Pietà l’è Morta — Nuovo Canzoniere Partigiano – 2017 — una versione un po’ diversa.. — Musica ” Sul ponte di Perati “, parole di Nuto Revelli, che fu coautore anche della ” Badogliede ” + altro + Badoglieide

 

 

canzoniere

 

 

Il Nuovo Canzoniere Partigiano nasce da un lavoro di ricerca e attualizzazione dei canti della Resistenza
italiana.
Canti di lotta su nuovi percorsi sonori per ricordare, dopo più di 70 anni, uno dei momenti più importanti
della storia del popolo italiano. Atmosfere che vanno dal post-rock al punk e al folk per dare una nuova
vita canzoni che fanno parte del bagaglio culturale del paese.
“Con queste canzoni vogliamo provare ad avvicinare i giovani di oggi ai coetanei di allora per
salvaguardare un pensiero di giustizia e libertà, un germoglio di condivisione e impegno civile”.
Il disco, dal titolo omonimo, raccoglie sei canzoni, registrate in presa diretta da Maurizio Baggio a La Distilleria durante lo scorso inverno.
5 canti tradizionali e una canzone inedita, “Marola”, frutto del lavoro di ricerca del gruppo, che ha scovato  un testo, originariamente un canto legato alla tradizione orale dell’alto vicentino e ne ha riscritto la musica
(storicamente il testo veniva cantato sull’aria de Lo Spazzacamino). “Marola” racconta dell’eccidio ad opera dei soldati tedeschi avvenuto sulle colline tra i paesi di Zugliano e Chiuppano (Vi).

Il Nuovo Canzoniere Partigiano è formato da Silva Cantele (Phill Reynolds, Miss Chain & The Broken
Heels), Andrea Grigolato (Il Buio), Francesco Cattelan (Il Buio), Alberto Brunello (Hexn, Hartal!),
Alberto Zordan (Il Buio) e Maurizio Baggio (produttore di band come The Soft Moon, Merchandise,
Death Index, etc).

 

CANZONI CONTRO LA GUERRA
https://www.antiwarsongs.org/artista.php?id=18546&lang=it&rif=1

 

 

 

 

 

Pietà l’è morta (Canto dei partigiani alpini piemontesi sul motivo di “Sul ponte di Perati, bandiera nera”, testo di Nuto Revelli)

Lassú sulle montagne
Bandiera nera:
L’è morto un partigiano
Nel far la guerra.
L’è morto un partigiano
Nel far la guerra,
Un altro italiano
Va sotto terra.
Laggiù sotto terra
Trova un alpino,
Caduto nella Russia
Con il Cervino.
Ma prima di morire
Ha ancor pregato:
Che Dio maledica
Quell’alleato.
Che Dio maledica
Chi ci ha tradito,
Lasciandoci sul Don
E poi è fuggito.
Tedeschi traditori
L’alpino è morto,
Ma un altro combattente
Oggi è risorto.
Combatte il partigiano
La sua battaglia:
Tedeschi e fascisti
Fuori d’Italia!
Tedeschi e fascisti
Fuori d’Italia!
Gridiamo a tutta forza
«Pietà l’è morta!».

 

 


Nuto Revelli in valle Stura nel 1944, comandante della Brigata Giustizia e Libertà “Carlo Rosselli“.

 

 

 

NUTO REVELLI

 

«…Volevo che i giovani sapessero, capissero, aprissero gli occhi. Guai se i giovani di oggi dovessero crescere nell’ignoranza, come eravamo cresciuti noi della “generazione del Littorio“. Oggi la libertà li aiuta, li protegge. La libertà è un bene immenso, senza libertà non si vive, si vegeta…»

 



Benvenuto Revelli, detto Nuto (Cuneo21 luglio 1919 – Cuneo5 febbraio 2004) è stato uno scrittoreufficiale e partigiano italiano. Ufficiale effettivo degli Alpini durante la seconda guerra mondiale, partecipò alla seconda battaglia difensiva del Don.

Dal 16 gennaio 1943 al 4 febbraio visse in prima persona le fasi della ritirata di Russia a Belgorod, partecipando tra le altre alla battaglia di Nikolaevka. In marzo rientrò in Italia, subito ricoverato per una grave forma di pleurite.

Il 26 luglio a Cuneo vide la caduta del fascismo e poi, con l’armistizio dell’8 settembre, visse lo sfascio dell’esercito e l’occupazione tedesca della città. Dal 13 settembre 1943 iniziò, collegandosi ad altri resistenti, a raccogliere materiali ed a prendere contatti per una formazione di pianura, poi entrando nella Banda Italia Libera delle formazioni Giustizia e Libertà del Cuneese.

DA : WIKIPEDIA  link

 

 

 

Insieme a Piero Bellino e ad altri ufficiali costituisce una formazione partigiana che chiama “Compagnia Rivendicazione Caduti” proprio in nome dei tantissimi soldati morti in Russia.

Nel febbraio del 1944 sale a Paraloup (Valle Stura), sede della banda Italia Libera di Dante Livio Bianco e Duccio Galimberti e si unisce alle formazioni di Giustizia e Libertà, acquisendo un ruolo di primaria importanza anche in ragione della sua esperienza militare.

Fronteggiati i rastrellamenti della primavera a capo della IV Banda, Nuto Revelli assume quindi il comando della Brigata Valle Vermenagna e della Brigata Valle Stura “Carlo Rosselli”, inquadrate nella I Divisione GL. Con queste forze, nell’agosto del 1944 riesce a bloccare, in una settimana di scontri durissimi, i granatieri della 90ª Divisione corazzata tedesca che puntava al valico del Colle della Maddalena, agevolando così lo sbarco degli Alleati nel sud della Francia.

Nei giorni della Liberazione, Revelli comanda la V Zona partigiana del Piemonte.

 

DA : 

Fondazione Nuto Revelli Onlus
https://nutorevelli.org/biografia/

 

 

 

— video, 4.51– pubblicata da Gedi

PARLA NUTO REVELLI, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE NUTO REVELLI

 

 

FAUSTO AMODEI (  Torino, 1934 ) –fonda il gruppo Cantacronache a Torino nel 1958 assieme a Michele StranieroGiorgio De MariaMargotEmilio JonaSergio Liberovici, e al quale contribuirono e collaborarono anche letterati e poeti del calibro di Italo Calvino e Franco Fortini.
Oltre alla musica,  inizia la sua attività politica nel movimento laico di sinistra Unità Popolare, fondato da Ferruccio Parri; nel 1966 diverrà anche deputato del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria.

 

 

 

LA BADOGLIEDE  – TESTO SOTTO

canzone scritta da Nuto Revelli, Ivanoe Bellino, Alberto e Livio Bianco, Nino Monaco.

 

*** L’ha sempre cantata meravigliosamente, con più rabbia e decisione di FAUSTO AMODEI,

 

LA NOSTRA DONATELLA ( D’IMPORZANO )

 

 

 

 

 

 

O Badoglio, Pietro Badoglio
ingrassato dal Fascio Littorio
col tuo degno compare Vittorio
ci hai già rotto abbastanza i coglion. (rit.)

T’l’as mai dit parei
T’l’as mai dit parei
T’l’as mai dit, t’l’as mai fait,
T’l’as mai dit parei
T’l’as mai dilu:
Si Si T’l’as mai falu:
no no tutto questo salvarti non può.

Ti ricordi quand’eri fascista
e facevi il saluto romano
ed al Duce stringevi la mano
sei davvero un gran bel porcaccion.

Ti ricordi l’impresa d’Etiopia
e il ducato di Addis Abeba
meritavi di prender l’ameba
ed invece facevi i milion.

Ti ricordi la guerra di Francia
che I’Italia copriva d’infamia
ma tu intanto prendevi la mancia
e col Duce facevi ispezion.

Ti ricordi la guerra di Grecia
e i soldati mandati al macello,
e tu allora per farti piu bello
rassegnavi le tue dimission.

A Grazzano giocavi alle bocce
mentre in Russia crepavan gli alpini
ma che importa,
ci sono i quattrini
e si aspetta la buona occasion.

L’occasione è arrivata
È arrivata alla fine di luglio ed allor,
per domare il subbuglio,
ti mettevi a fare il dittator.

Gli squadristi li hai richiamati
gli antifascisti li hai messi in galera
la camicia non era piu nera
ma il fascismo restava il padron.

Era tuo quell’Adami-Rossi[3]
che a Torino sparava ai borghesi;
se durava ancora due mesi
tutti quanti facevi ammazzar.

Mentre tu sull’amor di Petacci [4]
t’affannavi a dar fiato alle trombe
sull’Italia calavan le bombe
e Vittorio calava i calzon.

I calzoni li hai calati
anche tu nello stesso momento
ti credevi di fare un portento
ed invece facevi pietà.

Ti ricordi la fuga ingloriosa
con il re, verso terre sicure;
siete proprio due sporche figure,
meritate la fucilazion.

Noi crepiamo sui monti d’Italia
mentre voi ve ne state tranquilli
ma non crederci tanto imbecilli
da lasciarci di nuovo fregar.

No, per quante moine facciate
state certi più non vi vogliamo
dillo pure a quel gran ciarlatano
che sul trono vorrebbe restar.

Se Benito ci ha rotto le tasche
tu, Badoglio, ci hai rotto i coglioni;
pei fascisti e pei vecchi cialtroni
in Italia più posto non c’è.

La canzone veniva soprattutto cantata dai partigiani delle Brigate Giustizia e Libertà

 

 

 

IL NUMERO 1 DELLA SERIE CANTACRONACHE

Cantacronache 1 (1971, Vinyl) - Discogs

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