Un raid aereo israeliano ha colpito il campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di #Gaza. Le autorità palestinesi
denunciano alcune centinaia di vittime, tra morti e feriti.
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ANSA.IT — 31 OTTOBRE 2023 –16.50
https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/10/31/lesercito-di-israele-entrato-a-gaza-da-nord-ovest-duri-combattimenti-con-hamas_42037910-ad01-4ddd-aad5-7005b3a2b965.html
Duri combattimenti fra l’esercito e Hamas. Distrutto il campo profughi di Jabalya, 400 tra morti e feriti
Fonti palestinesi: cinquanta morti nei raid notturni. Allarme a Eilat per un “velivolo ostile”. Da Gaza 8mila razzi dall’inizio della guerra
CAMPO PROFUGHI DI JABALAYA A NORD DI GAZA
“Il campo profughi di Jabalia è stato completamente distrutto”: lo afferma il direttore della difesa civile di Gaza, Ahmad al-Kahlout, ai giornalisti davanti un ospedale di Khan Younis nella Striscia.
“Il distretto è stato distrutto da sei bombe di fabbricazione Usa“, ha detto citato da al Jazeera.
“Sei bombe da una tonnellata ciascuna sganciate sul campo profughi di Jabalya (a nord di Gaza, ndr) hanno provocato 400 tra morti e feriti”: lo afferma il ministero degli Interni di Hamas in un comunicato. Fonti locali aggiungono che si tratta di un bilancio iniziale, basato sulle vittime già trasferite al vicino ospedale ‘Indonesi’. Molte altre vittime, secondo queste fonti, sono ancora coperte dalle macerie.
ANSA.IT — VIDEO- o.40 –16.55
Filippo Landi @FilippoLandi
Gaza: i morti oggi pomeriggio erano saliti a 8.526. Poi è arrivato il bombardamento israeliano del campo profughi di Jabalia. Decine di morti, centinaia di feriti. Questa volta non è un errore palestinese o israeliano. È un atto di guerra per cacciare gli abitanti di Gaza.
FILIPPO LANDI ( biografia al fondo )
Fillipo Landi è stato corrispondente della Rai a Gerusalemme (Israele). Attualmente è inviato di Tg1 Esteri.
ultimo libro:
Il tempo che rimane
Hopefulmonster, 2023
Belma Goralija è andata via improvvisamente. Non ho avuto il tempo di incontrarla nella sua casa o al caffè, come avevo pensato. Neppure ho avuto il tempo di tornare a Sarajevo, dove viveva. Complice la pandemia che ha cancellato il biglietto aereo che avevo acquistato due anni fa. Ora rimpiango questo tempo perduto da parte mia e mi sconvolge il tempo vorace della natura umana, in cui scorrono i nostri giorni. Non potremo incontrarci, parlare, ascoltare. Non potrò più scrivere quello che avrei potuto scrivere. Allora io e chiunque altro può chiedere: che fare del tempo che rimane? Proprio quel tempo, il nostro tempo che ci rimane da vivere. Prima era il tempo di correre, di scrivere, ogni giorno. Di raccontare agli altri quello che la vita quotidiana dischiudeva. Oggi mi sembra il tempo di afferrare i ricordi di chi abbiamo incontrato, perché hanno qualcosa o forse tanto da insegnare. Questo verbo mi sembra bellissimo. Il tempo che rimane è attraversato dai loro volti, dalle loro storie, da quello che ci hanno insegnato. L’indice del libro saranno le lettere dei loro nomi.
foto da : X.com
Filippo Landi nasce a Roma nel 1954. Si laurea in Scienze Politiche all’Università La Sapienza di Roma. Nel 1978 partecipa alla fondazione del settimanale “Il Sabato”. Entra in Rai nel 1987. Corrispondente in Arabia Saudita e in Kuwait durante la Prima Guerra del Golfo, poi in ex Jugoslavia e a Sarajevo, durante gli anni dell’assedio, in Kosovo e in Albania. Nel 2001 torna in Medio Oriente, come corrispondente della Rai a Il Cairo e dal 2003 a Gerusalemme, dove rimane fino al 2014. Sulla sua esperienza in Kosovo ha scritto Un treno per Blace (La Meridiana, 1999).
Il tempo che rimane: sembra un ammonimento a tutti quanti noi per ricordare e valorizzare le cose buone che abbiamo ricevuto.