PIERO CALAMANDREI E LA MOGLIE ADA .. ALCUNE FOTO — E ALCUNE DELLE ” OPERE LETTERARIE “

 

 

La Guerra al Lanificio Conte
Il conflitto per Calamandrei

 

Lo scrittore e politico Calamandrei assieme alla sua amata

Lo scrittore e politico Calamandrei assieme alla sua amata

da : https://www.ilgiornaledivicenza.it/argomenti/spettacoli/spettacoli/la-guerra-al-lanificio-conte-il-conflitto-per-calamandrei-1.4494104

 

 

 

Piero Calamandrei con la moglie Ada. Foto dell'archivio (Fonte Istituto Storico della Resistenza)

Piero Calamandrei con la moglie Ada. Foto dell’archivio (Fonte Istituto Storico della Resistenza)

 

 

 

Ada con gli occhi stellanti di Piero Calamandrei - Sellerio

 

Piero Calamandrei

Ada con gli occhi stellanti

A cura di Silvia Calamandrei

 

Le lettere inedite alla futura sposa Ada Cocci, dall’incontro diciannovenne nel 1908, alla partenza per il fronte nel 1915. Colloqui d’amore in cui si riversano ardori e triboli di una formazione letteraria esistenziale e civile.

«Memoria che rimarrà di te (che rimarrà di me) il giorno in cui il cuore avrà cessato di battere? Forse non sarai più allora un discorso coerente e filato, ma solo una frammentaria fosforescenza di immagini isolate e senza senso. Chiudo gli occhi e mi sforzo di immaginarmi come ricorderei questa città dove sono nato, quando fossi certo di non potervi tornare mai più. Su quali incroci di strade conosciute si soffermerebbe lasciata al suo estro le memoria? Di quali volti cari, di quali voci predilette andrebbe alla ricerca tra le case?».

L’edizione (nel 1968) di Giorgio Agosti e Alessandro Galante Garrone del corpo principale delle lettere di Piero Calamandrei non comprendeva quelle pubblicate in questo libro.

Ne era volutamente lasciato in ombra, per riserbo, il loro oggetto: il formarsi e crescere del legame amoroso tra il giurista scrittore e l’amica, prima, e poi la fidanzata e futura moglie Ada Cocci. Esse coprono l’arco di tempo dal primo incontro a Montepulciano (nella casa e nei giorni delle villeggiature eternati da Calamandrei nello splendido Inventario della casa di campagna) fino alla partenza per il fronte nel 1915. Anni che spesso trascorsero da separati, per gli studi di lui e per la necessità economica di lei, e la sete di indipendenza che la portavano a insegnare lontano. Ma è anche il tempo dei primi racconti di Calamandrei, pubblicati poco dopo nella Burla di Primavera con altre fiabe; e Piero si sente libero di riversare, scrivendo ad Ada, questa sua seconda vena, che sempre coltivò, di scrittore e letterato. Lettera dopo lettera, giocosamente e con sprazzi di malinconia molto letteraria, costruisce per lei un romanzo d’amore, movimentato con la cronaca delle giornate avventurose di uno studente toscano impegnato, reso lirico da macchie di paesaggismo descrittivo e da una visionarietà fiabesca. Il ritratto di una giovinezza anni Dieci. «I veri inventori della giovinezza siamo noi».

 

 

L’AUTORE ( da Sellerio )

Piero Calamandrei (Firenze 1889-1956) giurista insigne e uomo politico antifascista e dell’Italia repubblicana, fu anche poeta, pittore e scrittore. Fondò il primo foglio clandestino antifascista «Non mollare!» e nel dopoguerra la rivista politico-letteraria «Il Ponte».

Tra i fondatori del Partito d’Azione, pronunciò alcuni dei più memorabili interventi parlamentari nel corso del dibattito per la Costituzione.

Tra le sue opere letterarieColloqui con Franco (1923), Elogio dei giudici scritto da un avvocato (1935), Inventario della casa di campagna (1945), Uomini e città della resistenza (1955).

Questa casa editrice ha pubblicato La burla di Primavera con altre fiabe e prose sparse (1987), In difesa dell’onestà e della libertà della scuola (1994) e Ada con gli occhi stellanti (2005).

 

 

La burla di Primavera con altre fiabe, e prose sparse

 

Piero Calamandrei

La burla di Primavera con altre fiabe, e prose sparse

A cura di Giorgio Luti

 

Calamandrei non nascondeva la tenace vocazione alla letteratura: «un varco segreto per accedere ai nascondigli dell’anima vera, per rompere la cerchia dei cuori umani».

«Calamandrei dal signor Preside!»: ingenuamente (nel senso nobile che gli dava un altro insigne uomo civile commemorandolo: «un ‘ingenuo’ in Parlamento») corrono i ricordi di Piero Calamandrei, in un toccante lindore di stile e di pensiero. E sembrano, queste fiabe, queste prose memorialistiche (tra cui la bellissima Il lago e la Pia), qualcosa del passato e della terra Toscana casualmente appartenutogli, che lui si dispone lietamente a rendere. Era connaturato alla sua moralità un sentimento della propria esistenza come luogo di passaggio di idee, di ideali, di valori, di ‘storia’ da restituire agli altri in opere e parole: Niente di mio è il titolo di una lunga dedica, Il Ponte quello della sua rivista.

Le prose letterarie raccolte in questo libro sono sparse nell’ordine del tempo, dagli anni Dieci ai primi anni Quaranta. Parte di una produzione minore che accompagnò le più ricordate opere giuridiche e l’impegno per il progresso civile nel foro e in Parlamento. Ma più che minore, è una produzione dilettevole e parallela; Calamandrei non nascondeva la tenace vocazione alla letteratura, quasi presupponendola come mezzo di conoscenza all’altro operare: «un varco segreto per accedere ai nascondigli dell’anima vera, per rompere la cerchia dei cuori umani».

 

 

 

Per la scuola

Piero Calamandrei

Per la scuola

Introduzione di Tullio De Mauro

Nota storico-bibliografica di Silvia Calamandrei

 

«Non si ha vera democrazia là dove l’accesso all’istruzione non è garantito in misura pari a tutti» (Piero Calamandrei). Alcuni fra i più appassionati e lucidi interventi sulla Scuola scritti con l’eleganza letteraria e la sapienza di uno dei padri più nobili della Costituzione. Una riflessione di grande attualità per rileggere la storia d’Italia.

Piero Calamandrei individuava nella mobilità sociale il principale compito della scuola. L’opportunità aperta a tutti, indipendentemente dalla nascita, di entrare a far parte della classe dirigente, come garanzia di una giustizia sociale, ma anche come necessità di un rinnovamento più efficace dei gruppi dirigenti.

Per questo, per lui, la scuola era «un organo costituzionale» della democrazia e considerava come la più iniqua e dannosa delle disuguaglianze il privilegio nell’istruzione.

Privilegio rafforzato, quando la scuola pubblica è resa povera e indebolita al confronto di una privata ricca e protetta.

Ancor peggio quando questa, col finanziamento statale all’istruzione privata, diventa scorciatoia verso una scuola di partito, o di setta, o di chiesa. Sono argomentazioni di una stupefacente attualità, oggi resa ancor più bruciante per il fatto che il sistema dell’istruzione in Italia sembra periodicamente riavvolgersi intorno agli stessi problemi irrisolti. E il non averli mai definitivamente risolti fa, di questi appassionati e lucidi interventi sulla Scuola lontani mezzo secolo, scritti con l’eleganza letteraria e la sapienza di uno dei padri più nobili della Costituzione, anche una specie di lente per rileggere la storia d’Italia. Un memorandum. «L’analisi di Calamandrei – scrive Tullio De Mauro nell’Introduzione – si impone oggi come ieri. Passa attraverso la capacità di promuovere una istruzione che rialzi in tutta la società i livelli di cultura, la possibilità di realizzare una compiuta democrazia che dia a tutte e tutti una effettiva pari dignità».

 

 

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