GARIWO — La foresta dei Giusti
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WANGARI MUTA MAATHAI (1940 – 2011)
la “signora degli alberi”, voce simbolo della lotta per la pace
CARTINA DEL KENYA– NYERI è sopra la capitale del Kenya che è NAIROBI
Quando il Kenya era una colonia inglese, le figlie dei contadini Kikuyu non andavano a scuola. Un fratello di Wangari convinse però la madre a lasciare che lei frequentasse con lui le elementari del villaggio e un insegnante la raccomandò alla scuola primaria Santa Cecilia, un pensionato della missione cattolica di Nyeri. Wangari si convertì al cattolicesimo, all’esame delle medie fu prima della sua classe e ammessa al liceo Nostra Signora di Loreto, a Limuru, l’unico liceo femminile del Kenya. Dopo il diploma e grazie a borse di fondazioni statunitensi, frequenta il college di St. Scholastica e l’università di Pittsburgh, diventando la prima donna centroafricana a conseguire una Laurea in Scienze biologiche (1966) e a ottenere una cattedra in veterinaria all’Università di Nairobi.
Durante la giornata mondiale per l’ambiente del 1977, con altre donne pianta sette alberi in un parco appena fuori dalla capitale keniota: questi alberi formano la prima “cintura verde”, che dà il nome al movimento ecologista Green Belt ( = cintura ) Movement.
A partire dagli anni ’80 Maathai promuove una forte campagna di sensibilizzazione verso i problemi ambientali e il disboscamento, facendo piantare in Kenya e in altri Paesi africani più di 30 milioni di alberi.
Il suo interesse si allarga poi ai diritti umani, in particolare di donne e bambini, e alla lotta per la democrazia e per una società multietnica. La sua azione contribuisce a sollevare l’attenzione nazionale e internazionale sull’oppressione politica in Kenya, incoraggiando soprattutto le donne africane a battersi per una vita migliore. Per la sua critica alla corruzione del regime keniota viene picchiata, diffamata e più volte imprigionata.
Nel 1997 diventa il simbolo di una possibile leadership femminile, candidandosi alle elezioni contro il presidente Daniel Toroitich arap Moi. Nel 2002 viene eletta Ministro aggiunto all’Ambiente, alle Risorse naturali e alla Fauna, carica che ricoprirà fino al 2007.
Attraverso una strategia fatta di educazione, pianificazione familiare, alimentazione consapevole e lotta alla corruzione, il Green Belt Movement (M OVIMENTO PER UNA CINTURA VERDE ) apre la strada allo sviluppo a partire da tutti i livelli della società.
Maathai diventa la voce simbolo delle migliori forze africane e della lotta per promuovere la pace e il benessere nel continente. Viene per questo insignita di numerosi premi internazionali, tra cui il Global 550 dell’ONU e il Goldman Environmental Award.
Nel 2004 è la prima donna africana a vincere il Premio Nobel per la pace, per “il suo contributo allo sviluppo sostenibile, alla democrazia e alla pace”. Decide di festeggiarlo nel modo migliore che conosce: piantando un albero nella terra rossa della valle dominata dal Monte Kenya.
Milano, Sperling & Kupfer 2007
Nel 2006 pubblica la sua autobiografia, Unbowed (trad it. 2007 Solo il vento mi piegherà, Sperling&Kupfer). Malata di tumore, muore a Nairobi il 25 settembre 2011.
Dal 14 marzo 2019 a Wangari Maathai è dedicata una targa al Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano.
MONTE KENYAI // E IL POPOLO KIKUYU
Il monte Kenya si trova A NORD- EST di Nyeri e circa 160 km da Nairobi —
IL POPOLO KIKUYU ( Kĩkũyũ o Gĩkũyũ ) E’ SEMPRE VISSUTO INTORNO AL MONTE KENYA, SOPRATTUTTO NELL’ALTOPIANO CENTRALE CHE E’ DA LORO COLTIVATO. PARLANO LA LINGUA KIKUYU O GIKUYU.
MONTE KENYA
La storia antica dei Kikuyu è strettamente legata a quella degli altri popoli bantu della zona del Monte Kenya. Ritengono che gli altri gruppi etnici di questa zona fossero originariamente Kikuyu essi stessi, e che il dio Ngai li abbia divisi (e trasferiti altrove) per evitare che i Kikuyu diventassero troppo numerosi. Essi ritenevano di essere i prediletti di Ngai e difesero sempre strenuamente la loro terra; particolarmente conflittuale fu il rapporto con i Masai.
ACCRI ( foto di )
I Kikuyu furono uno dei gruppi etnici più ostili ai colonizzatori inglesi. Secondo un racconto tramandato dagli anziani, il saggio Moro wa Kebiro aveva previsto che i “Mothongo” (“coloro che passano”, ovvero gli inglesi che i Kikuyu avvistavano a volte nei pressi del loro territorio) avrebbero portato la carestia e il pianto: “non permettete che passino accanto alle vostre case, perché subito le vorranno”. Nelle lotte per l’indipendenza keniota i Kikuyu svolsero un ruolo notevole; da questa etnia provenivano anche la gran parte dei ribelli Mau-Mau. Il primo Presidente del Kenya, Jomo Kenyatta, era un Kikuyu.
Jomo_Kenyatta (Ichaweri, 20 ottobre 1889 – Mombasa, 22 agosto 1978) – uno dei leader della lotta contro il dominio coloniale britannico e primo presidente del Kenya indipendente.
«Quando i missionari giunsero, gli africani avevano la terra e i missionari la Bibbia. Essi ci dissero di pregare a occhi chiusi. Quando li aprimmo, loro avevano la terra e noi la Bibbia.»
piante sul monte Kenya-
foto da Kanaga Africa Tours
UNA TEOLOGIA CHE RICORDA .. LA NOSTRA ( MONOTEISTA ) E– IN PIU’ — FEMMINISTA —ma non per molto..
Nella religione tradizionale kikuyu esiste un solo dio, chiamato Ngai o Mogai (adorato anche da Maasai e Kamba). Ngai vive sulla cima del Monte Kenya, che i Kikuyu chiamano KirinYaga o KerenYaga; qui egli assume la forma di MweneYaga, “potere soprannaturale”. All’origine dei tempi, Ngai creò l’acqua, la terra, la foresta, la savana, le montagne e il deserto. Poiché si sentiva solo, cercò un compagno nel suo cuore, e trovò un uomo buono e giusto di nome Kikuyu, che lo venerava. Ngai portò Kikuyu sul Monte Kenya, per mostrargli dall’alto il mondo che aveva preparato per lui. Quindi, disse a Kikuyu di costruire la propria casa a Mokorwe wa Gathanga, dove crescono i fichi selvatici sacri, Mikoyo.
PARCO NAZIONE DEL MONTE KENYA
Quando Kikuyu giunse a Mokorwe wa Gathanga, specchiandosi nell’acqua, vide alle proprie spalle la donna, e la chiamò Mumbi, “la modellatrice”. Da Mumbi Kikuyu ebbe nove figlie: Acira, Agaciko, Airimo, Ambui, Angare, Angiru, Angui, Etaga e Aiterando. Kikuyu pregò Ngai di dar loro marito, e Ngai creò per loro nove uomini, a condizione che tutti vivessero accanto al padre, che le donne fossero capofamiglia e che loro fossero gli attrezzi per lavorare i campi. Dalle nove famiglie nacquero i nove principali clan (muherega) dell’etnia kikuyu, i cui nomi ricordano quello delle madri ancestrali (Wacira, Wagaciko, Wairimo, Wambui, Wangare, Wangiru, Wangui, Wetaga e Waiterando).
GETTY IMAGES
Col passar del tempo, le donne si fecero crudeli e autoritarie, imponendo agli uomini anziani compiti troppo gravosi e praticando la poliandria con i più giovani. Per opporsi a queste ingiustizie, gli uomini si misero d’accordo in modo da mettere incinte tutte le donne nello stesso momento, in modo da poter approfittare della loro debolezza e riprendere il potere conquistando gli attrezzi per lavorare i campi. La rivolta ebbe successo e mise fine al matriarcato presso i Kikuyu. Venne ripristinato il rispetto degli anziani e i lavori più gravosi furono affidati agli uomini giovani. Il potere fu affidato a capi-clan anziani, ma anche questi finirono per abusare del proprio potere. Una generazione di giovani chiamata Mwangi si ribellò e stabilì le basi del nuovo sistema Irongo, nel quale giovani e anziani si sarebbero alternati al potere ogni quarant’anni circa, durante la cerimonia dell’Itikwa.
LA BELLA STORIA PROSEGUE NEL LINK:
https://it.wikipedia.org/wiki/Kikuyu
FOGLIE CHE SEMBRANO FIORI —
UNO DEI LAGHI DEL MONTE KENYA
ANIMALI SUL MONTE KENYA
Immagini stupende! La storia leggendaria di questa popolazione forse ci dice che la realtà è sempre in movimento.