Una parola al giorno.it — 27 giugno 2021 — BLANDIRE — Carezzare, sfiorare; lusingare, ammansire ++ IL POST, 02 – 11 — 2017 +++ MASSIMO ARCANGELI

 

 

 

Una parola al giorno

 

27 giugno 2021

https://unaparolaalgiorno.it/significato/blandire

 

 

Blandire

blan-dì-re (io blan-dì-sco)

 

 

SIGNIFICATO Carezzare, sfiorare; lusingare, ammansire

 

ETIMOLOGIA voce dotta recuperata dal latino tardo blandire, blandiri nel latino classico, derivato di blandus ‘carezzevole’.

 

Di questo verbo, che si colloca nella piacevole e utile famiglia delle parole ricercate ma non troppo, abbiamo quasi perso il riferimento fisico. Non diremmo abitualmente che distesi sul divano blandiamo il nostro cane o che io blandisco i tuoi capelli, ma nemmeno che una dolce brezza blandisce le fronde degli alberi, o che il tepore del fuoco blandisce i nostri corpi infreddoliti.

Intendiamo il blandire come un lusingare, vezzeggiare per indurre a fare qualcosa — in una certa misura, sedurre. Ma non dobbiamo scordare che il nucleo originale del blandire è l’accarezzare, lo sfiorare

In latino blandus nasce come voce espressiva, fonosimbolica; con la sua morbida dolcezza descrive esattamente il carezzevole — qualità che si traduce nel tardo blandire, recuperato nel Trecento come latinismo.

Ma va detto che ha sempre avuto una chiara inclinazione ai significati figurati; e se questi si sono spinti fino ai significati del lenire (blandisco il tuo dolore), in ultima analisi, nell’uso corrente, lo portano principalmente ad essere un lusingare sì, ma un lusingare che ha il profilo di un trattare amorevolmente, di un assecondare, di un ammansire, un rabbonire con striature di guida. Non è solo servile e adulatorio, ma soprattutto rassicurante, compiacente.

Così possiamo criticare il modo in cui la diplomazia blandisce un dittatore ributtante, possiamo squadernare la politica atta a blandire una categoria capace di creare rogne, possiamo parlare di come il regista dello spettacolo blandisca un pubblico che evidentemente conosce molto bene, o possiamo raccontare di come l’amico blandisca due che stanno litigando per disinnescare un esito minaccioso.

È un verbo che coglie un tratto psicologico profondo, un’intenzione articolata, non priva di una vena strategica — ora mossa da una volontà limpida e affettuosa di paciere, ora da una machiavellica viscida volontà volta al conveniente più che al giusto.

Un termine di grande finezza, che schiude le complessità del gesto di una carezza.

Parola pubblicata il 27 Giugno 2021

Testo originale pubblicato su: https://unaparolaalgiorno.it/significato/blandire

 

 

 

 

 

IL POST — 02 – 11 — 2017
https://www.ilpost.it/2017/11/02/blandire-significato/

 

Cosa vuol dire “blandire”

 

Lo usiamo soprattutto come sinonimo di lusingare, ma significa anche trattare con dolcezza una persona bisognosa di affetto

 

di Massimo Arcangeli

 

 

 

Blandire vuol dire innanzitutto “accarezzare” o “lambire”, ma con questo significato il verbo suona a un orecchio moderno come antico o fortemente letterario. Lo usò in questo senso Giuseppe Parini nel suo capolavoro, il poema satirico Il giorno:

e l’aura estiva del cadente rivo
e dei clivi odorosi a lui blandisce
le vaghe membra

(Il meriggio, vv. 278-280).

L’aria estiva, allietata da un fiume che scorre e dalle odorose colline (clivi) di un ridente paesaggio, accarezza, in questo passo, le belle (vaghe) membra del Piacere, il protagonista dell’episodio versificato dal poeta (e abate) lombardo.

È intriso di letteratura anche un secondo significato di blandire, “mitigare”, “lenire”, “temperare”, meno antico del precedente, e si può allora voler blandire un affanno, un dolore o una qualunque altra forma di sofferenza o disagio. È assai prossimo a quelli appena elencati il significato che avvicinablandire a confortare, oppure a vezzeggiare. Come quando si blandisce, parlandole amorevolmente o trattandola con dolcezza, una persona bisognosa di aiuto, di affetto, di sostegno morale, e magari si accompagnano le proprie parole o azioni con una carezza, per l’appunto, o una moina o un gesto analogo.

Oggi, se pensiamo a blandire, ci viene da accostarlo piuttosto a un terzo significato, sempre letterario ma di una letterarietà più tenue rispetto a quella dei due illustrati; è lo stesso significato di lusingare, che ne è un sinonimo quasi perfetto, e può evolvere in direzione del significato di ammansire.

Adulare o allettare non sarebbero sostituti ottimali del nostro verbo:blandire qualcuno, oppure il suo animo, è elogiarlo usando toni, modi, parole carezzevoli, quasi a volerlo solo sfiorare per non oltrepassare la misura, per non apparire falso o importuno. Anche in questo caso si potrebbe arricchire il quadro con l’aggiunta di una sfumatura di senso: blandire una passione (o una pulsione, un sentimento, un desiderio, ecc.) vuol dire assecondarla, solleticarla o favorirla. Vi indulgiamo con delicatezza, evitando (inutilmente) di resisterle e puntando a conviverci. Blandire si rivela qui, dunque, un moderato invito a godere.

L’origine di blandire è il latino tardo omonimo, derivato di un verbo deponente (blandiri) che aveva già sviluppato (“lenire” e simili a parte) gli stessi significati italiani prima spiegati. Alla base c’è l’aggettivo blandus, che oscillò fra i significati di “lusinghiero” e “insinuante”, “seduttivo” e “suasivo”, “invitante” e “piacevole”, “dolce” e “attraente”.

L’italiano blando li avrebbe ripresi un po’ tutti, anche se la stragrande maggioranza dei parlanti e degli scriventi attuali lo collega piuttosto, come abbiamo visto per blandire, all’idea di una moderatezza, una leggerezza, una mitezza, una contenutezza di modi, sostanze, proprietà dell’oggetto ritenuto tale: un medicinale blandouna blanda punizioneun intervento, un rimedio blandousare maniere blande.

Alla vigilia del Festival “Parole in cammino” che si è tenuto ad aprile a Siena, il suo direttore Massimo Arcangeli – linguista e critico letterario – ha raccontato pubblicamente le difficoltà che hanno i suoi studenti dell’università di Cagliari con molte parole della lingua italiana appena un po’ più rare ed elaborate, riflettendo su come queste difficoltà si estendano oggi a molti, in un impoverimento generale della capacità di uso della lingua. Il Post ha quindi proposto ad Arcangeli di prendere quella lista di parole usata nei suoi corsi, e spiegarne in breve il significato e più estesamente la storia e le implicazioni.

Il nuovo libro di Massimo Arcangeli,La solitudine del punto esclamativo“, è uscito il primo giugno per il Saggiatore.

La solitudine del punto esclamativo - Massimo Arcangeli - copertina

La solitudine del punto esclamativo

Il Saggiatore, 2017

pp. 334

 

Massimo Arcangeli ( Roma, 1960 )

 

È linguista, sociologo della comunicazione, critico letterario, scrittore. Insegna Linguistica italiana e Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università di Cagliari dove è stato, dal 2008 al 2010 preside della Facoltà di Lingue e Letteratura Straniere. Dal 2010 è docente di teoria e tecnica del linguaggio giornalistico presso l’università LUISS – Guido Carli e nello stesso anno è divenuto responsabile mondiale del progetto PLIDA della Società Dante Alighieri, incarico coperto sino al 2013. Attualmente è direttore editoriale dell’area riviste della Dante.

È anche Garante per l’italianistica presso l’’Università di BanskaBystrica (Repubblica Slovacca) dirige, per l’editore Zanichelli, l’Osservatorio della Lingua Italiana e collabora con l’Istituto dell’Enciclopedia italiana. Numerose le collaborazione con testate nazionali quali La Stampa, Il Manifesto, L’Unità, Liberazione, L’Unione Sarda; per Repubblica ha curato la rubrica “Il linguista” con Alessandro Aresti, per “Il fatto quotidiano” con Sandro Mariani tiene il blog “Il giocabolario”.

Tra le ultime pubblicazioni Itabolario. L’Italia unita in 150 parole (2011), Cercasi Dante disperatamente. L’italiano alla deriva (2012), Biografia di una chiocciola. Storia confidenziale di @ (2015), La forma universal di questo nodo. La cultura di Dante (con Edoardo Boncinelli, 2015), Breve storia di Twitter (2016), All’alba di un nuovo medioevo. La comunicazione al tempo di internet (2016) e La solitudine del punto esclamativo (2017).

 

 

Logo Il Festival della Lingua Italiana

da : https://www.ilfestivaldellalinguaitaliana.it/speaker/massimo-arcangeli/

 

 

 

 Le tematiche selezionate per l’edizione del 2023.

a) Lingua e genere, linguaggio inclusivo (o “ampio”) e forme di discriminazione linguistica
b) Linguaggi giovanili
c) Lingua e potere, politiche linguistiche
d) I linguaggi della politica

 

vedi sotto :

IL PROGETTO —apri qui

 

 

altri libri di questo autore :

 

Arrigo di Massimo Arcangeli

Boringhieri, 2022

 

 Fra i suoi ultimi libri,

La lingua scǝma. Contro lo schwa (e altri animali) (2022), Senza parole. Piccolo dizionario per salvare la nostra lingua (2020); L’avventurosa storia della stretta di mano. Dalla Mesopotamia al Covid-19 (2020), Sciacquati la bocca. Parole, gesti e segni dalla pancia degli italiani (2018)-
Per Bollati Boringhieri ha pubblicato, insieme a Edoardo Boncinelli, Le magnifiche 100. Dizionario delle parole immateriali (2017).

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1 risposta a Una parola al giorno.it — 27 giugno 2021 — BLANDIRE — Carezzare, sfiorare; lusingare, ammansire ++ IL POST, 02 – 11 — 2017 +++ MASSIMO ARCANGELI

  1. DONATELLA scrive:

    Avremmo tanto bisogno di blandizie!

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