ITALIANI “INATTIVI”: 16,6% DONNE; 7,2% UOMINI (DATI ISTAT 11-11-11)

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le donne nella grande guerra:

“erano in grado di sostituire gli uomini che erano al fronte”

 

 


 


La famosa foto degli operai seduti su una trave in acciaio sospesa a mezz’aria durante la costruzione del Rockefeller Center

Il Rockefeller Center fu costruito dal 1932

 

Appesi sull’abisso, gli italiani in cerca di lavoro, sono appesi come nella foto: mancano solo le donne che sono “inattive” più del doppio degli uomini.

 

Istat: sono cinque milioni gli inattivi italiani, il 16,6% sono donne, mentre gli uomini sono 7,2%
11 Nov 17:24

(Finanza.com) Un bacino di cinque milioni di persone sarebbe pronto ad essere immessi nel meccanismo del lavoro in Italia. Sono i calcoli effettuati dall’Istat, che ha rilevato come disoccupati, lavoratori che non cercano lavoro solo perché scoraggiati e persone in cerca di impiego non immediato ammontino appunto a quella cifra. Si tratta, quindi, di un aggregato più ampio di quello rappresentato dai disoccupati in senso stretto (2 milioni 102 mila unità nel 2010), corrispondente ad un tasso di disoccupazione dell’8,4% delle forze di lavoro, più contenuto di quello europeo (9,6%).
Nel 2010, riporta la nota dell’Istat, gli inattivi non in cerca di un impiego ma disponibili a lavorare risultano pari a 2 milioni 764 mila unità (di cui 1 milione 64 mila uomini e 1 milione 700 mila donne). Questo gruppo di inattivi è pari all’11,1% delle forze di lavoro. Il fenomeno, fortemente caratterizzato dallo scoraggiamento, risulta tre volte più elevato della media europea (3,5%).
Gli inattivi che cercano un impiego ma non sono disponibili a lavorare nel 2010 sono 126 mila (55 mila uomini e 71 mila donne), lo 0,5% delle forze di lavoro (l’1% nell’Ue).
I sottoccupati part-time sono invece pari a 434 mila unità, l’1,7% del totale delle forze di lavoro (lo stesso denominatore utilizzato nel calcolo del tasso di disoccupazione). Nell’Ue l’incidenza è pari a 3,6%.
In questo quadro sono le donne le più numerose: il 16,6% degli inattivi, contro il 7,2% rappresentato dagli uomini.

 

 

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