Pubblichiamo un articolo di LORENZO TROMBETTA di LIMESONLINE DEL 2019 –” LE GUERRE DEGLI ALTRI IN SIRIA ” — per chi come noi è digiuno della situazione in Siria.. ( a seguito dell’intervento di Israele a Damasco reso noto stasera )

 

 

LIMESONLINE — 4 GIUGNO  2019

https://www.limesonline.com/dossier/strillone-beirut-rassegna-mediorientale/le-guerre-degli-altri-in-siria-14704844

 

 

LO STRILLONE DI BEIRUT

LE GUERRE DEGLI ALTRI IN SIRIA

 

Le ultime 72 ore dimostrano come lo scontro tra potenze regionali e internazionali sovrasti le dinamiche locali di un conflitto che appare senza fine.

 

di Lorenzo Trombetta

LA CARTA DELLA SIRIA

Carta di Laura Canali, 2018
Carta di Laura Canali, 2018 

Attacchi aerei israeliani contro basi iraniane, rinforzi militari turchi sulla linea del fronte con la Russia. Americani e curdi che si accordano con i russi per l’espatrio di centinaia di uzbeki da un campo profughi al confine con l’Iraq.

 

Nella frase precedente la parola “Siria” non è mai stata scritta. Eppure tutto questo sta avvenendo sul suo suolo. Certo, non è una novità che il conflitto si svolga su un livello regionale e che quest’ultimo abbia un impatto significativo sulle questioni interne e locali siriane.

 

A leggere i media siriani, e ad ascoltare quel che si dice in Siria in questi giorni di fine Ramadan, l’elemento esterno, straniero, appare sempre più preponderante. E i siriani appaiono oggi più vittime che padroni del proprio destino.

 

 

 

IDLIB 

 

 

CARTA DI LAURA CANALI — LIMESONLINE 18 FEBBRAIO 2021
https://www.limesonline.com/dossier/strillone-beirut-rassegna-mediorientale/ricostruzione-e-potere-in-siria-il-caso-di-idlib-14709049/

 

 

Centinaia di migliaia di sfollati, siriani, in fuga nella regione di Idlib. Circa duecento morti solo nella zona di Idlib in poche settimane. E ancora, decine di migliaia di profughi in attesa di essere liberati nei campi-lager al confine con la Giordania e l’Iraq (Rukban e al-Hol). VEDI CARTINA AL FONDO

 

GOLAN 

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https://lmo.wikipedia.org/wiki/Alture_del_Golan#/media/Archivi:Golan_Heights_Map.PNG

 

 

Israele ha prima rivendicato, tra sabato e domenica scorsi, una serie di attacchi nella regione sud-occidentale, tra Damasco e il Golan, contro postazioni per il lancio di missili e depositi di armi probabilmente appartenenti all’Iran e ai suoi alleati regionali.

 

Poi ha compiuto, senza rivendicarlo, un attacco missilistico nella Siria centrale, tra Homs e Palmira, contro una base militare governativa siriana e iraniana. Secondo fonti non ufficiali, nei due attacchi del fine settimana si registrano almeno 15 vittime tra militari di Damasco e stranieri, forse iraniani.

 

Nelle stesse ore e mentre si scrive, forze turche hanno rafforzato le loro basi militari lungo la linea del fronte tra Hama e Idlib, proprio mentre le forze lealiste siriane ( ASSAD ) sostenute dalla Russia avanzano lentamente, ma con successo, nel fianco meridionale della “Grande Idlib”, la zona fuori dal controllo governativo e sotto influenza turca.

 

Qui sono ammassati secondo l’Onu circa tre milioni di civili, tra abitanti locali e sfollati provenienti da altre zone del paese. Qui ci sono anche decine di migliaia di miliziani anti-regime, tra cui molti che hanno aderito alla galassia qaidista.

 

A Mosca e a Damasco importa proseguire la loro lotta al terrorismo. E la Russia ha risposto seccata al tweet con cui il presidente americano Donald Trump chiedeva di fermare la “macelleria” di Idlib.

 

Anche perché Washington e Mosca si coordinano militarmente sulla Siria. E pure sul piano logistico hanno rapporti, per quanto riguarda le azioni che avvengono a cavallo del fiume Eufrate. Il corso d’acqua divide il paese in due macro-zone di influenza e controllo: a est gli americani a sostegno delle forze curde; a ovest i russi e gli iraniani a sostegno dei governativi.

 

Negli ultimi giorni circa 200 civili uzbeki, donne e bambini, familiari di miliziani Is e fuggiti nei mesi scorsi dalla battaglia di Baghuz, ultima roccaforte dell’Is nel sud-est della Siria, sono stati rimpatriati passando per la Russia. Hanno lasciato il campo di al-Hol, gestito dalle forze curde. Hanno attraversato posti di blocco americani.

 

E all’aeroporto di Qamishli, nel nord-est siriano, sono entrati nella zona formalmente in mano alle forze di Damasco (ma all’aeroporto ci sono anche soldati russi). Da Qamishli hanno volato fino alla base russa di Hmeimim, sulla costa siriana. E da lì via verso Tashkent, passando per Mosca.

 

CARTINA RIFUGIATI PALESTINESI MA NON SOLO PALESTINESI

LIMESONLINE 7 DICEMBRE 2023 —
https://www.limesonline.com/carte/carta-rifugiati-palestinesi-14719002/

 

 

CARTA: RIFUGIATI PALESTINESI

Una carta sui campi profughi palestinesi.

 

DI LAURA CANALI

 

 

 

La mappa illustra la capillare diffusione dei campi profughi palestinesi nella martoriata Striscia di Gaza e nella Cisgiordania occupata [riquadri blu], prima del conflitto scatenato da Ḥamās (Hamas) contro Israele il 7 ottobre 2023. Sono inoltre rappresentati i numerosi centri per rifugiati in Libano, Siria e Giordania [pallini rossi], molti dei quali tramutatisi nel corso dei decenni in vere e proprie città.

 

La cartografa di Limes e della Scuola di Limes:  Laura Canali racconta come è nata la mappa:

” La carta qui pubblicata segnala la presenza di 58 campi profughi ufficiali e 6 non ufficiali, rispettivamente in Siria e in Giordania. Le cifre sono pubblicate dal sito dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), ma riguardano il 2018.

La mappa si espande dalla Striscia di Gaza fino ad arrivare alla Turchia per comprendere il campo più a nord che si trova a tredici chilometri a est di Aleppo. I campi profughi, segnalati con un pallino rosso, sono sorti soprattutto tra il 1948 e il 1967. Vicino ad Amman invece, il 30 aprile del 2014 è stato inaugurato un nuovo campo a causa del grande flusso di profughi che scendevano dalla Siria dal marzo 2011, mese d’inizio della guerra.

Oggi quasi tutti i campi profughi sono delle vere e proprie città e non ospitano più solo palestinesi, ma anche molti siriani e iracheni. Per esempio, nel campo di Shātīlā che si trova a sud del porto di Beirut vicino allo stadio Sport City – sorto nel 1949 per ospitare la diaspora palestinese – l’Unrwa registra 9.842 rifugiati, ma dal 2014 si stima un aumento della popolazione compreso tra le 10 mila e 22 mila persone. Le case sono cresciute in altezza senza però avere adeguate strutture portanti. L’area del campo è alle sue origini un chilometro quadrato circa. Fazioni palestinesi hanno il controllo del territorio, sia per la sicurezza sia per l’amministrazione.

Diversa la situazione nel campo di al-Nayrab a est di Aleppo. Questo campo nasce dalle caserme costruite dall’esercito delle forze alleate della seconda guerra mondiale, prevalentemente francesi. Furono lasciate ai rifugiati palestinesi che cercarono di adattarle alle loro esigenze. Prima dell’inizio della guerra di Siria, ospitava circa 20 mila rifugiati. Nel 2000, l’Unrwa ha avviato un piano di ristrutturazione urbanistica del campo e nel 2007 ha cominciato l’abbattimento di alcuni edifici. La ricostruzione di questa prima parte è stata completata, ma l’inizio della guerra del 2011 ha reso l’area estremamente esposta a causa della vicinanza con un aeroporto militare. Molti profughi hanno quindi abbandonato il campo.

Con la guerra sono aumentati i meccanismi negativi tra la popolazione, come i matrimoni precoci, l’uso di stupefacenti, problemi psicologici e un considerevole aumento della violenza.

 

 

 

CAMPO DI AL-HOL ( AL-HAWL CAMP )

Carta di Laura Canali - 2020.

 

 

SOLO PER DARVI UN’IDEA HO COPIATO DAL LINK SOTTO

DAL TITOLO ” CAMPI PROFUGHI PALESTINESI ”  L’ELENCO dei campi :

https://it.wikipedia.org/wiki/Campi_profughi_palestinesi

 

N.B.  – Lo status di profughi palestinesi è diverso da quello di tutti gli altri profughi del mondo in quanto è ereditario-

Il numero dei rifugiati palestinesi registrati è pertanto cresciuto dalla cifra di 914.000 nel 1950 a quella di oltre 5 milioni stimati nel 2012.

al  2023 /24 ?

 

Giordania

Esistono 10 campi profughi ufficiali con 304.430 rifugiati:

 

Libano

 

Il numero complessivo di rifugiati registrati è di 409.714.

Vi sono 12 campi profughi ufficiali con 225.125 rifugiati:

Siria

Esistono 10 campi profughi ufficiali con 119.776 rifugiati:

Ulteriori campi ufficiosi in Siria:

Cisgiordania

Vi sono 24 campi profughi ufficiali con 176.514 rifugiati:

Mappe Governatorati
della Regione della Cisgiordania
Campi profughi Anno Residenti Note
? ? Abu Dias 19?? ? I residenti di questo Campo reclamano come proprio il territorio dell’amministrazione di Ma’ale[7].
? ? Abu Shukeidim 1948 ?
Governatorato di Betlemme Aida 1950 4.151
Governatorato di Ramallah e al-Bireh Am’ari 1949 8.083
Governatorato di Gerico Aqabat Jabr 1948 5.197
Governatorato di Hebron Arrub 1950 9.180
Governatorato di Nablus Askar 1950 13.894
Governatorato di Nablus Balata 1950 20.681
Governatorato di Betlemme Bayt Jibrin 1950 1.828
Governatorato di Ramallah e al-Bireh Birzeit – As-Saqaeif 1948 ?
Governatorato di Nablus ‘Ein Beit el Ma – Campo N° 1 1950 6.221
Governatorato di Ramallah e al-Bireh Dayr Ammar 1949 2.189
Governatorato di Betlemme Dheisheh 1949 10.923
Governatorato di Gerico Ayn al-Sultan 1948 1.888
Governatorato di Tubas Far’a 1949 6.836
Governatorato di Hebron Fawwar 1949 7.072
Governatorato di Ramallah e al-Bireh Jalazona 1949 9.284
Governatorato di Jenin Jenin 1953 14.050
Governatorato di Ramallah e al-Bireh Kalandia 1949 9.188
Governatorato di Tulkarm Nur Shams 1952 8.179
Governatorato di Ramallah e al-Bireh Qaddura 1948 1.558
Governatorato di Gerusalemme Shu’fat 1965 9.567
Governatorato di Ramallah e al-Bireh Silwad 1971 6.123
Governatorato di Tulkarm Tulkarm 1950 16.259

Striscia di Gaza

Vi sono 8 campi profughi ufficiali con 478.854 rifugiati:

Mappe Governatorati
della Regione della Striscia di Gaza
Campi profughi Anno Residenti Note
Governatorato di Gaza Beach camp (Shati) 1948 76.109
Governatorato di Dayr al-Balah Bureayj 1949 30.059
Governatorato di Dayr al-Balah Campo di Dayr al-Bala 1948 20.188
Governatorato di Gaza Nord Jabaliya 1948 93.455 (nel giugno 2006)[8]
Governatorato di Khan Yunis Khan Yunis 1949 60.662
Governatorato di Dayr al-Balah Maghazi 1949 22.536
Governatorato di Dayr al-Balah Nusayrat 1949 64.233
Governatorato di Rafah Campo di Rafah 1949 90.638

 

Totale degli abitanti dei 62 campi citati: 1.612.701- mi pare che i dati dell’UNRWA si fermino al 2012– almeno quelli citati qui

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Campi_profughi_palestinesi

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3 risposte a Pubblichiamo un articolo di LORENZO TROMBETTA di LIMESONLINE DEL 2019 –” LE GUERRE DEGLI ALTRI IN SIRIA ” — per chi come noi è digiuno della situazione in Siria.. ( a seguito dell’intervento di Israele a Damasco reso noto stasera )

  1. Chiara Salvini scrive:

    chiara: se siete un po’ simili a noi, e se avete avuto la forza di scorrere il testo, alla fine avrete le idee più confuse su questo Medio Oriente e oltre, ma sarà molto più forte il vostro odio contro la guerra, l’assoggettamento fosse solo dell’aria e anche di questa orrenda società.. A chi sostiene che c’è stato un progresso, forse se fossimo stati a birra e una specie di pane a costruire le piramide– a guardarsi intorno stavamo meglio, non per la fatica, questo no. Bisognerà stabilire in che cosa c’è stato progresso: ” nel diminuire la fatica ” ? Sì, ma bisogna stabilire in che pezzo di mondo vale questo premio. Dico soprattutto per Donatella e Mario.

  2. DONATELLA scrive:

    Forse non c’è una risposta possibile, in senso assoluto, soprattutto in questo momento storico in cui anche le civiltà più avanzate sembrano tornare indietro di millenni. L’Europa, che ha fatto e subito due guerre mondiali terribili, sembra avere dimenticato gli ideali e la speranza che avevano accompagnato la sua nascita anche come soggetto politico. Rimane dentro a molti di noi umani una speranza, forse un sogno, che però vale la pena di coltivare. In questo momento mi sento molto Snoopy, che non rinuncerebbe per tutto l’oro del mondo al sentimento di amicizia e di amore che prova per Woodstok.

    • Chiara Salvini scrive:

      chiara: cara Donatella, hai ragione, ma è difficile non farsi ingoiare da una ” tale ” realtà che ci piega fin in fondo, ma hai ragione, un comunista o un socialista- come si preferisce dire per parlare di chi è per un progresso dell’umanità ” ma per tutta l’umanità nessuno escluso “, anche se così formulato è più un principio cristiano ( da Cristo ) più che un impegno politico- Comunque riprendo il filo : hai ragione per tutto quello che sei e siamo stati, ognuno a modo proprio: se uno non ha la forza di coltivare dentro di sé una fiammella di speranza che sostenga – fosse anche alla nostra età un impegno individuale – una speranza che ci sarà un domani ” un pochino ” migliore.. Non pensiamo ad una magnfiicenza, vedi quegli annni in cui ce l’avevamo tanto con tutti e con ragione, per carità, sono stati – almeno per l’Europa, anni di pace… Vedi come gira la vita : adesso credo che ci metteremo una firma pur se provvisoria. Chiudo perché sto andando ” pi gevi ” ma fin dall’inizio. un abbraccio, chiabrù

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