ROSTOV SUL DON — vediamo qualcosa + altro

 

 

Cattedrale della Natività della Theotokos, Rostov-on-Don, Oblast di Rostov, Russia, EurasiaCattedrale della Natività del santissimo Teodokos ( 1776-1795 ca — )

 

 

FUNZIONE TOPSHOT-RUSSIA-LIFESTYLEStrada pedonale di Rostov con al fondo la Cattedrale dell’Assunzione

 

 

Rostov sul DonVia Bolshaia Sadovaya

 

 

Presa Di Rostov

luglio 1942 – presa di Rostov da parte delle truppe tedesche e slovacche

 

 

Una vista di una delle vie centrali di

Una delle vie centrali di Rostov

 

 

 

Wagner afferma di aver preso il controllo del distretto militare meridionale russo a Rostov-Na-Don

24 giugno 2023 — La Wagner afferma di aver preso la città di Rostov

 

 

 

Rostov sul don; russia, 26 ottobre 2019: cattedrale della natività della beata vergine di rostov. i cittadini camminano vicino alla cattedrale - 132643158

Cattedrale della Natività della Beata Vergine di Rostov  di notte

 

 

Rostov sul don; russia, 26 ottobre 2019: cattedrale di rostov della natività della beata vergine. i cittadini camminano vicino alla cattedrale - 132644629la stessa Cattedrale di giorno

 

 

Veduta della città di rostov-on-don, con una vista a volo d'uccello - 55892645

La città di Rostov  in Russia meridionale

 

 

Rostov sul Don, comunemente detta Rostov, è una città  (1.137.904 abitanti– dati 2020) della Russia europea meridionale, capoluogo dell’omonima oblast’. Sorge sulla riva destra del fiume Don, che le dà il nome, ed è la più grande della Russia meridionale.

Per la sua particolare posizione geografica, Rostov sul Don è da sempre un territorio dove convivono popoli diversi, nonché un importantissimo snodo commerciale e infrastrutturale per traffico aereo, ferroviario, automobilistico, fluviale e marittimo: per questo, si suole dire che dalla città si aprono “le Porte del Caucaso. Importante polo scientifico e culturale, è sede di sette teatri e diversi centri di istruzione (fra cui tre università a statuto federale). Già patria storica dei cosacchi, la città vanta palazzi e chiese di notevole pregio artistico.

 

La città si trova in Europa :

Il centro di Rostov sul Don si trova sulla sponda destra del fiume Don e pertanto la città ricade in Europa.

Dal 1958, il confine convenzionale tra Europa ed Asia è infatti disegnato nei libri di testo russi secondo le raccomandazioni espresse formalmente dalla Società Geografica Sovietica; tale confine segue la linea che inizia nel Mar Glaciale Artico e precisamente dalla baia della Bajdarata nel Mar di Kara, prosegue lungo il piede orientale dei Monti Urali, quindi sulle colline Mugodžary, sul corso del fiume Emba e sulla depressione del Kuma-Manyč, sino alla foce del Don, lasciando l’Europa sulla sponda destra del fiume e l’Asia su quella sinistra. Prosegue poi lungo il Mar d’Azov e lo stretto di Kerč’. Questa linea di demarcazione tra Europa ed Asia è quella definita ufficialmente dalla zarina di Russia Anna I fin dal 1730, sulla base dei lavori geografici del tedesco Philip Johan von Strahlenberg, appositamente incaricato del problema. Il suo parere fu poi convalidato dagli eminenti geografi Peter Simon Pallas e da Carl Ritter

 

Fondata nel 1749, su decreto dell’imperatrice Elisabetta di Russia, nei pressi dell’antica città di Tana, Rostov è sede di un aeroporto e di un’università ed è un importante porto, soprattutto dopo l’apertura del canale Volga-Don.

Il fiume Don veniva chiamato dagli antichi greci “Tanai” al loro arrivo nel III sec a. C.
Durante la seconda guerra mondiale la città subì pesanti scontri e danneggiamenti, essendo teatro di guerra.

Rostov e l’Italia:

Già nel 1247 mercanti genovesi esportavano dal porto di Tana al Mare d’Azov grano saracenofrumentopesce salatocaviale[10]. Nel Quattrocento negozianti veneziani portavano dalla regione del Don frumento, pane, pesce d’acqua dolce, cera[10]. Il primo mercante straniero che ha ricevuto diritto di commerciare a Taganrog fu un raguseo di origine veneta, Savva di Ragusa, beniamino di Pietro il Grande.

Nell’Ottocento, attraverso i porti di Rostov, Taganrog ed Azov venivano esportati grandissimi volumi di grano nei paesi del Mediterraneo, soprattutto in Italia. Una varietà di grano duro era particolarmente richiesta dagli importatori italiani ed è diventata così più conosciuta sul mercato mondiale dei cereali. Dato che veniva esportata soprattutto dal porto di Taganrog, gli italiani l’hanno chiamata “Taganrog ”

 

continua nel link : 
https://it.wikipedia.org/wiki/Rostov_sul_Don

 

Porto Pisano sul Don

è un antico porto, fondato dalla Repubblica di Pisa, situato su un antico ramo settentrionale del fiume Don nel mar d’Azov a ovest dall’odierna Rostov sul Don, in Russia, probabilmente, tra le attuali cittadine di Nedvigovka e Sinjavskoe non lontano dalle vestigia greco-romane dell’antica Tanais. La prima carta che lo riproduce è datata 1318.

https://it.wikipedia.org/wiki/Porto_Pisano_sul_Don

 

 

Massacro di Zmiëvskaja balka

è un massacro di massa perpetrato a Rostov sul Don nell’agosto 1942, durante la seconda guerra mondiale, dalle forze tedesche d’occupazione.

27.000 uomini, donne e bambini, per la maggior parte ebrei, furono uccisi o soppressi con altri mezzi. Questo è il più grande massacro commesso sul territorio della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa durante la Shoah. Un memoriale è stato eretto in memoria delle vittime.

Dall’ordinanza del 1880, gli ebrei sono stati autorizzati a vivere nell’area del Don, iscriversi all’università e occupare i posti di funzionari pubblici. Questi diritti sono stati ridotti quando la città è stata integrata nell’area dell’esercito di Don, ma è rimasta per coloro che si sono stabiliti già nel 1887. Nella seconda metà del XIX secolo la città è cresciuta rapidamente e la sua popolazione è aumentata. La comunità ebraica ha svolto un ruolo decisivo nello sviluppo dell’industria ferroviaria. Nel 1897, gli ebrei rappresentavano il 10% della popolazione con 11.838 cittadini. Nel 1914 il 16%. Erano industriali, commercianti, rappresentanti di professioni libere, ma anche piccoli commercianti e artigiani. Nel 1926, il censimento registra 22.777 ebrei, ossia il 9,8% della popolazione totale.

La città di Rostov sul Don è stata presa due volte dalle forze armate tedesche durante la seconda guerra mondiale. La prima occupazione fu di breve durata (17-28 novembre 1941) ed i tedeschi non ebbero il tempo di uccidere molti ebrei. Questa prima occupazione delle truppe tedesche è stata organizzata sotto il comando del generale von Kleist. L’attacco ai tedeschi è stato così rapido che ha preso di sorpresa le forze dell’armata rossa. Di conseguenza, gli ebrei rimasero in città senza avere il tempo di partire. I tedeschi cominciarono a cercarli immediatamente. Ma poiché questa prima occupazione è durata solo 11 giorni fino al 28 o al 29 novembre, secondo gli storici, il numero delle vittime è stato di circa mille persone.

La città è stata presa per la seconda volta il 24 luglio 1942. Il comandante delle forze sovietiche aveva sostenuto che la città non si sarebbe mai arresa, perciò non ritenne necessario evacuare i cittadini. Un consiglio di anziani è stato creato tra la popolazione ebraica che fu diretto da Louré. Molto rapidamente è stato condotto un censimento degli ebrei con l’obbligo di portare la stella ebraica per ogni ebreo che aveva raggiunto l’età di 14 anni.

La direzione generale del massacro di ebrei, prigionieri di guerra e altre vittime in questa regione, svolta dall’Einsatzgruppen “D”, è stata affidata dai tedeschi al comandante Walther Bierkamp. La realizzazione concreta dei massacri per fucilazione fu affidata all’Obersturmbannführer Kurt Christman, capo del Sonderkommando (SS) 10-a.

Il 5 e il 6 agosto 1942 i prigionieri di guerra sovietici nelle mani dei tedeschi furono costretti a scavare le tombe a Zmiëvskaja balka, dopo di che vi furono gettati dopo essere stati fucilati.

Il 9 agosto 1942, è stata pubblicata nel giornale La voce di Rostov un’ordinanza che ordinava alla popolazione ebraica di Rostov di farsi trovare alle 8 di mattina dell’11 agosto nel punto di assembramento per un “cambio di residenza”. Venne rassicurato che sarebbero stati trattati bene. Da questo punto di raccolta, in gruppi da 200 a 300 persone, la popolazione è stata trasportata e spinta sulla scena del massacro. Lì, gli adulti sono stati uccisi con un colpo di pistola, mentre alcuni di loro sono stati uccisi nei camion a gas, anche noti come Gaswagen. Per quanto riguarda i bambini, furono uccisi spalmando le loro labbra con un veleno violento. Oltre agli ebrei, un certo numero di non-ebrei furono uccisi con le loro famiglie durante il massacro.

Successivamente i tedeschi uccisero ancora i clandestini, i malati mentali, i prigionieri di guerra e altri cittadini sovietici. Durante il periodo di occupazione, che durò circa 6 mesi fino al febbraio 1943, i tedeschi continuarono a uccidere gli ebrei che non si erano presentati l’11 agosto. La commissione straordinaria di Stato ha segnalato dopo la guerra le procedure e il numero stimato di ebrei uccisi. Secondo la commissione, durante il massacro sono stati uccisi dai 15.000 ai 18.000 ebrei, per un totale di 28.000. In totale, durante il periodo di occupazione, la cifra di 22.000 è citata per il territorio dell’Oblast di Rostov dalla commissione.

Tra le vittime vi era Sabina Špil’rejn, famosa psicoanalista (che frequentò Freud, Jung, Jean Piaget) e le sue due figlie.

Dopo la liberazione della città dall’Armata Rossa, sei mesi dopo, il 14 febbraio 1943, gli ebrei che erano stati evacuati tornarono nella città di Rostov.

Lo storico russo dell’olocausto, Il’ja Al’tman, fornisce per l’estate del 1942 e le tre regioni, cronologicamente l’ultima ad essere stata presa dai tedeschi (l’Oblast di Rostov, Russia meridionale e il Caucaso del Nord o della Ciscaucasia) la cifra totale di 70.000 vittime ebraiche.

 

 

IL LIBRO NERO. IL GENOCIDIO NAZISTA NEI TERRITORI SOVIETICI (1941-1945)

di Vasilij Grossman e Il’ja Eremburg-  Oscar Mondadori, 2001

Era ancora in corso la lotta contro l’occupante tedesco, quando Grossman e Ehrenburg vennero incaricati dal Comitato Antifascista Ebraico di raccogliere tutte le testimonianze disponibili sul genocidio degli ebrei sovietici ad opera dei nazisti.

Dopo il 1945 tuttavia il Comitato entrò nel mirino di Stalin e della NKVD. Le bozze del libro, già vistate e purgate dalla censura, vennero sequestrate e distrutte e così pure la prefazione di Albert Einstein, nella quale invocava per la prima volta il diritto di ingerenza negli affari interni di un paese per motivi umanitari. La figlia di Ehrenburg, Irina, riuscì però a salvarne una copia che verrà pubblicata per la prima volta, in edizione non integrale, solo nel 1980 a Gerusalemme.

 

 

IT. GARIWO.NET 

https://it.gariwo.net/libri-and-co/libri/ucraina/il-libro-nero-il-genocidio-nazista-nei-territori-sovietici-19411945-24763.html

 

 

Il libro nero - Vasilij Grossman,Il'ja Ehrenburg - copertina

Il libro nero

Il libro nero : il genocidio nazista nei territori sovietici, 1941-1945 / Vasilij Grossman e Il’ja Erenburg ; edizione a cura di Arno Lustiger ; in appendice saggi di Il’ja Al’tman, Yitzhak Arad, Albert Einstein, Shmuel Krakowski e Arno Lustiger ; [traduzione di Luca Vanni]. – Milano : A. Mondadori, 1999. – XIV, 915 p. ; 23 cm. – (Le scie)

 

 

 

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1 risposta a ROSTOV SUL DON — vediamo qualcosa + altro

  1. DONATELLA scrive:

    Bellissima e tragica questa città, punto d’incontro di popoli e di civiltà molto differenti tra di loro.

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