribuendo a formare nella società un nuovo modo di approcciarsi alla realtà: da capolavori come Entr’acte (1924), cortometraggio di Rene Clair,Spellbound di Alfred Hitchcock, del 1945.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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1 risposta a  Desirée Maida, MUDEC, MILANO :: DALI’ MAGRITTE MAN RAY – UN NUOVO MODO DI PRESENTARE IL SURREALISMO — DAL MUSEO BOIJMANS VAN BEUNINGEN DI ROTTERDAM, OLANDA

  1. DONATELLA scrive:

    La fantasia e la creatività al potere!

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