PIAZZA DEL MERCATO
Ostrava – Veduta
Pudelek – Opera propria
Ostrava (in slesiano: Uostrawa; in tedesco: Ostrau; in polacco: Ostrawa) è la terza città per grandezza della Repubblica Ceca dopo Praga e Brno, e il capoluogo della regione di Moravia-Slesia. È situata alla confluenza dei fiumi Ostravice, Oder e Opava. La sua storia e la sua crescita sono state fortemente condizionate dall’estrazione e dalla lavorazione del carbone nero di alta qualità. Il carbone, soprattutto nel passato recente, ha contribuito all’inquinamento dell’atmosfera, depositandosi su case e strade. Ostrava si guadagnò il soprannome di cuore d’acciaio della Repubblica durante il comunismo in Cecoslovacchia. Molte delle industrie pesanti oggigiorno sono state chiuse o trasformate.
OSTRAVA CONFINA CON LA POLONIA
Ostrava si trova nel nord-est della Repubblica Ceca, vicina ai confini polacco (15 km) e slovacco (55 km). Si estende sulla parte settentrionale della valle naturale che va da nord a sud.
Il territorio di Ostrava nella preistoria era un importante centro del commercio, essendo attraversato dalla Via dell’Ambra. Gli archeologi hanno provato che l’area attorno a Ostrava è abitata da almeno 25.000 anni, sebbene il nome della città sia citato per la prima volta appena nel 1229. Fino alla fine del XVIII secolo, Ostrava era una piccola città di provincia, con una popolazione attorno al migliaio di abitanti.
Nel 1763 furono scoperti grandi depositi di carbone nero, che portò al boom industriale e a un’ondata di immigrazione nei secoli seguenti. Durante il XIX secolo furono aperte molte miniere e intorno alla città si stabilirono le prime fabbriche per la lavorazione dell’acciaio; la crescita industriale fu resa possibile anche grazie alla Ferrovia del Nord che arrivava da Vienna (1847).
Il XX secolo vide un’ulteriore espansione industriale della città, accompagnata da un aumento della popolazione e della qualità della vita. Durante la seconda guerra mondiale, Ostrava, importante fonte di acciaio per gli armamenti, dovette subire pesanti bombardamenti che arrecarono moltissimi danni alla città e alla sua economia.
Dalla Rivoluzione di velluto del 1989, la città ha subito grandi cambiamenti. È in corso un grande ammodernamento industriale: le miniere sono state chiuse nel 1994 e gran parte degli stabilimenti per la lavorazione del ferro nel quartiere di Vítkovice nel 1998. L’inquinamento è ancora uno dei fattori che rendono la qualità della vita ad Ostrava peggiore di quella di altre città ceche.
DA :
https://it.wikipedia.org/wiki/Ostrava
FOTO :
https://erasmusu.com/it/register/do-step
Storicamente, tra i gruppi etnici più influenti, oltre ai cecoslovacchi a Ostrava vi erano molti polacchi, tedeschi ed ebrei. Durante e dopo la seconda guerra mondiale, comunque, la situazione è completamente cambiata, dato che molti ebrei di Ostrava furono uccisi o trasportati nei campi di concentramento (il 17 ottobre 1939 avvenne il primo trasporto verso un campo maggiore a Nisko, nel Governatorato Generale – il primo caso in Europa).Dopo la guerra, i tedeschi furono espulsi da Ostrava secondo i decreti di Benes. La popolazione della città è pertanto divenuta un misto di cechi, slovacchi e polacchi.
Nella città di Ostrava è ambientata una parte del romanzo Lo scherzo di Milan Kundera.
A Ostrava vi sono quattro teatri.
Il Teatro Antonin Dvorak
©Matyas Theuer | www.colours.cz
La più importante manifestazione che ha luogo in questa zona è i Colori di Ostrava, un festival musicale estivo che ospita molti musicisti e gruppi da tutto il mondo.
Oltre il “cuore d’acciaio” di questa città – capitale dell’archeologia industriale ceca, candidata all’iscrizione nella lista dell’Unesco in virtù del suo straordinario patrimonio di monumenti industriali del XIX secolo – c’è molto da vedere e apprezzare, le miniere sono state chiuse e trasformate in musei e le stesse fabbriche metallurgiche sono state riconvertite nell’ottica del design e della didattica, conferendo a Ostrava un volto moderno che crea un ponte con il suo passato millenario.
Il Museo Minerario di Landeck.
Il Museo minerario di Ostrava ha sede nell’ex miniera Anselm , la più antica miniera della regione, dal 1993
La ferriera di Witkowitz
Un punto culminante assoluto della città è il monumento industriale Witkowitzer Eisenwerke: è così irreale, ti senti come se fossi in un film di fantascienza. Soprattutto rovine di acciaio color ruggine, torri di ferro, comignoli, l’atmosfera ruvida, sì, proprio una città d’acciaio che irradia e impressiona qualcosa di davvero unico.
La Bolt Tower con il suo top in vetro sorge dall’ex altoforno n. 1. All’ultimo piano si trova il Bolt Tower Café con torte molto gustose. E anche se lassù mi sono sentito piuttosto male, perché anche la corsa in ascensore non è proprio per i deboli di cuore. Le barre della griglia intorno alla torre mi hanno dato il resto. Non a caso il percorso si chiama “Circuito adrenalinico sull’altoforno n. 1”. Ma la gigantesca vista dalla Bolt Tower ti fa solo capire quanto sia gigantesca l’intera area.
Parti dell’area come il gong , in un ex contenitore di gas, servono oggi anche come centro culturale e di eventi. In estate, nei locali si svolgono il festival Beats for Love e Colours of Ostrava.
TUTTA LA PARTE SULL’INDUSTRIA – ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE E’ DI QUESTO CHE E’ UN BLOG DI NINA
https://reisehappen.de/ostrava-tipps/
Il Landek Park di Ostrava è il più grande museo minerario del Paese. Dal 1992 il colle su cui sorge è monumento naturale nazionale, per il pregio dal punto di vista geologico, archeologico, geografico e minerario. Il museo minerario offre una panoramica sul lavoro dei minatori e sul tema della sicurezza in miniera e comprende un tour tra i cunicoli sotterranei, che si raggiungono calandosi con una gabbia-ascensore.
A sud di Ostrava, poi, c’è il complesso di Dolni Vitkovice, costituito da tre siti tutti risalenti alla prima metà del XIX secolo e tra loro collegati: la Miniera Hlubina, la cokeria e la fabbrica delle acciaierie di Vitkovice con gli altiforni. Qui è quindi rappresentato l’intero processo produttivo: l’estrazione del carbone, la trasformazione in coke fino al prodotto finale, cioè il ferro grezzo. Un percorso ad anello di circa un chilometro attraversa questo museo a cielo aperto, al centro di un ambizioso progetto di sviluppo che prevede persino la costruzione di un centro universitario e di ricerca. Le visite guidate conducono anche nell’auditorium multifunzionale Gong, realizzato dall’architetto ceco Josef Pleskota, e alla Bolt Tower, ex altoforno con torre panoramica alta 71 metri. Al museo, tra scienza e fantascienza.
Museo di Hornické
WIZZARD
IL SEGUITO SULLE MINIERE ECC. E’ DI QUESTO LINK MOLTO SIMPATICO
ALTRE IMMAGINI DELLA CITTA’
LA MOVIDA E LO SHOPPING E’ IN VIA STODOLNI CHE POI SONO UN INSIEME DI STRADE INTRECCIATE
Filmografia del regista ceco Karel Reisz
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Momma Don’t Allow (1955) cortometraggio
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We Are the Lambeth Boys (1958) mediometraggio
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Sabato sera, domenica mattina (Saturday Night and Sunday Morning) (1960)
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La doppia vita di Dan Craig (Night Must Fall) (1964)
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Morgan matto da legare (Morgan: A Suitable Case for Treatment) (1966)
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Isadora (Isadora) (1968)
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40.000 dollari per non morire (The Gambler) (1974)
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Guerrieri dell’inferno (Who’ll Stop the Rain) (1978)
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La donna del tenente francese (The French Lieutenant’s Woman) (1981)
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Sweet Dreams (Sweet Dreams) (1985)
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Alla ricerca dell’assassino (Everybody Wins) (1990)
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Act Without Words I (2000) cortometraggio
clip da
” LA DONNA DEL TENENTE FRANCESE “, 1981
SE VUOI, VEDI IN WIKIPEDIA
https://it.wikipedia.org/wiki/La_donna_del_tenente_francese_(film)
TRAILER DA:
MORGAN MATTO DA LEGARE
leggi:
https://www.mymovies.it/film/1966/morgan-matto-da-legare/
trailer da:
SABATO SERA DOMENICA MATTINA
LEGGI SE VUOI:
https://www.mymovies.it/film/1960/sabato-sera-domenica-mattina/
Che belli questi edifici, con guglie e abbaini. Sembrano case delle fate, ognuna con dei colori diversi.