+++ TAZENDA, DISIMPARADOS —TESTO IN SARDO E TRADUZIONE ( LA LUNA SUL MONTE )

 

 

 

 

[1991]
Parole e musica di Luigi Marielli dei Tazenda

 

Murales

 

 

 

Nel disco intitolato “Murales” Gabriella Carlucci (conduttrice del Cantagiro, edizione 1991): “Cominciamo dal titolo: chi sono i disamparados?”
Andrea Parodi: “Disamparados significa rifiutati, emarginati, abbandonati… Sono i bambini che si lasciano sulle autostrade, sono i vecchi che si trascurano, sono tutta quella parte del mondo che vive con i rifiuti della nostra società.”

Notte ‘e anneu
Chena una lumera
E in coro meu
No b’at un’ispera
Mì sa die
Chi istoccad’ una nue
E rie – rie
Beni’ innoe…
Beni’ intonende unu dillu…
Beni’ intonende unu dillu…
In sos muntonarzos, sos disamparados

Chirchende ricattu, chirchende

In mesu a sa zente, in mesu

A s’istrada dimandende

Sa vida s’ischidat pranghendeBois fizos ‘e niunu

Chin sos annos irmenticados

Tue nd’has solu chimbantunu

Ma parent chent’annosDae sos muntonarzos de sa tziviltade

Sa ‘oghe ‘e sos disamparados

Ponimus una cantone

Ei chena alenu picare

Cantamus pro no irmenticare

Bois jajos ‘e niunu
Chin sos annos irmenticados
Sa vida ue bos at juttu?
In sos muntonarzos!

Coro meu
Fuente ‘ia, gradessida
Gai puru deo
Potho bier a sa vida
Mì sa die
Chi istoccad’ una nue
E rie – rie
Beni’ innoe…
Beni’ intonende unu dillu…
Beni’ intonende unu dillu…

Nois fizos ‘e niunu
In sos annos irmenticados
Sa vida ue nos hat juttu?
In sos muntonarzos!

In sos muntonarzos, sos disamparados
Chirchende ricattu, chirchende
In mesu a sa zente, in mesu
A s’istrada dimandende
Sa vida s’ischidat pranghende

Bois fizos ‘e niunu
Chin sos annos irmenticados
Tue nd’has solu chimbantunu
Ma parent chent’annos

In sos muntonarzos, sos disamparados
Chirchende ricattu, chirchende
In mesu a sa zente, in mesu
A s’istrada dimandende
Sa vida s’ischidat pranghende

In sos muntonarzos, sos disamparados
Chirchende ricattu, chirchende
In mesu a sa zente, in mesu
A s’istrada dimandende
Sa vida s’ischidat pranghende

Beni’ intonende unu dillu…
Beni’ intonende unu dillu…

 

 

DISPERATI

Notte d’affanno
Senza una luce
E nel mio cuore
Non c’è speranza
Ecco il giorno
Che trafigge una nuvola
E ridendo
Arriva fin qui…
Viene intonando un dillu…
Viene intonando un dillu…

Nelle discariche, i disperati
Cercando da mangiare, cercando
In mezzo alla gente, in mezzo
Alla strada domandando carità
La vita si sveglia piangendo

Voi figli di nessuno
Negli anni dimenticati
Tu ne hai solo 51
Ma sembrano cent’anni

Dagli immondezzai della civiltà
La voce degli abbandonati
Scriviamo una canzone
E senza prendere respiro
Cantiamo per non dimenticare

Voi vecchi di nessuno
Con gli anni dimenticati
Dove vi ha portato la vita?
Negli immondezzai!

Cuore mio
Fonte viva, gradita
Così anch’io
Posso bere alla vita
Ecco il giorno
Che trafigge una nuvola
E ridendo
Arriva fino a qui…
Viene intonando un dillu…
Viene intonando un dillu…

Noi figli di nessuno
Negli anni dimenticati
Dove ci ha portato la vita?
Negli immondezzai!

Nelle discariche, i disperati
Cercando da mangiare, cercando
In mezzo alla gente, in mezzo
Alla strada domandando carità
La vita si sveglia piangendo

Voi figli di nessuno
Negli anni dimenticati
Tu ne hai solo 51
Ma sembrano cent’anni

Nelle discariche, i disperati
Cercando da mangiare, cercando
In mezzo alla gente, in mezzo
Alla strada domandando carità
La vita si sveglia piangendo

Nelle discariche, i disperati
Cercando da mangiare, cercando
In mezzo alla gente, in mezzo
Alla strada domandando carità
La vita si sveglia piangendo

Viene intonando un dillu…
Viene intonando un dillu…

 

traduzione inviata da Bernart Bartleby – 29/5/2014 – 21:31

 

 

Su dillu: ballo originario del Goceano composto da un solo movimento che consiste in due saltelli sul piede destro e due sul piede sinistro. Di derivazione profana, pare venisse anticamente eseguito come forma di scongiuro per le vittime della puntura della malmignatta (s’argia o arza), un ragno velenoso, per allontanare il pericolo della morte. Tale ipotesi sarebbe suffragata non solo dal fatto che da esso deriva su ballu ‘e s’arza (il ballo della malmignatta), eseguito a passo di dillu, ma anche dal nome stesso del ballo. La parola dillu sarebbe infatti una contrazione di “dilliriu” che significa delirio; inoltre le parole che accompagnano spesso la danza “dilliri, dilliri, dilliriana“, richiamano per assonanza la stessa parola “dillirium”.
Una seconda ipotesi invece fa risalire il nome del ballo da “dillisu” (“beffa, scherno”) e sostiene che nei tempi antichi il ballo venisse eseguito dopo una razzia di bestiame (“bardana”) come festeggiamento per essere riusciti a beffare i proprietari della mandria. (it.wikipedia)

 

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1 risposta a +++ TAZENDA, DISIMPARADOS —TESTO IN SARDO E TRADUZIONE ( LA LUNA SUL MONTE )

  1. DONATELLA scrive:

    Che bella questa canzone!

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