FABRIZIO BARCA :: Il cambiamento di Draghi è tutta roba vecchissima — IL FATTO QUOTIDIANO — 18 APRILE 2024 + IL LIBRO DI DONZELLI E LA ” CAMPAGNA ELETTORALE ” PER DECIDERE ” QUALE EUROPA “–

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO — 18 APRILE 2024
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/04/18/il-cambiamento-di-draghi-e-tutta-roba-vecchissima/7517398/

 

Il cambiamento di Draghi è tutta roba vecchissima

DI FABRIZIO BARCA

 

18 APRILE 2024

Per chi crede e chiede un’Europa giusta e all’avanguardia, sociale, produttiva e ambientale, il consenso alle anticipazioni di Mario Draghi del suo Rapporto sulla competitività si esaurisce nel primo e ultimo rigo: “Cambiamento radicale” e “non possiamo aspettare nuovi Trattati”. Ma per fare cosa? Le anticipazioni prefigurano in realtà un tuffo nel buio, l’accanimento di una terapia sbagliata – Ue come una copia degli Usa? – da cui ci si stava con stop and go  ( con tentennamenti ) ritraendo per i danni che ha inferto assieme a diritti sociali e produttività, allontanando i popoli.Pesa una logica succube nel quadro internazionale, dove si insiste a ignorare che siamo entrati nel secolo dell’Asia, si ignora la priorità di ricostruire un rapporto paritario con l’Africa, si affronta mettendosi in trincea il tema delle “risorse critiche strategiche”, dove la carta vera è promuovere filiere che non dipendano da materie possedute da pochi ed estratte con altissimi costi ambientali e umani.Si mette il riarmo al centro del rilancio della domanda: la parola “difesa” ricorre ossessivamente 9 volte, “diplomazia” non una. Si ignora la bandiera della concorrenza e si mira a rafforzare i monopoli. Si tratta “sociale” come vincolo di “economico”, non come un fine. Vediamo le tre parole chiave anticipate da Draghi, confrontandole con le idee di un’Europa radicalmente diversa, questa sì, raccontata nelle 13 tessere proposte dal Forum Disuguaglianze Diversità in Quale Europa.

 

Scalabilità. Nella rincorsa miope ai modelli statunitense e cinese, l’obiettivo indicato è uno: accelerare la concentrazione della conoscenza e del controllo produttivo in poche mani.

Il primo esempio è la “difesa”, la stella polare di Draghi: certo che ha senso, nel necessario coordinamento della difesa in Europa – se non altro per evitare in futuro fughe in avanti di singoli Stati membri – prevedere appalti collaborativi o congiunti, ma al servizio di una trasparente strategia di pace, non di un’economia dominata dal mix letale di segreti militari e proprietà intellettuale.

La devianza monopolistica appare eclatante con riguardo all’industria privata dei farmaci, dove scrive: “La scala è essenziale per lo sviluppo di farmaci nuovi, attraverso la standardizzazione dei dati dei pazienti dell’Ue (…) forti nella ricerca, non riusciamo a portare l’innovazione sul mercato”. Anziché promuovere la condivisione di dati fra pazienti nell’interesse sociale o un’infrastruttura europea per ricerca e sviluppo di farmaci, ecco che i nostri dati omogeneizzati sono pensati al servizio di ancor più alti extra-profitti di imprese farmaceutiche.

Beni pubblici. Dovrebbero indicare beni fruibili dall’intera società senza la formazione di profitti privati, ma, convinti che le persone non capiscano, l’espressione è diventata uno “specchietto per le allodole”. Qui sta a indicare che lo Stato, tutti noi, ci mettiamo i fondi per gli investimenti pubblici, che devono crescere, certo, ma per quali fini? Non per rafforzare e scalare lo Stato sociale, che è perno della “potenza competitiva e attrattiva” dell’Europa: assenza eclatante, visto che parlava nella Conferenza sul Pilastro europeo dei diritti sociali. Ma, di nuovo, per la difesa: è con riferimento a questa unica vera certezza che si chiede di rilanciare la capacità di indebitamento comune dell’Unione. Lo si spieghi alle nuove generazioni che dovranno ripagare quel debito. Si aggiunge: per sviluppare la rete pubblica di computer ad alte prestazioni. Giusto, ma l’unico uso evocato è l’utilizzo da parte di start-up private di intelligenza artificiale, senza alcun riferimento all’impiego per rafforzare quella capacità di pesare, di attenzione ai diritti delle persone, che è il tratto distintivo del sistema di regole europee sul digitale. E ancora: per rafforzare le interconnessioni delle reti energetiche. Giusto, ma per energia da quali fonti? L’“agenda climatica ambiziosa” viene citata solo per dire che è giusta, ma poi, nei fatti, parlando di “industrie ad alta intensità energetica” si evoca il carico normativo maggiore e i minori sussidi delle imprese europee rispetto alle concorrenti: è chiaro cosa ci prepara? Né vi è alcun approfondimento – ci sarà nel Rapporto? – sul forte vantaggio comparato che l’Europa ha in alcune filiere verdi (si vedano gli studi del Centro Fermi) e come puntare su di esse.

 

Risorse e input essenziali. Delle risorse strategiche critiche si è detto. Resta il lavoro. Lasciamo anche stare che lo chiami “input”, un modo di due secoli fa per parlare alle parti sociali che lo ascoltavano. Dopo aver segnalato un mismatch noto fra offerta e domanda di lavoro, Draghi si volge alla destra e prende atto degli “atteggiamenti meno favorevoli nei confronti dell’immigrazione” – sarebbe questa la moralità dell’Europa e il modo di guardare al futuro di fronte alla caduta demografica e a sommovimenti migratori legati anche al cambiamento climatico a cui abbiamo concorso? – per tornare poi a politiche inefficaci del passato: preparare gli “input” necessari qui in casa. Ignaro che con la rapidità del cambiamento di domanda se preparo giovani per una super-specializzazione X, fra quattro anni diranno loro che serve Y. E che la strada è invece di una forte, diffusa preparazione culturale e tecnica di base che consenta adattabilità e libertà.

La chiosa finale, “dare più potere ai nostri lavoratori”, appare in totale dissintonia con l’intero impianto. Ma se Draghi intendesse ciò che dice, lo strumento della Direttiva sulla Corporate Sustainability Due Diligence è sul tavolo in Europa per essere resa efficace come il Forum DD propone. Siamo qui.

 

 

 

 

 

****

 

Forum Disuguaglianze Diversità

 

 

IL NUOVO LIBRO DEL FORUM DISUGUAGLIANZE E DIVERSITÀ

DAL 29 MARZO IN LIBRERIA

 

Quale Europa

 

 

Tra il 6 e il 9 giugno in tutta Europa le urne saranno aperte per eleggere il nuovo Parlamento europeo. I partiti scaldano i motori: scelgono nomi, avanzano candidature, pensano tattiche. E i programmi? Il vento del nazionalismo e la diffusa resistenza a credere e battersi per una vera alternativa in quasi tutti i paesi membri rischiano di condurre a proposte di scarso respiro, timide nell’affrontare le sfide della doppia transizione, digitale e ambientale; ambigue, al meglio, nei confronti dei migranti; inadeguate a contrastare il nuovo disordine mondiale, le guerre e anche le tante ingiustizie ereditate.

 

La strada da prendere per noi non è quella dell’indifferenza o dell’opposizione all’Ue. L’Unione europea può essere una risorsa preziosa per i destini del mondo, ancor più in questa fase di crescente disordine mondiale e di crescenti rischi per la pace. Non serve, però, una «Unione qualunque». Si sfidano oggi, e continueranno a sfidarsi dopo le elezioni, tre idee diverse di Europaquella che ha governato gli ultimi cinque anni, che, pur compiendo passi in avanti in campo digitale, ambientale e di autonoma capacità di investimento, resta profondamente segnata dalla cultura neoliberistaquella conservatrice-autoritaria, che al neoliberismo cerca di affiancare nazionalismo e corporativismo, giocando «sociale» contro «ambientale», «noi» contro «loro»; e, poi, una terza idea, quella di un’Europa di giustizia sociale e ambientale e di pace. Quest’ultima è l’aspirazione del ForumDD.

 

Abbiamo quindi deciso con questo volume, curato da Elena Granaglia e Gloria Riva e che raccoglie i contributi di numerosi autori e autrici interni o vicini al ForumDD, di scendere in campo. Non è una discesa nell’arena elettorale. È l’offerta di alcuni tratti dell’Unione europea che servirebbe alla giustizia sociale e ambientale, un contributo informativo e di confronto, un metro per giudicare – prima e dopo le elezioni – programmi, partiti, candidature ed eletti, una bussola per il monitoraggio civico delle azioni che l’Unione realizzerà nella prossima legislatura, che porteremo in giro per l’Italia con presentazioni e dibattiti.

 

 

L’Unione auspicata in questo libro è un luogo di promozione del welfare universale, non penalizzato dall’austerità; dove la conoscenza e i dati siano accessibili e a disposizione delle comunità; dove la trasformazione ecologica sia accelerata nell’interesse prima di tutto dei più vulnerabili per realizzare un modo più giusto di vita e di lavoro e dove politiche pubbliche e governo siano democratizzati. Un’Europa che prenda consapevolezza del proprio ruolo fondamentale nei processi migratori e che agisca come costruttore di cooperazione e pace.

 

 

Al suo interno troverete tredici contributi su alcuni dei temi più importanti per disegnare un’Europa di giustizia sociale e ambientale.

 

Istituzioni Gloria Riva
Macroeconomia Francesco Saraceno
Risorse finanziarie Vieri Ceriani
Disuguaglianze Salvatore Morelli
Coesione Fabrizio Barca e Sabina De Luca
Welfare Elena Granaglia
Salute Massimo Florio
Crisi climatica Vittorio Cogliati Dezza e Rossella Muroni
Governo d’impresa Lorenzo Sacconi
Tecnologia digitale Giorgio Resta
Equità di genere Carola Carazzone e Lella Palladino
Migrazioni Marco De Ponte
Europa-mondo Ugo Pagano

 

 

Viaggio in Italia con la testa in Europa

 

L’uscita del libro sarà accompagnata da un vero e proprio “Viaggio in Italia con la testa in Europa” che partirà il 4 aprile per terminare il 7 giugno toccando oltre 70 luoghi in tutto il PaeseIl giro inizierà in Calabria e toccherà tutte le regioni italiane. Gli incontri sono organizzati da soggetti della cittadinanza attiva che in questi anni hanno costruito con il ForumDD relazioni e collaborazioni e che con generosità ed entusiasmo danno vita alle tappe del viaggio. Una vera e propria “campagna elettorale” per la giustizia sociale e ambientale. Il lancio del libro avverrà a Roma il 3 aprile alle 18:00 presso la libreria Ubik Spazio Sette (Via dei Barbieri 7). Parteciperanno Marco Damilano, le due curatrici e Fabrizio Barca.

 

 

Diario di viaggio

 

 

 

+++  FACEBOOK 

Forum Disuguaglianze Diversità

https://www.facebook.com/ForumDisuguaglianzeDiversita/

 

+++  X

 

 

 

 

 

Forum Disuguaglianze Diversità

@ForumDisuguaglianzeDiversita918 iscritti289 video

YOUTUBE

https://www.youtube.com/c/ForumDisuguaglianzeDiversit%C3%A0

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *