Arrivano i mostri————————————bardelli

 

 

bardelli, foto di gruppo in un esterno, 2024, computer graphics, elaborazione grafica di pastelli dell’autore

 

 

Arrivano i mostri

Il programma di Federico Rampini (Inchiesta da fermo, La 7, tutti i mercoledì alle 21:15) è senz’altro interessante. Anche un po’ allarmante, per me. Le due prime puntate erano dedicate agli USA. In particolare la prima parlava della vita nelle grandi città americane.

Mentre guardavo mi sono venuti in mente due vecchi racconti di fantascienza, entrambi ambientati in un futuro verosimilmente non molto distante.

Il primo si svolge nell’immediato dopo guerra atomica. Fra le macerie di una grande città si aggirano i pochi superstiti. Scampati alla morte, ma comunque marcati dalle radiazioni che hanno messo in moto un processo di mutazione un po’ anacronistico, a dire il vero: sono diventati tutti vampiri, come il conte Dracula, per intenderci.

Un maschio bianco, anglosassone e protestante è riuscito, non si dice come, a evitare sia la morte che gli effetti devastanti delle radiazioni (il vampirismo). La catastrofe atomica ha distrutto qualsiasi mezzo di comunicazione perciò non sappiamo, e non lo sa lui, se sia l’unico esemplare di Homo sapiens ancora incolume.

Ovviamente i vampiri vorrebbero trasmettergli il loro contagio a morsicate, per cui il nostro eroe, le sue spedizioni in cerca d’acqua e di cibo non contaminato nei supermercati deserti e semi distrutti, li fa di giorno, quando i vampiri, secondo tradizione, si immobilizzano nei loro giacigli, in genere bare. Deve stare attento a ritornare a casa prima del calare del sole e barricarsi dietro una formidabile porta blindata contro la quale si scagliano i vampiri. Non riuscendo a sfondare la porta i mutanti si riuniscono tutta la notte sotto le sue finestre e fra urla e richiami osceni le vampiresse cercano di attrarlo mettendosi nude in posizione lascive.

Non so come finisce. Forse alla fine il nostro eroe sposa una delle vampiresse e vissero felici e contenti fino alla fine dei loro giorni. I quali non finiscono perché, come si sa, i vampiri non muoiono mai.

La fine dell’altro racconto la ricordo bene perché è un ingegnoso finale a sorpresa.

Sempre in questo prossimo futuro ci saranno nelle principali città i Grandi Magazzini dei Mondi. Grandi locali dove si può trovare la documentazione, soprattutto audio-visiva di qualsiasi periodo storico. L’interessato, se si sottoporrà a una seduta di un oretta in apposita macchina, potrà vivere per un anno nel mondo che ha scelto: che sia l’Atene di Pericle o la Firenze dei Medici, il Far West dei pionieri o la Rivoluzione Francese. E vivrà per un anno nell’epoca che ha scelto, fisicamente, concretamente, non come in un sogno.

C’è un effetto collaterale non da poco. L’operazione nella macchina del tempo ( che siano radiazioni o liquidi allucinogeni ) ha conseguenze devastanti sulla salute di chi vi si sottopone. Conseguenze che si fanno sentire dopo un anno, appunto, incurabili e letali.

Un interessato si aggira per i vasti spazi del negozio, ma alla fine decide di non farne niente.

E così torna alla sua vita di tutti i giorni: in macchina fino al parcheggio della stazione suburbana, il treno dei pendolari, il lavoro monotono e privo di gratificazioni. Il ritorno in treno e in macchina fino a casa sua, una linda casetta in un buon quartiere, tranquillo, in una via di tutte casette uguali alla sua. Sua per modo di dire perché ha ancora da pagare la maggior parte del mutuo.

La cena deve riscaldarsela. La moglie gli ha lasciato amorevolmente tutto pronto, ma è già a letto che si addormenta davanti alla televisione.

I piatti nella lavastoviglie, si spoglia, si mette il pigiama e si infila nel letto senza svegliare la moglie.

Grazie a Dio si avvicina il weekend.

Il sabato, dopo il golf con gli amici, la cena al club con le mogli, qualche whisky, un po’ di corteggiamento incrociato e una partitina a bridge.

Domenica a messa la mattina e qualche partita alla televisione il pomeriggio.

Figli non ce ne sono, ormai è tardi.

Mentre si addormenta pensa che potrebbero prendere un cane. Ne parlerà alla moglie.

Un bel giorno si sveglia e dalla finestra vede la sua città ridotta in macerie in mezzo alle quali si aggirano orde di mostruosi e aggressivi mutanti.

Si rende conto che esattamente un anno prima la scelta nel Grande Magazzino dei Mondi l’aveva fatta : aveva scelto di vivere un anno nell’ America degli anni ‘50.

Vedendo il programma di Rampini mi è venuto il sospetto che la Terza Guerra Mondiale , atomica ovviamente, ci sia già stata e non ce l’hanno detto.

P.S. Del secondo racconto ho letto solo il riassunto che ne fa elegantemente Umberto Eco (credo in “Apocalittici e integrati”) Non ho sotto mano il libro per cui è probabile che qualcosa ricordi male, il succo credo di averlo afferrato e riportato alla meno peggio. L’autore, citato da Eco, non ricordo.

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1 risposta a Arrivano i mostri————————————bardelli

  1. DONATELLA scrive:

    La realtà mostruosa che narra questo racconto non è poi molto distante da quella in cui viviamo, tranne i vampiri, che da noi si nascondono abilmente sotto spoglie umane.

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