per chi si sente ” ligure ” ..
La costruzione della torre di Babele
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GENOVA MEDIEVALE
VALLE D’INTELVI – COMO — DA CUI GLI ANTELAMI
da : Ecobnb
Venivano dalla Lombardia, dalla scoscesa valle d’Intelvi, che si estende fra i laghi di Como e di Lugano e costruirono Genova, più di otto secoli fa. Tagliapietre, scalpellini, muratori e impresari, i maestri intelvesi sono menzionati frequentemente nei più antichi atti notarili conservati presso l’Archivio di Stato. Nel Medioevo li chiamavano Magistri Antelami, con un termine che deriva dall’espressione latina “ante lagos” ovvero “davanti ai laghi” e che contraddistingue, appunto, la posizione della valle d’Intelvi.
Dalla lettura dei documenti veniamo a sapere che percorrevano a piedi più di 200 chilometri; partivano infatti da Ramponio o da Castiglione d’Intelvi per scendere a Genova, dove le ricche famiglie di mercanti ricercavano la loro arte. E la pagavano bene.
Il Porto di Genova nel ‘500
Genova nel XVI secolo dipinta da Cristofaro Grasso ( Grassi )
(da un disegno del 1481); Galata Museo del Mare, Genoa
la stessa immagine :
da : Meister Drucke
dettaglio
Un’altra opera di Cristofaro Grassi :
Cristofaro Grassi, Escavazione del fondo marino fra i ponti Spinola e Calvi nel 1597. Come vediamo l’area veniva messa “a secco” mediante palizzate (quasi) stagne e svuotata e tenuta costantemente vuota mediante le “cicogne”.
il significato di questa foto continua nel link:
– http://ceraunavoltagenova.blogspot.com/2018/03/da-la-citta-della-lanterna-cura-di.html
Per gli Embriaci, i della Volta, o i de Castro, gli Antelami erigevano chiese, palazzi, torri, che ancor oggi svettano fno al cielo. In pratica tutto il centro storico che si dispiega sotto i nostri occhi, per più di 50 ettari, è frutto del loro lavoro. Ma in che cosa consisteva la loro ‘arte’? In passato questo termine non era limitato alle opere di pittura e scultura, ma si estendeva a tanti altri rami della produzione. L’arte dei maestri della valle d’Intelvi era la lavorazione della pietra; erano in grado di riconoscere un giacimento roccioso adatto, di aprirvi una cava, di estrarre blocchi grandi, trasportarli, riquadrarli perfettamente dando loro una precisa geometria, sollevarli con appositi argani e collocarli in opera.
Viste da vicino, le pareti di San Giovanni di Pré o del chiostro dei canonici di San Lorenzo, o di innumerevoli altre costruzioni, sono composte da centinaia di blocchi con spigoli vivi, dalla struttura geometrica perfetta. Ciascuno di loro ha richiesto almeno 6 o 8 ore di lavoro di uno scalpellino, prima di essere sollevato e posto sul muro. Se proviamo a misurarli, noteremo che alcuni hanno dimensioni davvero impressionanti (in qualche caso si arriva persino alla lunghezza di un metro e mezzo). Ciò dimostra che il loro peso era ‘eccezionale’: da 200 o 300 chilogrammi poteva arrivare anche a una tonnellata.
E tutto questo in un’epoca in cui le ‘macchine’ erano solo in legno e l’unica fonte di energia era la forza dell’uomo e degli animali.
Se lo studio delle costruzioni medievali è a Genova particolarmente avanzato, ci sono precise ragioni. Il nostro grande e ben conservato centro storico è pluristratifcato, nel senso che sugli edifci si leggono le tracce di molte epoche. Ci sono casi in cui un monumento ne ha inglobato uno più antico, oppure casi in cui tre o quattro edifci medievali sono stati accorpati e trasformati in unica costruzione (come accaduto per il Palazzo Ducale).
L’archeologia dell’Architettura è un settore della ricerca che analizza con sistematicità queste stratifcazioni, per arrivare a riconoscerle e a datarle. Proprio a Genova, questo ramo della disciplina ha mosso i suoi primi passi. Fu negli anni Settanta del secolo scorso, stagione ricchissima di impegno politico e culturale, che un gruppo di archeologi dell’ISCUM (Istituto per la Storia della Cultura Materiale) intraprese degli scavi sulla collina di Castello.
Il complesso di San Silvestro, che è oggi sede della Facoltà di Architettura, era allora una distesa di ruderi, dovuti ai danni dell’ultima guerra. Fu in quel contesto che gli archeologi si resero conto che le stratifcazioni dei muri avevano la stessa ricchezza e la stessa importanza di quelle del sottosuolo.
Tiziano Mannoni, geologo, archeologo e poi docente di Restauro, riconobbe, nelle murature di San Silvestro, stratifIcazioni che partivano da poco prima del Mille. Studiando la loro sequenza comprese che, attorno al 1150, si era realizzata una vera e propria ‘rivoluzione’ nel modo di costruire, dovuta a nuove conoscenze di lavorazione della pietra. Intuì che tale salto tecnologico fosse dovuto ai Magistri Antelami che, pro- prio negli stessi anni, comparivano nei documenti notarili. Questa intuizione è stata pienamente confermata dalle ricerche successive. Resta ancora una domanda, profonda, appassionante: da dove ha tratto origine l’arte della pietra degli scalpellini lombardi?
Occorre tenere presente che, prima del Mille, prima ancora di essere tagliapietre, gli Antelami erano abili carpentierie operavano nei boscosi territori posti intorno ai laghi.
L’ipotesi alla quale si sta lavorando è che gli Intelvesi siano stati al fanco dei genovesi già nella Prima Crociata (1095 – 1099). Al seguito degli Embriaci e dei de Castro avrebbero operato come carpentieri in Terra Santa, dove le loro conoscenze furono preziose, soprattutto per la realizzazione di macchine d’assedio.
Nel giro di qualche generazione, sarebbero giunti in contatto con la litotecnica orientale (erede di quella ellenistica, siriana e armena) fondata, appunto, sulla capacità di estrarre e squadrare la pietra con particolare abilità. In pratica, per comprendere l’arte dei Magistri Antelami, occorre alzare lo sguardo verso il Medio Oriente, studiare le tecniche costruttive dei castelli crociati e porle a confronto con quelle antelamiche. In tale percorso alcuni archeologi sono attualmente impegnati assieme al “Centro Internazionale di Ricerca sull’Architettura del Mondo Islamico e del Mediterraneo” diretto dal professor Alireza Naser Eslami.
Ancora una volta la grandezza di Genova, Repubblica Marinara e centro mercantile fra i più importanti del Medioevo, ha origine nella sua identità cosmopolita. Ancora una volta, la sua storia è intrecciata con quella del Mediterraneo. Anche la splendida architettura antelamica che forma l’ossatura del nostro centro storico è comprensibile solo se ne ricercano le radici, che sono, come Genova, protese fra due mondi: l’Europa e l’Oriente
Bibliografia :
Cagnana A., 2004, La ricerca sui “Magistri Antelami”da Monneret de Villard ad oggi, in M.G. Sandri (a cura di), L’eredità di Monneret de Villard a Milano, Atti del Convegno (Milano, 27-29 novembre 2002), Firenze, pp. 89-98.
Cagnana A., 2005a, Le torri di Genova fra XII e XIII secolo, in E. De Minicis, E. Guidoni (a cura di), Case e Torri medievali III, Roma, pp. 67-81. Cagnana A., 2005b, L’introduzione dell’opera quadrata medievale a Genova: aspetti tecnologici e contesto sociale, «Arqueología de la Arquitectura», 4, 2005, p. 23-45.
Cagnana A., 2008, Maestranze e opere murarie nell’altomedioevo: tradizioni locali, magistri itineranti, importazione di tecniche, «Archeologia Medievale», 35, pp. 39-53.
Cagnana A., 2010, Oriente e Occidente: contatti e trasmissioni di tecnologie fra X e XII secolo, «Archeologia dell’Architettura», XV, 2010, pp. 197-204
Cagnana A., Mussardo R., 2012, “Opus novum”. Murature a bugnato del XII secolo a Genova: caratteri tipologici, signiicato politico, legami con l’architettura crociata, in F. Redi, A. Forgione (a cura di), VI Congresso Nazionle di Archeologia Medievale (L’Aquila 2012), Firenze, pp. 87-92.
FOTO E TESTO :
https://www.academia.edu/103193878/Genova_medievale_Ritorno_al_futuro_le_prime_20_pagine_del_libro
NOTA:
I MAESTRI ANTELAMI NELLA LIGURIA MEDIEVALE
–la firma più attendibile dei maestri Antelami sono sicuramente le perfette e regolari orditure dei paramenti murari dettagliate dalle analisi di Aurora Cagnana nel centro di Genova, ma anche a Noli e Savona (interpretate), Sanremo, Albenga, Ventimiglia e fino a Pignone ed alle Cinque Terre: Corniglia, Manarola e Riomaggiore.
citazione da :
AURORA CAGNANA, Muri e Maestri, Gli Antelami nella Liguria Medievale– Philobiblon Edizione, CollanaSemi di Archeologia medievale, Ventimiglia 2020
Non sempre i muri dividono: in questo caso uniscono e parlano tra di loro, intendendosi.