Tracy Chapman in un’esibizione nel 2009
Tracy Chapman (Cleveland, 30 marzo 1964) è una cantautrice e polistrumentista statunitense.
Nota per brani come Fast Car, Give Me One Reason, Talkin’ ‘bout a Revolution e Baby Can I Hold You, Tracy Chapman viene riconosciuta dal pubblico e dalla critica come una delle più intense e raffinate cantautrici afroamericane viventi.
(EN)«Across the lines / who would dare to go / under the bridge / over the tracks / that separate whites from blacks…» | (IT)«Attraverso i confini / chi oserebbe andare / sotto il ponte / sopra i binari / che separano i bianchi dai neri…» |
(Tracy Chapman, Across the Lines, 1988) |
Finiti gli studi di Antropologia e Studi africani alla Tufts University di Medford (Massachusetts) anche grazie ad alcune borse di studio riservate agli studenti meno abbienti, ha pubblicato il suo primo disco nel 1988, intitolato semplicemente Tracy Chapman.
fuse i ritmi afro, folk e rock miscelati con testi molto toccanti e storie di povertà e marginalità delle periferie americane e arrivò a vendere 20 milioni di copie in tutto il mondo. Per tematiche e sonorità è stata spesso paragonata a Joni Mitchell.
CONTINUA:
https://it.wikipedia.org/wiki/Tracy_Chapman
IMAGINE DI JOHN LENNON — TRACY CHAPMAN
PARLANDO DI RIVOLUZIONE
Don’t you know they’re talking about a revolution
It sounds like a whisper
Don’t you know they’re talking about a revolution
It sounds like a whisper
While they’re standing in the welfare lines
Crying at the doorsteps of those armies of salvation
Wasting time in unemployment lines
Sitting around waiting for a promotion
Don’t you know they’re talking about a revolution
It sounds like a whisper
Poor people are gonna rise up
And get their share
Poor people are gonna rise up
And take what’s theirs
Don’t you know you better run, run, run, run, run, run, run, run, run, run, run, run, run
Oh I said you better run, run, run, run, run, run, run, run, run, run, run, run, run
Finally the tables are starting to turn
Talking about a revolution
Finally the tables are starting to turn
Talking about a revolution oh no
Talking about a revolution oh no
While they’re standing in the welfare lines
Crying at the doorsteps of those armies of salvation
Wasting time in unemployment lines
Sitting around waiting for a promotion
Don’t you know you’re talking about a revolution
It sounds like a whisper
And finally the tables are starting to turn
Talking about a revolution
Finally the tables are starting to turn
Talking about a revolution oh no
Talking about a revolution oh no
Talking about a revolution oh no
inviata da Riccardo Venturi – 13/3/2007 – 23:24
Versione italiana di Riccardo Venturi
12 marzo 2007
PARLANDO DI RIVOLUZIONE
Non lo sai, parlano di rivoluzione
pare un sussurro,
Non lo sai, parlano di rivoluzione
pare un sussurro
Mentre sono in coda per il sussidio,
mentre piangono alla porta degli eserciti della salvezza
mentre perdono tempo agli uffici di collocamento
mentre non fanno niente aspettando una promozione
Non lo sai, parlano di rivoluzione
pare un sussurro
I poveri stanno per ribellarsi
e prendersi ciò che gli spetta
I poveri stanno per ribellarsi
e prendersi quel che è loro
Non lo sai, faresti meglio a dartela a gambe, a gambe, a gambe, a gambe
Ho detto che faresti meglio a dartela a gambe, a gambe, a gambe, a gambe
Finalmente tutto sta per arrovesciarsi
parlando di rivoluzione
finalmente tutto sta per arrovesciarsi
parlando di rivoluzione
parlando di rivoluzione
Mentre sono in coda per il sussidio,
mentre piangono alla porta degli eserciti della salvezza
mentre perdono tempo agli uffici di collocamento
mentre non fanno niente aspettando una promozione
Non lo sai, parlano di rivoluzione
pare un sussurro
Finalmente tutto sta per arrovesciarsi
parlando di rivoluzione
finalmente tutto sta per arrovesciarsi
parlando di rivoluzione,
parlando di rivoluzione,
parlando di rivoluzione.
INTRODUZIONE ALLA CANZONE DI RICCARDO VENTURI::
Da un po’ di tempo non inserivo una canzone che ha bisogno di due righe di giustificazione e di presentazione. Di solito, ultimamente mi sono limitato a utilizzare abbastanza di frequente gli “Extra”. Ma stasera, niente extra. Stasera questa canzone, sicuramente la più famosa di Tracy Chapman, la voglio inserire sotto il suo nome, e a pieno titolo.
Di canzoni che parlano della rivoluzione ce ne sono parecchie in circolazione. La rivoluzione è un soggetto che fa generalmente molta “audience” presso il pubblico, anche quello che tutto è fuorché rivoluzionario. Ci ha, questa rivoluzione, un “appeal” che va al di là del crederci o meno; così facendo viene regolarmente esorcizzata.
Questa canzone parla invece di una rivoluzione sussurrata da chi non ha niente ed è in fila davanti alle porte dell’Esercito della Salvezza (qui da noi diremmo della Caritas) per un piatto di minestra, o dai disoccupati che si accalcano davanti all’ufficio di collocamento. Sono le persone che, nel 1988, anno in cui, nel suo album di esordio che reca come titolo il suo semplice nome, Tracy Chapman, stanno per sollevarsi. E quando si solleveranno, farai meglio a correre, a dartela a gambe.
La canzone è tutta qui. Fatta di poche e semplicissime parole. Nutro una passione smodata per le cose semplici e chiare. Specialmente se dette in pieni “ruggenti anni ’80”, perché questa è una canzone che sembra provenire da un’altra epoca. Non per niente Tracy Chapman è una ragazza che certe cose le ha vissute sulla sua pelle, come donna e come negra (niente politically correct).
Poche semplici parole che sono una fotografia non solo ancora attualissima, ma che si è ancora aggravata in questo mondo dove il capitale, con le sue code di disoccupati, con le sue masse di emarginati, con le sue minestre distribuite per carità, con le sue guerre, con la “sicurezza” dei bravi cittadini, con la sua “tolleranza zero”, sembra avere trionfato.
Ma ancora c’è chi sta parlando di una rivoluzione. Piano piano. Sussurrando. It sounds like a whisper.. E il suggerimento di Tracy Chapman, quello di darvela a gambe, non lo prendete alla leggera. I poveri si stanno sollevando e si prenderanno ciò che è loro. E allora avrete a farne di leggi, di “Patriot Acts”, di guerre e guerricciole. E’ una canzone che mette in guardia, questa. [RV]
da : CANZONI CONTRO LA GUERRA
Che bella canzone e che bella voce!