ADAMO ED EVA – DI GUSTAV KLIMT — 1917 / 18 – vedi commento di Gaetano Barbella ( notizie al fondo del commento )

 

 

Gustav Klimt, Adamo ed Eva (incompiuto), 1917?18. Olio su tela, cm 173 x 60. Vienna, Belvedere © Belvedere, Vienna

( dettaglio ) Gustav Klimt, Adamo ed Eva (incompiuto), 1917/18. Olio su tela, cm 173 x 60. Vienna, Belvedere © Belvedere, Vienna

 

 

OPERA INTERA

olio su tela,
173 cm × 60 cm

 

Il dipinto, incompiuto, assume valenza simbolica per il soggetto biblico e per la trattazione del volto di Eva, con il capo chino ed un sorriso dolce ma enigmatico. La parte inferiore, con il decorativismo dei fiori e dello sfondo, è tipica di Klimt; quella superiore, in cui le figure si impongono su un fondale monocromo, rivela una sintesi dalle linee tormentate più prossima allo stile di Schiele

 

 

Quest’ opera appartiene all’ultimo periodo di Gustav Klimt ( la sua attività si interrompe l’11 gennaio 1918 quando, di ritorno da un viaggio in Romania, fu colpito da ictus e polmonite dovuta alla pandemia di quell’anno di influenza spagnola ), insieme alle seguenti opere :

Ritratto di signora (1916-1917, olio su tela)[
Le Amiche [distrutto nel 1945 nell’incendio del castello di Immendorf] (1916-1917, olio su tela)
Adamo ed Eva (1917-1918, olio su tela)
La culla (1917-1918, olio su tela)
Dama con ventaglio, (1917-1918, olio su tela)
Maria Munk (1912, 1916, 1917-1918, oli su tela), tre diverse versioni

 

 

 

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Gustav Klimt (Vienna, 14 luglio 1862 – Vienna, 6 febbraio 1918)– 56 anni

 

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2 risposte a ADAMO ED EVA – DI GUSTAV KLIMT — 1917 / 18 – vedi commento di Gaetano Barbella ( notizie al fondo del commento )

  1. Chiara Salvini scrive:

    Gaetano Barbella
    —x
    gaetano.barbella@gmail.com
    62.211.121.59

    Una Lilith per una dialettica della bellezza dai riflessi preraffaelliti.

    L’immagine di Adamo ed Eva di Gustav Klimt è paradossale: Lady Lilith è un soggetto reso oltremodo sensuale dallo sguardo dell’artista, ma è anche una donna forte, che esercita il proprio potere sull’uomo.
    I suoi lunghi capelli sono arricciati e mimetizzano la pelliccia di animali,e qui se ne vedono due. Uno a sinistra chiaramente con un grosso naso quasi marcato per farlo vedere – una volpe forse – e, incerto l’altro in alto prossimo alla mano di lei, con un occhio che si fa notare.
    I capelli dei preraffaelliti erano rossi di fuoco. Ma all’elemento fuoco sono collegati tutti gli animali dotati di zanne e artigli (l’orso, i felini, il lupo, la volpe, ecc.) compreso il mitologico drago. Di qui il messaggio dei capelli “impelliccati” klimtiani della prima mitica Eva di Adamo che erano rossi per i preraffaelliti.
    Quella Lilith che il Genesi chiama con altri nomi e che secondo la Qabbalah, pur di non soggiacere al proprio sposo, essendo ella creata dalla stessa terra di lui, sceglie di lasciare l’Eden e mutarsi in demone notturno, a sua volta generatrice di una stirpe di creature oscure, i Lilìm. Lilith che in Mesopotamia sarà venerata e temuta come la prima vampira e continuerà a muoversi nelle notti dei secoli a venire, succube ed incubo al tempo stesso, musa oscura di artisti e di poeti.

    Io vivo sempre insieme ai miei capelli

    I capelli, parte assai malleabile del nostro aspetto, non appartengono solo all’ambito estetico, ma principalmente fotografano la posizione sociale e morale della donna. Fatta eccezione per il viso, i capelli sono l’unica parte del corpo costantemente in vista.
    Raccolti e legati dopo il matrimonio; coperti in chiesa e durante le occasioni formali: i capelli sciolti e fluenti erano considerati non casti, il correlativo oggettivo di una donna lasciva o, peggio, depravata. Tutte costrizioni che accentuano il rifiuto della donna di assoggettarsi alle costrizioni imposte dalla società.

    Ditelo con un fiore

    Importante è anche il simbolismo floreale del dipinto; i fiori sono resi con rigorosa precisione botanica e nutriti di complessi significati simbolici.
    La Lilith di Gustav Klimt è posta in trono su un cuscino di fiori, anzi è come se sorgesse da essi.
    Sulla sinistra, a due terzi della coscia di lei, troviamo un papavero, che segnala l’intorpidimento dei sensi indotto dall’oppio, e simboleggia la morte.

    Chi dei due, Adamo o Asmodai, il demonio irato, amò Lilith?

    Una fonte nella storia che descrive Lilith come la prima figura femminile vista da Adamo è L’alfabeto di Ben-Sira, scritto anonimo attribuito a un fittizio Yeshua ben Sira, sedicente figlio illegittimo del profeta Geremia, ma risalente al X secolo d.C.
    Nel libro viene raccontato che Lilith, mentre in un primo momento provocò Adamo, poi fu spiritualmente vinta da quest’ultimo ed abbandonò il Giardino dell’Eden. Come prova della superiorità morale ed etica, spirituale e sapienziale del genere umano sui demoni, che stanno sul mondo dell’impurità conosciuto come l’altro lato, è scritto:

    «Ella disse: ‘Non starò sotto di te,’ ed egli disse ‘E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra.»

    Lilith pronunciò infuriata il nome di Dio, prese il volo e abbandonò il giardino del Paradiso, rifugiandosi sulle coste del Mar Rosso. Lilith abbandonò il Paradiso di propria iniziativa, prima della caduta dell’uomo e non avendo toccato l’Albero della Conoscenza non fu condannata alla mortalità.
    In seguito Lilith si accoppiò con Asmodai, creando un’infinita generazione di jinn o demoni detti Lilim. Adamo chiese a Dio di riportare indietro Lilith così tre angeli, chiamati Senoy, Sansenoy e Semangelof, furono mandati per ricercarla. Quando i tre angeli la trovarono e le ingiunsero di tornare minacciandola di morte, lei rispose che non sarebbe potuta tornare da Adamo dopo aver avuto relazioni con i demoni e che non sarebbe potuta morire in quanto immortale. Ma quando gli angeli minacciarono di uccidere i figli che lei aveva generato con i demoni, lei li supplicò di non farlo promettendo che non avrebbe toccato i discendenti di Adamo ed Eva, se solo si fossero pronunciati i nomi dei tre angeli.
    Gustav Klimt dipinge la mano sinistra di Lilith che accarezza la sua chioma di animali ed è come se accarezzasse il suo Asmodai. Ahimè non ci fu tempo per dipingere la possibile mano destra di lei stretta nella mano di Adamo, il tempo ne aveva spazzato la memoria. Ma non avrebbe mai potuto nemmeno dipingere le due mani legate fra loro perché la morte lo colse.
    Il quadro di Adamo ed Eva non è incompiuto, così andava fatto.

    Resta Adamo

    Adamo è ritratto in un secondo piano, quello terrestre dei mortali, e mentre la sua vecchia sposa Lilith, immortale, appare sempre giovanile e luminosa di bellezza, il solcato suo volto è appesantito dal tempo. Il lavoro dei campi lo ha imbrunito e segnato nelle membra, non più giovanili, come al tempo dell’amore con Lilith e poi con Eva. Ma lui sogna quei tempi nei momenti di riposo come se fosse in sintonia con la testa reclinata con quella dell’amata antica, se pur preso dal vecchio rancore del “sotto” e “sopra”. Ma ironia della sorte, il “maestro” Gustav lo dispone sotto di lei a soggiacere finché piacerà a lei.

    NOTA:

    Gaetano Barbella é uno studioso eclettico dotato di singolari capacità intuitive che, unite ad una considerevole abilità dell’uso di “riga e compasso”, fanno di lui un singolare ricercatore. Egli è un diplomato geometra ma è stato continuamente incline a erudirsi da autodidatta, tanto da disporlo allo studio, in particolare, nel campo delle espressioni dell’arte e dell’architettura. Nel caso di questi scritti si rivela un attento studioso di argomenti dal tratto esoterico. Su queste linee ha scritto molti saggi pubblicati sul web. Nel 2010 ha scritto un Ebook edito dalla Macro Edizioni, “I Due Leoni Cibernetici”, in cui viene mostrata una singolare ipotesi sull’annosa “quadratura del cerchio”. Gaetano Barbella vive a Brescia con la famiglia sin dal 1969.

    ARTICOLI NEL LINK :
    https://www.altrogiornale.org/author/gaetano-barbella/

  2. DONATELLA scrive:

    Profondamente bella l’immagine di questa coppia, lui assorbito nella sua passione, lei un po’ più sbarazzina nel sorriso.

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