Vi propongo questo racconto pieno di tensione (oltre che molto noto..!) per avvicinarvi, se inesperti, alla “forma” della pazzia, così come la sente un grande scrittore morto alcolizzato; per ragioni tecniche ho dovuto dividerlo in tre parti e per adesso sono anche uscite in ordine contrario. Ma migliorerò: prometto giurìn giuretta.
Metterò delle immagini, appena le troverò, è un po’ che le cerco, vorrei dei quadri di malati mentali.
Vi chiedo per adesso di ascoltare con attenzione senza il testo che pubblicherò la prossima volta con alcune domande.
Se la voce non fosse abbastanza alta, lo dico per chi è inesperto come me, a parte il fatto che davanti a quella specie di boccuccia di paperottolo dove schiacciate, ci sono delle specie di canne d’organo in miniatura che alzano il volume scurendole più di una volta con un clic del tasto sinistro del mouse, guardando tutto il quadro che avete davanti, a destra in basso dove ci sono delle figurine varie vicine alla data, anche voi dovreste avere come me una specie di autoparlante da schiacciare che vi permette di alzare il volume…
Vi dò tutti questi chiarimenti perché se non riuscite a sentire bene, invece della pazzia del protagonista…sperimentereste la vostra con una bella crisi isterica!
N.B. Ma lo vedete il narcissimo? termine usato tipo salotto, ossia innamoramento di sé: vi immagino picchiarvi con l’audio del vostro computer per sentire cosa questa nanottera
ha da proporvi.
Comunque, ragazzi, io non c’entro, si tratta sempre di Edgar Allan Poe!
Adolf_Wölfli_General_view_of_the_island_Neveranger,_1911
Adolf_Wölfli_General_view_of_the_island_Neveranger,_1911
Adolf Wölfli (Bowil, 29 febbraio 1864 – Berna, 6 novembre 1930)
nel 1895 viene internato nel manicomio di Waldau vicino a Berna dove rimarrà per il resto dei suoi giorni