MILANO TODAY –22 APRILE 2024 ::: 25 aprile, l’Anpi Milano: “Pezzi del governo non lo riconoscono. Spieghino il significato della fiamma”– Primo Minelli, segretario provinciale dell’Anpi, risponde al ministro Lollobrigida + ALESSANDRO BRAGA, PRIMO MINELLI, IL MANIFESTO 23 APRILE 2024

 

 

MILANO TODAY –22 APRILE 2024
https://www.milanotoday.it/politica/manifestazione-25-aprile-antifascismo-governo.html

 

 

25 aprile, l’Anpi Milano: “Pezzi del governo non lo riconoscono. Spieghino il significato della fiamma”

 

 

 

 

La polemica di Primo Minelli, segretario provinciale dell’Anpi, rispondendo al ministro Lollobrigida secondo cui “l’antifascismo è violenza”

 

 

 

 

Primo Minelli (foto MT)

 

Un pezzo “significativo” del governo “non riconosce il 25 aprile”. Lo ha detto Primo Minelli, presidente provinciale milanese dell’Anpi, presentando in conferenza stampa il corteo del 25 aprile, la cui centralità sarà lo slogan “viva la Repubblica antifascista”. “Immaginano l’antifascismo degli anni ’70, ma ha radici molto più lontane”, ha aggiunto citando il ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, secondo cui l’antifascismo sarebbe violenza: “Sì, e si chiama Matteotti, Gramsci, Fratelli Rosselli e don Minzoni. Si chiama come tutte le violenze che il fascismo ha prodotto nella sua storia”. E poi: “Bisognerebbe che qualcuno spiegasse agli italiani il significato di quella fiamma che si trova dentro il simbolo di un partito. Per onestà intellettuale si dovrebbe spiegare agli italiani cosa significa il simbolo della fiamma che arde sulla tomba di Mussolini”.

 

Le stesse critiche al vice presidente del consiglio Matteo Salvini, della Lega, che ha scelto proprio la data del 25 aprile per presentare un libro a Milano: “Vuol dire che non si riconosce nel 25 aprile”, ha chiarito Minelli: “Però va detto che molti amministratori locali della coalizione di Salvini, invece, lo riconoscono”.

 

Antifascismo, dunque, come “discrimine”, per il corteo (a cui sono attese almeno 70mila persone). “La parola antifascista non è antica, purtroppo ha un valore attuale”, ha detto Minelli: “Non potevamo però immaginare una manifestazione fuori dal contesto attuale, delle tensioni internazionali, con il pericolo dell’estensione dei conflitti. L’Anpi, su questo, è sempre stata esplicita. Abbiamo condannato l’attacco del 7 ottobre, la sproporzione della reazione che ha prodotto 30mila morti, l’invasione russa all’Ucraina e, due mesi fa in Duomo, abbiamo manifestato in difesa delle donne iraniane”.

 

Ma la centralità, come si diceva, “rimane la Repubblica antifascista, che vuole dire difesa della Carta costituzionale figlia di quella lotta di Liberazione. Per questo, anche nel manifesto, critichiamo le politiche del governo che puntano a modificarla radicalmente. Qualche anno fa lo abbiamo fatto col governo Renzi, ora lo facciamo col governo Meloni”.

 

 

Polemiche con la comunità ebraica

 

L’unità della manifestazione, come quella del Cnl, “non azzera le opinioni dei singoli e dei gruppi, che decidono in modo autonomo la partecipazione al corteo”. Raramente il 25 aprile è stato preceduto da polemiche come nel 2024, a Milano. La Brigata ebraica, erede di una delle brigate che fecero la Liberazione, ci sarà (“è un fatto importante”, ha detto Minelli), ma non sarà ufficialmente presente, col proprio gonfalone, la comunità ebraica, e il suo presidente Walker Meghnagi ha già fatto sapere che non verrà al corteo. Dall’Anpi minimizzano: Minelli ha parlato di “scelta personale, se qualcuno non vuole venire non lo si può obbligare”. Mentre dal palco di piazza del Duomo sarà letto il testo di Antonio Scurati, che ha suscitato molte polemiche in questi giorni. Possibile, ma ancora da definire, la presenza dello stesso scrittore.

 

 

“Cessate il fuoco ovunque” e la pace

 

Riguardo al dibattito su uno degli striscioni (“Cessate il fuoco ovunque”, a cui non si è voluta aggiungere la parola democrazia), Minelli ha spiegato che “sugli ostaggi abbiamo condannato l’assalto barbaro del 7 ottobre dicendo che non bisogna usarli a fini di guerra. Sarebbe ben strano che, in una manifestazione antifascista, non si esaltasse il sistema democratico”. La Brigata ebraica parteciperà con il suo striscione “Ora e sempre la democrazia si difende”. Minelli: “Lo prendiamo positivamente, ma è curioso che scrivere ‘Cessate il fuoco ovunque’ sia oggetto di discussione polemica. La pace è un valore assoluto, a maggior ragione più passa il tempo. Ci sono dichiarazioni di una disinvoltura clamorosa, ci sono ministri russi che parlano di uso dell’atomica”.

La questione aveva generato imbarazzi anche nella comunità ucraina, che alla fine ha deciso di partecipare al corteo (nello spezzone della Brigata ebraica) pur non ufficialmente con le proprie associazioni, prima tra tutte UaMi, che organizza i presidi in piazza Duomo. Per gli ucraini “Cessate il fuoco ovunque” non equivale alla “pace”, perché, come è stato spiegato, anche l’occupazione che deriverebbe dal cessate il fuoco è “una forma di guerra”.

 

Non particolare allarme

 

E i rischi di disordini? Secondo Minelli non vi sarebbe un particolare allarme, almeno dal comitato per l’ordine e la sicurezza, ma ovviamente saranno prese tutte le precauzioni del caso, sia da parte delle forze dell’ordine sia da parte dei vari servizi d’ordine dei partiti, delle organizzazioni e dell’Anpi (i City Angels ‘proteggeranno’ la Brigata ebraica). E si cercherà di far partire fisicamente il corteo un po’ prima del solito per non creare assembramenti eccessivi alle spalle della ‘testa’.

Infine, il punto sulle bandiere: “Abbiamo chiesto di portare quelle nazionali e basta”, ha detto Minelli, secondo cui non ci saranno vessilli inneggianti a Hamas. “Poi, se uno porta la bandiera della Nato, non fateci sopra un intero articolo, rispetto a 100mila partecipanti”.

 

 

 

 

 

 

IL MANIFESTO 23 APRILE 2024


https://ilmanifesto.it/il-presidente-dellanpi-milanese-alcuni-ministri-ignorano-il-valore-della-liberazione

 

 

Il presidente dell’Anpi milanese: «Alcuni ministri ignorano il valore della Liberazione»

 

25 APRILE. È un Primo Minelli deciso e puntuale quello che ieri ha presentato, alla Casa della Memoria di Milano, il corteo del 25 aprile. Ne ha per tutti il presidente dell’Anpi […]

A Milano il corteo nazionale per il 25 aprile — Il Globo

 

 

È un Primo Minelli deciso e puntuale quello che ieri ha presentato, alla Casa della Memoria di Milano, il corteo del 25 aprile. Ne ha per tutti il presidente dell’Anpi provinciale milanese, che presiede anche il comitato permanente antifascista che organizza la festa della Liberazione. In apertura della conferenza stampa, manda un saluto ai partigiani e alle partigiane, a chi non c’è più e a chi, per motivi d’età o di salute, purtroppo giovedì non potrà partecipare alla manifestazione: «È grazie a uomini e donne coraggiosi che noi possiamo essere liberi, a loro andrà sempre il nostro immenso ringraziamento». Poi entra diretto coi piedi nel piatto delle questioni che circondano questo 25 aprile, senza nascondersi dietro a parole di circostanza. E lancia pure una frecciatina al governo: «Un pezzo significativo di questo governo non riconosce il valore del 25 aprile, è evidente dal fatto che la presidente del consiglio Giorgia Meloni non riesca a dirsi antifascista», dice. Ma, ironicamente, se ne fa una ragione: «Non posso mica torturarla per farglielo dire», sorride.

 

Di più, qualcuno dovrebbe spiegare agli italiani il significato di quella fiamma che c’è dentro il simbolo di un partito, ovvero la fiamma che arde sulla tomba di Mussolini. Ne ha anche per il cognato d’Italia Francesco Lollobrigida. «Sostiene che l’antifascismo è violenza? Sì lo è, e si chiama Matteotti, Gramsci, fratelli Rosselli e don Minzoni. Tutti uomini caduti a causa della violenza del regime mussoliniano». E ancora, a chi gli chiede della scelta del ministro Salvini di presentare il suo libro in concomitanza con il corteo della Liberazione: «È il non riconoscimento del 25 aprile». Alla fine, per Minelli, c’è un problema di nostalgia nel nostro paese. Nostalgia di un passato fatto di repressione e violazione dei diritti di tutti, di violenza e sopraffazione. In pratica, di fascismo. Di chi non riesce a riconoscere il 25 aprile come cemento unitario del nostro paese. Ecco perché la parola antifascismo, che molti nell’esecutivo fanno fatica a nominare, è «purtroppo ancora attuale, non è una parola antica, ma ha un valore nel qui ed ora».

 

Il cemento unitario del valore dell’antifascismo per Minelli è quello che deve guidare il corteo di giovedì, unito e pacifico. Ma sotto il grande vessillo dell’antifascismo ognuno può declinare come meglio crede la sua partecipazione, specifica Minelli. Ecco perché si dice felice della presenza della brigata ebraica, e si dispiace dell’assenza di altri della comunità, con chiaro riferimento al presidente milanese Walker Meghnagi, la cui scelta viene liquidata come «personale». Del resto, chiosa il presidente dell’Anpi milanese, anche nel Cln convivevano monarchici e comunisti. Ecco perché nel corteo ci saranno palestinesi ed ebrei, dice, ognuno con le proprie peculiarità e le proprie bandiere. E con lo striscione dell’Anpi che chiede il cessate il fuoco ovunque. «Scelta curiosa – conclude Minelli – quella di polemizzare su una posizione che viene fatta propria da moltissime persone». Alla fine dà appuntamento a giovedì. E ci sarà pure il sole, chiosa ottimista.

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