REPUBBLICA — 23 OTTOBRE 2023– ore 00.00
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Le guerriere della pace, madri israeliane e palestinesi unite: “Fermatevi ora, non uccidete più i nostri figli”
MADRI ISRAELIANE E PALESTINESI IN MARCIA IL 4 OTTOBRE ’23
di Benedetta Perilli
Avevano marciato insieme tre giorni prima dell’attacco di Hamas. Ora ebree, arabe e cristiane si tendono una mano di pace e lanciano l’appello: “Donne di tutto il mondo, uniamoci per fermare questa follia”. Oggi a Parigi la manifestazione delle donne senza bandiera e slogan: “La posta in gioco è anche qui in Europa”
Michal Halev è una delle madri di Woman Wage Peace, l’associazione con base in Israele che dal 2014 unisce nel segno della pace donne arabe, ebree e cristiane, di destra e di sinistra, israeliane e palestinesi. Il 4 ottobre ha marciato vestita di bianco stringendo la mano alle madri palestinesi. Tre giorni dopo, il 7 ottobre, è diventata la madre di un figlio morto: Laor, 20 anni, ucciso dai miliziani di Hamas.
“Fermatevi, la guerra non è la risposta – chiede ora in un toccante appello – Israele, le madri di Gaza, il popolo ucraino, tutti stiamo attraversando l’orrore”. Poi, prima di scoppiare in lacrime, chiede che si faccia qualcosa affinché i bambini possano crescere nell’amore e non nell’odio, possano realizzare i loro sogni, sposare la persona che amano.
Una mano di pace alle madri di Gaza
Una risposta d’amore, non di odio, come confermato anche dal comunicato ufficiale dell’associazione diffuso a giorni di distanza dall’attacco. “Anche oggi, tra il dolore e la sensazione che la fiducia nella pace sia crollata, tendiamo una mano di pace alle madri di Gaza e della Cisgiordania. Noi mamme insieme alle donne di tutto il mondo dobbiamo unirci per fermare questa follia”.
Un comunicato difficile, arrivato dopo giorni di riflessione e confronto. “Prima c’è stato il dolore, poi la rabbia e infine siamo riuscite a trovare la nostra voce, capace di rappresentare tutte le anime delle donne che fanno parte della nostra rete, donne diverse per religione, appartenenza politica, ideali”, spiega a Repubblica Na’ama Barak Wolfam, una delle componenti di Women Wage Peace, l’organizzazione che unisce oltre 50mila persone e che nel 2016 avevano organizzato la prima grande marcia delle donne per la pace.
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Questa può essere una delle vie giuste perché le donne, in genere, sono quelle che nelle guerre perdono i figli. Mi sembra un magnifico motivo che potrebbe unificare gran parte del mondo femminile.