ANTONIO DONGHI (Roma, 1897 -1963 ) è stato un pittore italiano appartenente al filone del ” Realismo Magico “- UNA MOSTRA A ROMA FINO AL 26 MAGGIO A PALAZZO MERULANA

 

 

 

 

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Convento, 1928 circa Collezioni d’arte della Fondazione Cariplo, Milano

 

 

 

 

 

 

Antonio Donghi (Roma16 marzo 1897 – Roma16 luglio 1963) è stato un pittore italiano, tra i principali esponenti del Realismo magico.

 foto ::   Società di Belle Arti

 

 

 

− Antonio Donghi, Via del Lavatore (Roma), 1924, Museo di Roma, Roma... | Download Scientific Diagram

− Antonio Donghi, Via del Lavatore (Roma), 1924, Museo di Roma, Roma (da Fagiolo dell’Arco 1986: 214).

foto Rechearch Gate

 

 

 

 

segue da :  ARTRIBUNE
di Francesca Bottari

Dipingere il silenzio. Antonio Donghi in mostra a Roma

Antonio Donghi – La magia del silenzio

 

 

Antonio Donghi – La magia del silenzio

La mostra di Antonio Donghi a Roma

 

Le 34 opere, a partire dal nucleo museale, testimoniano con smagliante evidenza quel passaggio – focus critico della rassegna – che vede Donghi abbandonare una stesura convenzionale, legata al paesaggio ottocentesco di matrice impressionista: alla fine del ’22, nel giro di pochi mesiegli si orienta verso un carattere inedito e originalissimo che sotto la locuzione bontempelliana lo consegna dalla critica alla storia.  Si indaga la temperie culturale che orienta il suo pennello, stimolato sia dalle fonti classiche che innervano gli avanguardisti del tempo, sia dalle sollecitazioni che animano la mondanità culturale della capitale: il Caffè Aragno, ritrovo dell’intellettualità, la galleria dei fratelli Bragaglia e le loro “Grotte” in via degli Avignonesi, luogo di sperimentazioni, teatro, serate movimentate e incontri folgoranti. Donghi è anche attratto dal cinema muto e dalle feste di piazza, dall’avanspettacolo e dal teatro comico e surreale dei grandi Petrolini e Campanile.  Eppure la sua vicenda storiografica non è coerente, e gli studi lo accantonano fino agli Anni Ottanta per poi circoscriverlo in alcune categorie critiche, quali un carattere ‘gentileschiano’ già individuato da Roberto Longhi.

 

 

Donghi La Magia del Silenzo installation view at Palazzo Merulana Roma 2024 3 Dipingere il silenzio. Antonio Donghi in mostra a Roma

 

La svolta nella pittura di Antonio Donghi

 

L’esposizione dà conto della maturazione repentina, che dalle vedute romane a macchia ottocentesca, cambia marcia e vede nascere quel capolavoro di moderna classicità che è il dipinto intitolato Le lavandaie, primo atto di un linguaggio dall’indiscutibile identità. Solo allora appaiono sulla scena le sue donne, bloccate in un’immobilità astratta ma carnale e dolce, umana con una dimensione di assoluto.

Del conquistato stile, la mostra schiera lavori tra il ‘23 e il dopoguerra: scorci romani cristallizzati da un colore senza ombre, ritratti di gentiluomini, popolane intente ai lavori e ferme in una posa istantanea, signorine borghesi composte, malinconiche e sfuggenti, battute di caccia, nature morte e quel mondo ai margini di saltimbanchi, giocolieri e guitti. Un’umanità varia di figure immobili ed espanse ma amabilmente vive e palpitanti.

 

 

Donghi La Magia del Silenzo installation view at Palazzo Merulana Roma 2024 Dipingere il silenzio. Antonio Donghi in mostra a Roma

 

 

La pittura e la carriera di Antonio Donghi

Il saggio illumina sia le fonti della sua classicità – da Giotto ai primitivi e Raffaello, certo manierismo, secentisti italiani e olandesi – sia i contemporanei che contribuisco alla svolta: soprattutto Ubaldo Oppi, Felice Carena, Felice Casorati, Ugo Ojetti, Bragaglia e Bontempelli. La carriera del Donghi maturo si articola tra mostre, la Biennale Romana del 1923 e Quadriennale del 1935. Dal 1939, docente di Tecniche pittoriche all’Istituto Centrale del Restauro, stempera quel tecnicismo astraente: ne sono testimoni alcuni paesaggi in punta di pennello degli Anni Quaranta e Cinquanta. 
Molti e convincenti i confronti proposti nel catalogo che chiarisce anche come ogni sua rielaborazione sia scevra da indugi stilistici o citazionismi. La freschezza delle sue invenzioni allude a una tradizione solida e feconda ma rappresenta, con una vivezza senza pari, il carattere e le aspettative di una società nuova, tradizionale e moderna, forse fiduciosa in un futuro che purtroppo gli eventi hanno tradito.

Francesca Bottari

 

 

Donghi, La Magia del Silenzo, installation view at Palazzo Merulana, Roma, 2024

 

 

 

 

Donghi, La Magia del Silenzo, installation view at Palazzo Merulana, Roma, 2024

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Antonio Donghi

Antonio Donghi è morto il 19 luglio 1963 a Roma ove era nato il 16 marzo 1897.

Artista neoclassico e aderente al Realismo Magico e alla Scuola Romana.

A Roma frequentò l’istituto di Belle Arti.

 

Gli esordi di Antonio Donghi

Al termine della guerra, si dedica allo studio della pittura del XVII e XVIII secolo soprattutto nei musei di Firenze e Venezia.

Dopo una breve esperienza cubista, venne a far parte di quel gruppo di artisti cui appartennero anche Virgilio Guidi, Amerigo Bartoli, Carlo Socrate,

Riccardo Francalancia, Francesco Trombadori, che operando a Roma nel secondo decennio del secolo, si oppose, con un ritorno alla forma definita chiara e senza ombre, alle tendenze formalistiche del tempo.

Si è parlato troppo spesso genericamente a proposito della pittura di questo periodo di “Novecento italiano”: è importante invece distinguere ed individuare tra le varie personalità, quella di Antonio Donghi, con la sua “retorica della semplicità” e contrapporla a quella, ad esempio, di un Mario Sironi, con la sua “retorica della magniloquenza”.

 

 

 

VIA DEL LAVATORE  (  a due passi da Fontana di Trevi dove il pittore abitava )- nel 1922 è il quadro del suo debutto ufficiale: Donghi
lo presenta alla XV Esposizione della Società amatori e cultori di Belle Arti di Roma.

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Nel catatogo prodotti Egidi MadeinItaly è in vendita l’opera Via del Lavatore firmata Antonio Donghi e certificata dal Prof.  Rivosecchi

 

 

Lavandaie, 1922

Qui già si vedono i valori della sua pittura: solidità, precisione di formedisegno nitidissimoritmo compositivo sobrio e anche una ripresa molto ravvicinata, che rende monumentali queste figure come a voler catturare il visitatore dentro il quadro.

Antonio Donghi a bilanciare questo realismo inserisce spesso degli elementi  che nascondono una parte della scena. Un drappo, un lenzuolo, un volto che non vediamo, per accendere una componenete di mistero. Di incertezza.

Manca in questo quadro quella compostezza auspicata dal Novecento di Margherita Sarfatti.

Il dipinto è, al contrario, pervaso da uno spirito popolare. Il soggetto è troppo terrestre e lontano dalla misura classica.

“Ho guardato i grandi del passato senza esagerare, ossia senza prendere da essi motivi di composizione e atteggiamenti…

Nell’esecuzione ha voluto sempre finire, anche con scrupolosità, sperando che l’osservatore potesse leggere con chiarezza quello che io ho visto e sentito. “Antonio Donghi

 

 

 

 

Carnevale, 1923

Nel dipinto Carnevale del 1923, ritroviamo l’atmosfera di magia.  Ci troviamo difronte ad un mistero difficile da svelare.

Il quadro aperto sul fondo fa vedere uno scorcio di città.

Ci sono tre persone che apparentemente formano un gruppo. In realtà, non comunicano fra di loro. Ciascuna compie uno o più gesti.

L’Arlecchino ammicca e tiene in mano un manganello. A destra vediamo un musicista in abito elegante, con cappello a cilindro che suona una chitarra. Davanti a lui, mostrandoci le spalle, un minaccioso Pulcinella, tiene una mano in tasca pronto a fare qualcosa che non riusciamo ad indovinare.

Non si puo’ escludere che l’immagine abbia un significato politico. Sono quelli anni di scorribande squadriste.

 

Il tema della maschera è uno dei prediletti di Antonio Donghi.  Coglie sempre l’aspetto psicologico della duplicità offerta dall’immagine e apparentemente collegata al divertimento e alla leggerezza. In realtà, carica di sofferenza. Sono sempre pose statiche, immobili, attonite e anche enigmatiche. Non ci fanno capire il senso della loro presenza e dei loro gesti.

 

 

 

Circo equestre, 1927

Alla Biennale di Venezia del 1928, partecipa col quadro Circo equestre.

Qui è’ più che mai evidente il trucco sottile del Realismo Magico e di quell’atmosfera di tensione di cui parlava Bontempelli.

La composizione è di una semplicità sorprendente. Quasi banale.

Due figure in piedi, immobili. Ambiente spoglio e simmetrico. Un sipario grigio sul fondo diviso esattamente a metà. I volti dei due personaggi, fanno risaltare le differenze.

Il clown con la faccia infarinata, bonaria ma astuta, ammiccante, il cappello in mano. Il direttore col frustino, il colletto inamidato e un’espressione piena di sussiego. L’effetto psicologico del quadro, è piuttosto complesso e non è facile da decifrare.  All’inizio, sembra un gioco ironico quasi comico.  L’inquitudine cresce se si osservano con attenzione quei due volti.  I piedi divaricati.

Personaggi impenetrabili che  ci fanno pensare a De Chirico e ai suoi manichini.

 

 

Donna alla toletta, 1930
Nel dipinto Donna alla toletta del 1930 fa risaltare l’importanza degli oggetti, scelti e disposti con precisione quasi maniacale.

 

 

 

Del 1931 sono i “Fiori” e “Gita in barca“, per cui sono stati fatti richiami ad autori settecenteschi, ed il mirabile “Giocoliere” del 1936. Il giocoliere appare bloccato nel suo movimento.

 

Giovinetta 1931
Tra i ritratti, particolarmente notevole è “Giovinetta” del 1931.

 

 

TESTI CRITICI E I IMMAGINI SONO PRESI
DA :

EGIDI MADEINITALY
https://egidimadeinitaly.com/artisti/antonio-donghi/

 

 

 

 

MANIFESTO DELLA MOSTRA:: LA MAGIA DEL SLENZIO

 

 

 

I suoi quadri, noti per una particolare fissità che sembra annullare spazio e tempo, continuano a catturare l’immaginazione. In queste opere, i soggetti fissano lo spettatore in un silenzio enigmatico, nonostante Donghi fosse profondamente immerso nella quotidianità popolare, vivace e chiassosa.

Questo evento speciale invita i partecipanti, soprattutto i più giovani, a immergersi nella creazione di “strumenti d’arte sonora” non convenzionali. Attraverso questo workshop creativo, i partecipanti avranno l’opportunità di esplorare e riprodurre i sottofondi sonori suggeriti dalle opere di Donghi, utilizzando oggetti della vita quotidiana per inventare esperienze uditive uniche e variegate.

Ciascuna opera di Donghi servirà da ispirazione per creare situazioni sonore specifiche, permettendo ai partecipanti di esprimere la propria interpretazione artistica. Questa esperienza non solo offre un nuovo modo di avvicinarsi all’arte di Donghi, ma anche di esplorare come i suoni possono influenzare la nostra percezione visiva e emotiva dell’arte

 

 

 

IL SUONO DEL SILENZIO– ATTIVITA’ PER BAMBINI DAI 5 AGLI 11 ANNI

 

 

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE | ACQUISTO ONLINE 
Famiglie con bambini dai 5 ai 11 anni
Euro 5,00 + biglietto d’ingresso al Museo
Acquisto online qui o via telefono al numero 0639967800 ( mercoledì-domenica dalle 9 alle 17)

 

da : https://www.fatamorganaweb.it/antonio-donghi-la-magia-del-silenzio-mostra-di-palazzo-merulana/

 

 

 

 

PALAZZO MERULANA A ROMA -QUARTIERE ESQUILINO  —  –1929

 

 

 

 

PALAZZO MERULANA A ROMA

 

 

Costruito nel 1929 nello stile umbertino tipico dell’epoca e situato nel cuore del quartiere Esquilino, è statO di recente ristrutturato e trasformato in un nuovo spazio per la cultura grazie all’interessamento di Elena e Claudio Cerasi che hanno deciso di farne la dimora della propria collezione d’arte.

Il percorso espositivo è articolato su quattro piani, con una superficie totale di 1.800 metri quadri. La collezione è composta prevalentemente da opere della scuola romana e del Novecento italiano e include, tra gli altri, capolavori di Giacomo Balla, Mario Sironi, Giorgio De Chirico, Antonio Donghi, Mario Mafai, Antonietta Raphaël e Giuseppe Caprogrossi. 

Il piano terra, ad accesso gratuito e con grandi vetrate aperte sulla strada, ospita oltre al bookshop e alla caffetteria le sculture di Antonietta Raphaël, Mario Cerioli, Pericle Fazzini, Ercole Drey e molti altri artisti. Il nucleo principale della collezione è esposto al secondo piano. Oltre alla collezione permanente, all’interno del palazzo sono organizzate mostre temporanee e attività culturali. La terrazza è aperta al pubblico in occasione di eventi e iniziative culturali, e disponibile in esclusiva per eventi privati e corporate.

 

da : https://www.turismoroma.it/it/luoghi/palazzo-merulana

 

 

INTERNI DEL PALAZZO 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DA : PALAZZO MERULANA

 

 

Palazzo Merulana - Ministero della culturaDA : MINISTERO DELLA CULTURA

 

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1 risposta a ANTONIO DONGHI (Roma, 1897 -1963 ) è stato un pittore italiano appartenente al filone del ” Realismo Magico “- UNA MOSTRA A ROMA FINO AL 26 MAGGIO A PALAZZO MERULANA

  1. DONATELLA scrive:

    Di questo artista mi piacciono molto i quadri che raffigurano dei palazzi.

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