9 FEBBRAIO 2024 ORE 17.00 – PALERMO- CONFERENZA ALLA CASA DELLA COOPERAZIONE –PALESTINA: COSA RESTA DEL DIRITTO INTERNAZIONALE ? – riccardo cucchi @CucchiRiccardo+ Alessandro Luparello  @alswolf –moderatore dell’incontro + vignetta di Mauro Biani –+++ RAJI SOURANI ++ link e articolo dal CENTRO PALESTINESE PER I DIRITTI UMANI – IL GAS NELLE ACQUE INTORNO A GAZA

 

riccardo cucchi @CucchiRiccardo

21.26 — 8 febbraio 2024

 

Eni è tra le sei compagnie alle quali Israele ha concesso esplorazioni per il gas naturale in acque palestinesi. Mentre bombarda #Gaza alla quale le convenzioni internazionali attribuiscono la sovranità territoriale su quel tratto di mare. Le notizie che fai fatica a trovare.

 

Alessandro Luparello  @alswolf

22.03 — 8 febbraio 2024

https://twitter.com/alswolf/status/1755698874230951978/photo/1

 

“la notizia che fai fatica a trovare”.

Anche per questo vogliamo fortemente un incontro che parli di #Palestina e diritto internazionale.

Il  @pchrgaza   ( @RajiSourani  interverrà a #Palermo) è una delle organizzazioni gazawi per i diritti umani che ha denunciato questo accordo.

 

 

 

 

Immagine

 

 

nota:

 

DA :

https://pchrgaza.org/en/raji-sourani/

https://pchrgaza.org/en/ = CENTRO PALESTINESE PER I DIRITTI UMANI

 

 

 

Raji Sourani, palestinese, nato nella Striscia di Gaza
Avvocato, specializzato in diritti umani

 

Biografia

Per il mio lavoro nei decenni precedenti ho ricevuto un ampio riconoscimento come il principale avvocato per i diritti umani della Striscia di Gaza. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Università di Alessandria nel 1977, la mia carriera è stata dedicata alla difesa dei principi dei diritti umani nei territori palestinesi.

Nel corso del mio lavoro sono stato imprigionato sei volte, la più lunga per un periodo di tre anni, e nel 1988 sono stato adottato da Amnesty International come prigioniero di coscienza. Riconoscendo il mio sacrificio per il bene dei principi dei diritti umani, sono stato ho ricevuto il Premio Congiunto per il Memoriale per i Diritti Umani di Robert F. Kennedy nel 1991 e ho ricevuto numerosi altri premi per i diritti umani nel corso della mia carriera.

Sono il fondatore e direttore del Centro Palestinese per i Diritti Umani che, fondato nel 1995, ha ricevuto elogi e riconoscimenti a livello internazionale per il suo ruolo di ricerca e di advocacy sull’occupazione israeliana della Palestina, così come per il suo intervento diretto sulla tutela dei diritti umani. questioni relative ai diritti nei territori palestinesi.

Ora dedico il mio tempo tra il mio lavoro nella Striscia di Gaza e la difesa internazionale all’estero. Attualmente sono anche membro del Comitato Esecutivo della Commissione Internazionale dei Giuristi (ICJ); Vicepresidente della Federation Internationale des Ligues des Droits de l’Homme (FIDH); e presidente del consiglio di amministrazione dell’Organizzazione araba per i diritti umani (AOHR).

 

TRADUZIONE AUTOMATICA

SEGUE CON ALTRO NEL LINK MESSO ALL’INIZIO CHE RIPETO:

https://pchrgaza.org/en/raji-sourani/

 

 

8 FEBBRAIO 2024

 

 

https://pchrgaza.org/en/israeli-gas-exploration-licenses-in-palestines-maritime-areas-are-illegal-and-violate-international-law/

 

Le licenze israeliane di esplorazione del gas nelle aree marittime della Palestina sono illegali e violano il diritto internazionale

 

 

Gruppi palestinesi per i diritti umani contestano le licenze illegali di esplorazione del gas israeliano al largo delle coste di Gaza: Adalah chiede a Israele di revocare le gare d’appalto che violano il diritto internazionale; Al Mezan, Al-Haq e PCHR fanno appello alle società autorizzate ad astenersi immediatamente dal partecipare ad atti di saccheggio delle risorse naturali sovrane del popolo palestinese.

 

Il 29 ottobre 2023, nel mezzo della brutale offensiva militare israeliana contro Gaza, definita dalla Corte internazionale di giustizia (ICJ) come plausibilmente costituente un genocidio contro il popolo palestinese a Gaza, il Ministero dell’Energia israeliano ha  annunciato  di aver concesso licenze a sei società israeliane e internazionali per esplorare la ricerca di gas naturale in aree che sono considerate aree marittime palestinesi secondo il diritto internazionale.

Le società includono Eni SpA (Italia), Dana Petroleum (Regno Unito, una controllata della South Korea National Petroleum Company) e Ratio Petroleum (una società israeliana). Le licenze arrivano dopo il  quarto round di offerte offshore  (“OBR4”), lanciato dal Ministero dell’Energia e delle Infrastrutture israeliano nel dicembre 2022.

 

 

La mappa 1 mostra i confini marittimi dello Stato di Palestina secondo la sua  dichiarazione del 2019  in conformità con la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.

 

 


figura 2

La mappa 2 mostra le aree coperte dal bando. Le linee rosse indicano ciò che Israele di fatto considera come sua area di concessione, mentre le linee nere rappresentano i confini marittimi della Palestina, come mostrato nella Mappa 1.

 

Israele ha concesso licenze per l’esplorazione del gas per la Zona G, un’area marittima adiacente alle coste di Gaza, come illustrato nell’area verde della Mappa 2 sopra.

In particolare, il 62% della Zona G rientra nei confini marittimi  dichiarati dallo Stato di Palestina nel 2019 , in conformità con le disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) del 1982, di cui la Palestina è firmataria.

Oltre alle licenze già assegnate nella Zona G, Israele ha emesso gare anche per le Zone H ed E (come raffigurate in rosa sulla Mappa 2); Il 73% della Zona H rientra nei confini marittimi dichiarati della Palestina, insieme al 5% della Zona E.

Pur non essendo parte dell’UNCLOS, Israele ha  risposto  alla dichiarazione palestinese sostenendo che, poiché Israele non riconosce la Palestina come stato sovrano, La Palestina non ha l’autorità di dichiarare i propri confini marittimi e le proprie acque. Questo argomento è in diretta contraddizione con i principi consolidati del diritto internazionale, come delineato di seguito.

 

Israele è la potenza occupante nella Striscia di Gaza ed esercita il pieno controllo effettivo sulle aree marittime della Palestina. L’emissione della gara e la successiva concessione di licenze per l’esplorazione in quest’area costituisce una violazione del diritto internazionale umanitario (DIU) e del diritto internazionale consuetudinario. Le gare d’appalto, emesse in conformità con il diritto interno israeliano, equivalgono effettivamente all’annessione de facto e de jure delle aree marittime palestinesi rivendicate dalla Palestina, in quanto quest’ultima cerca di sostituire le norme del diritto internazionale umanitario applicabili applicando invece il diritto interno israeliano all’area, in contesto di gestione e sfruttamento delle risorse naturali. Secondo il diritto internazionale applicabile, a Israele è vietato sfruttare le risorse limitate non rinnovabili del territorio occupato, per guadagni commerciali e a beneficio della potenza occupante, secondo le regole dell’usufrutto, come previsto dall’articolo 55 dei Regolamenti dell’Aja . Invece, Israele, in quanto autorità amministrativa de facto nel territorio occupato, non può esaurire le risorse naturali per scopi commerciali che non siano a beneficio della popolazione occupata.

 

Il 5 febbraio 2024, Adalah ha inviato una  lettera  al ministro dell’Energia israeliano e al procuratore generale di Israele, chiedendo: (i) la revoca delle licenze per l’esplorazione del gas concesse nella Zona G; (ii) l’annullamento di eventuali gare pendenti nelle aree che rientrano nei confini marittimi della Palestina; e (iii) l’immediata cessazione di qualsiasi attività che comporti lo sfruttamento delle risorse di gas nei confini marittimi della Palestina, poiché queste aree non appartengono allo Stato di Israele e Israele non possiede alcun diritto sovrano su di esse, compresi i diritti economici esclusivi. Inoltre, l’esplorazione e lo sfruttamento del gas nelle aree marittime della Palestina violano palesemente il diritto fondamentale del popolo palestinese all’autodeterminazione, che comprende la gestione delle sue risorse naturali.

 

In data 6 febbraio 2024 lo studio legale Foley Hoag LLP, in rappresentanza di Al-Haq, Al Mezan Center for Human Rights e Palestine Center for Human Rights (PCHR) ha inviato diffide alle società  Eni SpA ,  Dana Petroleum Limited e  Ratio Petroleum  a desistere dall’intraprendere qualsiasi attività nelle aree della Zona G che ricadono nelle aree marittime dello Stato di Palestina, sottolineando che tali attività costituirebbero una flagrante violazione del diritto internazionale.

 

Le organizzazioni hanno notificato alle compagnie che qualsiasi tentativo di esplorare e sfruttare le risorse naturali rivendicate dallo Stato di Palestina senza il suo consenso violerà inevitabilmente il diritto internazionale umanitario, comprese le leggi sull’occupazione. Le organizzazioni hanno avvertito che la complicità in crimini di guerra come il saccheggio è un reato grave, che espone gli attori aziendali a responsabilità penale individuale. È importante sottolineare che la Corte penale internazionale ha attualmente un’indagine aperta sui crimini internazionali commessi nel territorio dello Stato palestinese, e quindi ha giurisdizione per indagare e perseguire qualsiasi individuo ritenuto responsabile della commissione del crimine di guerra del saccheggio. Inoltre, partecipare alla gara ed effettuare esplorazioni di gas nelle aree marittime della Palestina, in violazione del diritto internazionale umanitario, espone le società al rischio di azioni civili per danni. Le organizzazioni hanno dichiarato di essere pronte a utilizzare tutti i meccanismi legali disponibili nella massima misura possibile, a meno che le aziende non si astengano da attività in violazione del diritto internazionale nei territori occupati, comprese le acque palestinesi.

 

Secondo le organizzazioni, la demarcazione unilaterale di Israele dei suoi confini marittimi per includere le aree marittime della Palestina e le lucrative risorse naturali non solo viola il diritto internazionale ma perpetua anche un modello di lunga data di sfruttamento delle risorse naturali dei palestinesi per i propri guadagni finanziari e coloniali. Israele cerca di saccheggiare le risorse della Palestina, sfruttando quella che è già solo una frazione delle legittime risorse naturali dei palestinesi.

Per domande sui media:

Samir Zaqout, Al Mezan  advocacy@mezan.org

Dott.ssa Susan Power, Al Haq  susan.alhaq@gmail.com

Basilea Alsourani, PCHR  basiel.ancheurani@pchrgaza.org

Miriam Azem, Adalah  miriam@adalah.org

 

 

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  1. DONATELLA scrive:

    La politica cannibalesca di Israele non credo che avrà successo ( almeno lo spero). La guerra di sterminio che sta conducendo contro i Palestinesi contribuisce a distruggere, forse per sempre, l’immagine del popolo ebraico perseguitato per secoli. Possibile che la storia dolorosissima degli Ebrei, culminata nell’orrendo Olocausto, non abbia insegnato il valore della vita umana, di ciascuna vita indipendentemente da razza, religione, politica, ecc.?

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